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Si è avviata nella data odierna lo sciopero nazionale generale - con particolare riguardo al settore Istruzione e Ricerca - indetto dalle sigle sindacali Cobas (Confederazione Comitati di base).
Sciopero nazionale generale: il primo fermo è dei trasporti
Sviluppatosi a partire dalle numerose spinte di diverse frange sindacali del Cobas - Confederazione Comitati di base - e poi regolarmente sancite da nota ministeriale, è partito questa mattina, con grande fragore e partecipazione, il maxi sciopero generale nazionale di tutti i lavoratori dipendenti dei settori pubblici e privati.
Uno sciopero dalle proporzioni vaste e dalle altrettante conseguenze perché ad arrecare i primi disagi sono stati proprio i promotori dello sciopero - le sigle Cobas del settore trasporti - che, proclamando la propria astensione dal lavoro per 24 ore - hanno portato al blocco generale dei trasporti da nord a sud Italia. Un vero e proprio tilt per i numerosi pendolari del nostro Paese abituati a servirsi dei mezzi per recarsi presso i centri universitari o al lavoro, per le famiglie e per tutti quanti saranno costretti ad imbottigliarsi nel traffico per spostarsi da una parte all'altra della città. A braccia conserte sono anche i dipendenti di Trenitalia ed Italo, con relativo fermo delle tratte sia a media che a lunga percorrenza, ma con diverse fasce orarie di tutela (per informazioni dettagliate consultare i relativi siti). Anche l'Enac - l'Ente nazionale per l'aviazione civile - ha disposto delle garanzie per i propri voli.
Sciopero scuola: le ragioni
Scioperi, manifestazioni e cortei nelle principali piazze italiane anche per il settore scuola che, stanco, non esista a far sentire fieramente la propria voce e le proprie ragioni.
A meno di un mese dalla riapertura delle scuole e dopo i 18 lunghi mesi di Dad che hanno coinvolto il settore istruzione a causa dell'emergenza sanitaria, anche il personale docente ed Ata decide di aderire al maxi-sciopero indetto dai Cobas. L'obiettivo, come si legge sul portale ufficiale del sindacato, è di avviare una controtendenza rispetto quanto si afferma col governo Draghi. Più nello specifico, le ragioni che sottostanno lo sciopero del personale scolastico sono innumerevoli e riguardano:
- La riduzione del numero degli alunni in classe: i docenti, in particolare, esprimono il loro disappunto per le cosiddette "classi pollaio", tanto più nell'attuale contingenza sanitaria. È stato infatti recentemente stimato che in molte scuole presenti sul suolo italiano sarebbe stata legittimata la formazione di oltre 17.000 classi che vanno dai 26 ai 36 alunni.
- L'imposizione del Green Pass e la relativa sospensione dello stipendio per quanti sprovvisti.
- Lo sblocco dei licenziamenti.
- Il rinnovo del CCNL, scaduto da oltre 3 anni e il recupero del potere d'acquisto degli stipendi, calato di circa il 20 % negli ultimi decenni.
- La parità salariale per il personale femminile.
- La soppressione del sistema legato agli appalti e ai subappalti.
- La stipula del contratto a tempo indeterminato come regola generale.
- Riduzione del monte orario a condizioni di parità salariale.
- Abolizione del Jobs Act e della Legge Fornero.
- Rivalutazione delle pensioni.
- Un sistema sanzionatorio più puntuale per i datori di lavoro inadempienti.
- Il ricorso alla DAD quale elemento istruttivo strutturale.