26 Novembre 2021 News Commenti

Contagi in aumento: De Luca tuona con ipotesi di Dad in Campania e scattano le prime reazioni

Preoccupa l'attuale situazione in Campania che vede un'impennata dei contagi tra i ragazzi appartenenti alla fascia d'età 11-15 anni. Una situazione tanto allarmante da indurre il vicepresidente della Regione, Fulvio Bonavitacola, ad annunciare che la Campania ha richiesto, durante la conferenza Stato-Regioni, il ritorno della didattica a distanza a decorrere dall'8 dicembre. Come ha lui stesso dichiarato:
"Considerato che ci separano 10-12 giorni dalla pausa natalizia, abbiamo chiesto un mese di didattica a distanza per la scuola dell'obbligo perché i dati sono molto preoccupanti".

LA PROPOSTA DI DE LUCA

Risale a qualche giorno fa l'esortazione di De Luca alla campagna vaccinale: preoccupato della crescita esponenziale dei casi tra i ragazzi in età scolastica, aveva invitato la popolazione a portare a termine il ciclo vaccinale. Le parole del presidente della Regione Campania erano state coadiuvate perfino dalla dichiarazione del direttore del laboratorio centralizzato dell'Azienda dei Colli - Luigi Atripaldi - che suggeriva, con lo scopo di bloccare l'avanzata infettiva, di anticipare la pausa natalizia. La posizione di De Luca, allo stato attuale, risulta pertanto chiara poiché rimarca la chiusura delle attività qualora dovesse attendersi "una grave espansione del contagio".

LE REAZIONE SCATENATE

Lo spettro di una nuova ordinanza da parte del Governatore De Luca pare non piacere a nessuno e c'è chi, come Palmira Pratillo - una delle fondatrici del gruppo Scuole aperte Campania - ricorda come il Tar, in una sentenza della scorsa settimana, abbia dichiarato illegittime le ordinanze emesse dal Presidente della Campania già un anno fa con le quali serrava scuole e attività:
"Continuano a prenderci in giro nonostante i ragazzi campani e anche gli adulti siano tra i più vaccinati d'Italia? Il Tar ha dichiarato che la Regione non era legittimata a scavalcare la normativa nazionale. E adesso ci riprovano? Alzeremo immediatamente le barricate".
Gli stessi dirigenti scolastici di moltissimi istituti del territorio campano, uniti alle famiglie, si mostrano in disaccordo riguardo alla misura da intraprendere: "Una richiesta di cattivo gusto" dichiara un preside, mentre un altro ancora replica duramente:
"Per la mia scuola, mi atterrò sempre e comunque alle leggi dello Stato piuttosto che ai deliri dei quaquaraquà di Campania (in)felix".
A trovarlo "uno scherzo di cattivo gusto", tanto più, rimarcano, se la l'iniziativa è prerogativa soltanto della Regione Campania, sono pure le dirigenti Cristina Buonaguro e Colomba Punzo, secondo le quali:
"è evidente che preoccupano i dati del Covid e non quelli dei danni provocati per due anni dalla Dad. Spero davvero che la Conferenza Stato- Regioni cancelli questa richiesta di De Luca da ogni ordine del giorno. Una richiesta che io considero uno scherzo di cattivo gusto, soprattutto se riferita esclusivamente alla nostra regione".
Tra molti (i più) contrari, non manca però qualche riscontro favorevole, come quello della preside Rosa Cassese, direttrice del Cimarosa la quale si mostra, pur a malincuore, disponibile al rinnovo della Dad qualora dovessero verificarsi le condizioni:
"Premesso che oggi siamo contenti di essere in presenza, se sarà necessario ricorrere alla Dad per evitare l'escalation del contagio, ben vengano provvedimenti in tal senso. Soprattutto per le scuole del primo ciclo, dove gran parte degli alunni non può essere vaccinato. Insomma, dato che la posta in gioco è pesante, accoglieremo la Dad come un antidoto, o meglio, come un male necessario".

IL PARERE DELL'ASTROFISICA CLEMENTINA SASSO

Infine, non tarda ad arrivare sull'argomento la dichiarazione di Clementina Sasso, astrofisica e firmataria nelle proteste contro la Dad. Il suo duro commento si scaglia prima di tutto sull'incapacità amministrativa di "fare altro" rispetto che chiudere i luoghi di istruzione. Suppone invece che le chiusure scolastiche siano fatte con sol scopo di relegare bambini e ragazzi a casa, con le proprie famiglie: non si spiegherebbe, infatti - a suo dire - perché la maggior parte dei contagi non avvenga a scuola ma, esattamente, all'esterno:
"La Regione quando si tratta di chiudere le scuole (perché non è evidentemente capace di fare altro) è sempre in prima linea. I dati dimostrano che il contagio tra bambini non avviene a scuola, ma in famiglia e all'esterno, esattamente dove li vogliono confinare. Alla Regione non sono bastati i danni già provocati?"

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