Quarantena in classe, le nuove modifiche. Basta un caso per attivare la didattica a distanza.
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Nelle ultime settimane si sta assistendo a un nuovo rialzo dei contagi da coronavirus in Italia. Per quanto la situazione sia attualmente sotto controllo, il diffondersi della variante Omicron e gli inevitabili assembramenti in vista del periodo festivo spingono il governo a prendere le giuste contromisure.
Inevitabili anche cambiamenti per quanto riguarda la prevenzione e il controllo dei contagi nelle scuole, che fanno presupporre un sensibile aumento del ricorso alla didattica a distanza. Di seguito tutte le recenti modifiche.
Stop alla quarantena selettiva. Basta un solo caso
La modifica più importante riguarda le condizioni di attivazione della misura di quarantena per una classe dove viene riscontrato un contagio. Non più quarantena selettiva con due casi (la cosiddetta "Sorveglianza con testing"); abolita anche la prosecuzione dell'attività didattica con un solo caso.
Si torna dunque ad una quarantena rapida e preventiva che viene disposta non appena un singolo soggetto della classe risulta positivo.
Contestualmente viene ovviamente disposta la didattica a distanza, così da salvaguardare la continuità didattica degli studenti. Una procedura che, per quanto a inizio anno scolastico volesse essere evitata il più possibile, appare inevitabile di fronte al rapido mutamento della condizione sanitaria.
L'attivazione della Dad può essere disposta tempestivamente dal dirigente scolastico, nel caso in cui il contagio sia accertato ma ci sia un ritardo o un'impossibilità di intervento da parte dell'ASL preposta.
La situazione sanitaria nelle scuole: numeri e criticità
La modifica sopra discussa è stata notificata in questi giorni alle scuole tramite una circolare ufficiale. All'interno di questa circolare viene riportato l'indice di contagi della settimana 19/11/2021 - 25/11/2021, equivalente a 125 contagi per 100.000 abitanti.
Un valore che, pur non apparendo disastroso, è ben distante dalla soglia di tracciamento ideale di 50 contagi per 100.000 abitanti. La situazione è anche conseguenza della mancata copertura vaccinale dei più piccoli. Rimane comunque contrario al vaccino obbligatorio per questa fascia d'età Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico.
Locatelli concorda infatti con la linea già anticipata dal ministro della Salute Roberto Speranza, il quale rifiuta la possibilità di rendere il vaccino obbligatorio, spingendo piuttosto su una sensibilizzazione delle famiglie riguardo l'importanza del vaccino per preservare la salute e gli spazi sociali dei bambini.
Favorevole alla misura prudenziale anche il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi, mentre puntualizza il sottosegretario alla Salute Andrea Costa che la decisione di tornare a misure di quarantena più rigide è stata presa di comune accordo con le regioni, a fronte non solo dell'aumento dei contagi ma anche di criticità nei procedimenti di segnalazione.
Criticità evidenziate anche dal presidente dell'ANP Antonello Giannelli il quale ha dichiarato che le procedure di testing dei dipartimenti di prevenzione non hanno rispettato la tempestività promessa e necessaria per una corretta rilevazione e per il conseguente contenimento dei contagi.