02 Dicembre 2021 News Commenti

Il dilagante fenomeno delle pistole giocattolo a scuola: l'ultimo a Rimini che provoca un malore nell'insegnante

Sempre più dilagante si fa il fenomeno delle pistole (e non) giocattolo. L'ultimo episodio, che ha visto protagonista un diciassettenne studente liceale, è accaduto a Rimini nelle scorse ore: il ragazzo, durante il cambio d'ora, avrebbe sfoderato una pistola giocattolo e puntata, con ogni probabilità per scherzo, contro l'insegnante presente a quell'orario. A ben guardare, si è subito avuto modo di capire che si trattasse di un gioco, ma la distanza dall'oggetto, la sua forma, hanno tratto in inganno la docente che, supponendo fosse vera, alla sua vista è svenuta. Subito sono intercorsi i membri della Dirigenza scolastica.

UNO SCHERZO PESANTE DALLE POSSIBILI RIPERCUSSIONI

È forse un dato drammatico quello per cui la scuola pare stia perdendo la sua struttura istituzionale, agli occhi di alcuni alunni, per assumere sempre più i contorni di una sorta di ludoteca, un luogo di gioco in cui è possibile fare degli scherzi, pure piuttosto pesanti, come quello appena narrato.

Anche se ancora non si è appurato il motivo di tale comportamento da parte dell'alunno, né le dinamiche attorno alla vicenda, resta l'insensatezza del gesto ed una riflessione circa l'imprevedibilità del comportamento di taluni individui che ci gettano dinnanzi alla realtà dei fatti e davanti alla riflessione del perché accade e di come fare per evitare il reiterarsi di fenomeni così grotteschi.

Allo stato attuale, lo "scherzo" giocato all'insegnante potrebbe tirare un brutto colpo all'alunno e avere su di esso gravi conseguenze: intervenuta la Dirigenza scolastica e successivamente le Forze dell'Ordine e la magistratura, si dovrà ora stabilire come si interverrà sullo studente. L'episodio, infatti, potrebbe concludersi con una denuncia a carico dello studente ed una querela, qualora l'insegnante intenderà intraprendere questa azione.

NON UN CASO ISOLATO: LA MODENA DI QUALCHE MESE FA

L'episodio accaduto non è un caso isolato e si inserisce forse tra i tanti che quotidianamente accadono ma che spesso non vengono messi in evidenza e restano pertanto relegati al solo momento scolastico. Un altro caso però, piuttosto recente e dalla discreta risonanza mediatica, è stato quello accaduto a Modena lo scorso ottobre: un ragazzo porta a scuola una replica di una Beretta 92, una pistola ad aria compressa, che ha immediatamente allarmato i professori e indotto le Forze dell'Ordine ad intervenire.

DALLE PISTOLE-GIOCATTOLO ALLE PISTOLE-ARMI

Talvolta lo scherzo cede il posto alla realtà, che in quest'ultimo caso assume davvero dei contorni drammatici: risale allo scorso 30 novembre la sparatoria incorsa in un liceo del Michigan - in America - dove un 15enne ha scaricato oltre una ventina di colpi sui suoi compagni, ferendo otto ragazzi e un insegnante e uccidendo un 16enne, e due ragazze di, rispettivamente, 14 e 17 anni. La pistola apparteneva a suo padre. Un gesto di una violenza spaventosa che ha portato all'immediato arresto del giovane da parte della polizia.

Anche in questo caso, resta l'incredulità circa il fatto accaduto e il mistero attorno alle motivazioni che spingono questi giovani ragazzi a commettere atti così efferati. Qualunque esse possano essere, per quanto assurde siano, la governatrice del Michigan, Gretchen Whitmer è così intervenuta:
"la violenza nelle scuole è un problema che deve essere affrontato una volta per tutte. Non è possibile avere paura di andare a scuola".

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