20 Dicembre 2021 Docenti Commenti

Carta del docente e precari. Deciderà la Corte di Giustizia europea

Ad oggi i precari risultano ancora esenti dalla possibilità di usufruire della "Carta del docente", il contributo di 500€ annui concesso ai docenti di ruolo per comprare beni e servizi formativi e di connettività al fine di sviluppare le proprie competenze professionali.

Una decisione che da tempo è oggetto di discussione (e che coinvolge anche il personale ATA) e che ha portato il Tribunale di Vercelli, ormai il 20 luglio, a proporre una domanda di pronuncia pregiudiziale in riferimento alla Causa C-450/21.

Le cinque questioni giudiziali al vaglio della Corte di Giustizia Europea

La questione della carta dei docenti è di grande interesse perché mette alla luce un contrasto tra la normativa delle Comunità Europea e quella nazionale, in merito ai diritti dei lavoratori e alla loro eventuale discriminazione.

Qui di seguito si riportano in sintesi le cinque questioni giudiziali che dovranno essere giudicate:

  1. Vanno poste a confronto la clausola 4, n. 1, dell'accordo quadro sul lavoro a tempo determinato del 18 marzo 1999 redatta in allegato alla direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999 e una normativa nazionale come l'articolo 1, comma 121, della legge n. 107/2015 . Quest'ultima esclude infatti i lavoratori a tempo determinato - i precari - dal riconoscimento dei 500€ annui, a meno che la normativa europea non diventi preponderante rispetto a quella nazionale;
  2. Bisogna considerare l'inclusione di una retribuzione annua supplementare, e più nello specifico della carta docente per come è attualmente strutturata, nelle condizioni di impiego citate alla clausola 4, paragrafo 1, dell'accordo quadro sul lavoro a tempo determinato;
  3. È necessario confrontare la normativa nazionale con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea e con la Carta Sociale Europea per valutare la differenza di trattamento tra lavoratori a tempo determinato e indeterminato i quali però si trovano a svolgere, di fatto, lo stesso lavoro (come nel caso dei docenti di ruolo e quelli precari);
  4. La quarta questione si ricollega alla terza, in quanto approfondisce il discorso riguardante il diverso trattamento di precari e docenti di ruolo mettendo in luce come oltre a svolgere la stessa mansione, possiedono anche le stesse competenze didattiche, metodologiche e pedagogiche;
  5. Il confronto tra normativa nazionale ed europea deve anche riguardare il diritto d'accesso alla formazione. La carta del docente è infatti da intendere come una retribuzione pro-formazione, che secondo la normativa nazionale è negata ai lavoratori a tempo determinato.

Dai 5 punti descritti emerge fondamentalmente un contrasto tra le norme europee in merito alla tutela dei lavoratori a tempo determinato rispetto a quelli a tempo indeterminato e quelle italiane che mettono in atto una disparità di trattamento tra le due categorie.

Compito della Corte di Giustizia Europea sarà quello di interpretare il contrasto normativo così da decidere se la normativa comunitaria debba funzionare in maniera ostativa rispetto a quella nazionale, permettendo ai precari di accedere alla carta del docente.

Lascia un commento

Torna su