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Durante l'incontro che si è tenuto a inizio novembre tra il Ministro dell'Istruzione e i Sindacati della scuola, Patrizio Bianchi aveva presentato linee guida per l'introduzione del Mobility Manager. A poche settimane di distanza, e dopo la polemica con le associazioni del settore, è arrivato il parere negativo del CSPI. Vediamo cos'è successo e quali sono le obiezioni sollevate dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione.
La polemica sul Mobility Manager fra Ministero e Sindacati
Il Mobility Manager, introdotto con la legge n. 221/2015, è una figura che dovrebbe occuparsi delle questioni che riguardano l'ambiente e la riduzione dello sfruttamento delle risorse naturali. Di fronte a una sensibilità verso l'ambiente condivisa da tutte le istituzioni e dai soggetti privati, a colpire i sindacati sono state le modalità previste dal Ministero dell'Istruzione.
Infatti, diventare Mobility Manager è una scelta che i docenti dovrebbero compiere su base volontaria. Non sono previste né una riduzione dell'orario lavorativo né una retribuzione aggiuntiva. Se si considerano i problemi a cui vanno incontro gli insegnanti che diventano coordinatori di classe, con retribuzioni bassissime e soggette alle contrattazioni delle RSU, non stupisce la polemica.
Mobility Manager: il parere del CSPI boccia la proposta di Bianchi
A mettere un freno alle polemiche, o forse ad alimentarle, arriva il parere n. 67 del 23 novembre 2021, con cui il CSPI boccia le linee guida ministeriali sul Mobility Manager. Sebbene il punto di vista del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione sia diverso da quello dei sindacati, è possibile notare nei fatti delle preoccupazioni simili. Innanzitutto, viene ricordato che l'individuazione di figure specifiche è ormai prassi per le istituzioni scolastiche. In realtà, la proliferazione dei ruoli diventa spesso mero e formale adempimento e mette a rischio un'efficace cultura del risultato. Secondo il CSPI, allora, se davvero si ritiene necessaria una figura qual è quella del Mobility Manager, più che sul ruolo in sé l'enfasi dovrebbe essere sulle competenze. Di certo, non si tratta di un ruolo che il docente può assumere su base volontaria e, a maggior ragione, in forma del tutto gratuita. Afferma il Consiglio Superiore che:
"i compiti e gli obiettivi previsti dalla norma per la figura del Mobility Manager non sono in generale compatibili con l'attribuzione dell'incarico ad un docente su base volontaria. [...] Il CSPI ritiene, pertanto, che sarebbe necessaria la previsione di una figura esterna, o interna, che fornisca una specifica collaborazione a supporto della scuola, dotata delle suddette competenze, formata e adeguatamente retribuita."Il punto del CSPI è chiarissimo, e la bocciatura delle linee guida sul Mobility Manager fa leva:
- da una parte, sull'importanza di prevedere competenze specifiche per il ruolo;
- dall'altra parte, sulla necessità di prevedere formazione e retribuzione adeguate al ruolo.