Bonus merito docenti: per l'OCPI va aumentato e dato a un minor numero di insegnanti
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Come preannunciato nelle scorse settimane, per il 2022 la Legge di Bilancio ha previsto una dotazione complessiva di 240 milioni di euro da destinare al fondo per la valorizzazione dei docenti. Volendo andare oltre la discussione sui criteri adottati - fra cui quello della "dedizione all'insegnamento" - il bonus merito va a puntellare lo scarso incremento delle retribuzioni degli insegnanti.
Il nodo futuro sta quindi nel modo con cui saranno distribuite le risorse, con criteri che non possono essere troppo diversi da scuola a scuola. Della questione si è occupato l'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani diretto da Carlo Cottarelli. Vediamo nello specifico quali sono i risultati dell'indagine.
Bonus merito per contrastare lo scarso incremento salariale dei docenti
Al momento dell'assunzione di un insegnante, l'OCPI ha rilevato che la retribuzione è in linea con la media dei Paesi OCSE. Il problema sta nell'incremento durante la carriera, che rende i docenti italiani fra i meno pagati d'Europa. Inoltre, in Italia l'aumento di stipendio dipende meno dai meriti effettivi dell'insegnante e più dall'anzianità di servizio. In un contesto del genere si inserisce il bonus per la valorizzazione del merito dei docenti, istituito nel 2015 dalla Buona Scuola di Renzi.
Negli anni le sue risorse sono state utilizzate per finanziare un aumento permanente della retribuzione degli insegnanti. Per questa ragione, dei 200 milioni annui inizialmente stanziati, il bonus merito ha visto soltanto:
- 111 milioni per il 2018;
- 131 milioni per il 2019;
- 143 milioni a regime dal 2020.
La novità della Legge di Bilancio per il 2022 sta nella riallocazione di queste risorse in maniera esclusiva per la valorizzazione del merito. Ma non solo, lo stanziamento sarà di 240 milioni annui, un importo che rappresenta lo 0,8% della spesa per i docenti ma - rimarca l'OCPI - è comunque un passo nella giusta direzione.
Troppe differenze nell'assegnazione del bonus ai docenti: la situazione attuale
I fondi per il bonus merito ai docenti vengono ripartiti alle singole scuole in maniera proporzionale al numero dei docenti. C'è un'unica eccezione, costituita dalle aree che sono più soggette al cosiddetto "rischio educativo": copertura dei servizi per la prima infanzia, tasso di abbandono scolastico, e così via. I comitati di ciascuna singola scuola hanno assegnato per l'anno scolastico 2019/2020 - secondo i risultati dell'indagine dell'OCPI - il bonus merito al 33% del corpo docente. Altro risultato della ricerca condotta dall'Osservatorio riguarda la distribuzione dei fondi per la valorizzazione degli insegnanti:
- in un terzo delle scuole, i docenti hanno ricevuto lo stesso premio;
- in due terzi delle scuole, ci sono stati premi diversi a seconda dei docenti.
Infine, la ricerca evidenzia come esista una differenza nell'ammontare lordo dei premi, che vanno da 230 euro a 1030 euro. Quella che emerge è una sostanziale disparità nelle assegnazioni del bonus merito, che presuppone quindi un'ipotetica disparità nell'importanza data ai criteri da parte dei singoli comitati delle scuole.
Bonus merito più alto, ma a meno insegnanti: le proposte dell'Osservatorio
L'indagine dell'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani si conclude con una proposta che ha l'obiettivo di rendere più efficace l'attribuzione del bonus merito ai docenti:
- da una parte, per valorizzare gli insegnanti nel servizio svolto;
- dall'altra parte, per sopperire ai mancati o minimi incrementi nella retribuzione.
La proposta dell'OCPI è di fissare a livello nazionale la quota dei docenti beneficiari, così da evitare la differenziazione effettuata dalle singole istituzioni scolastiche. Da questo punto di vista, si potrebbero destinare i 240 milioni di euro - previsti per il 2022 - per valorizzare il 15% dei docenti meritevoli. In questo modo, ciascuno potrebbe ricevere un aumento medio di circa 1800 euro annui. Pur riconoscendo la bontà della proposta, è necessario segnalare che il bonus merito non va a risolvere i problemi del corpo insegnanti. Soprattutto nei riguardi di un adeguato rinnovo contrattuale, la strada da fare è ancora molta.