Reclutamento docenti. La proposta del Ministro Bianchi: lauree abilitanti con 60 cfu in materie pedagogiche
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Il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi ha più volte dichiarato la sua intenzione di riformare il processo di abilitazione e conseguente reclutamento degli aspiranti docenti.
Una possibile soluzione per snellire un aspetto burocratico che da sempre rallenta l'assunzione di nuovi docenti, che potrebbe finalmente essere inserita in decreto già entro fine mese.
Lauree abilitanti e 60 cfu in ambito pedagogico
La cornice di riferimento della riforma è quel PNRR che ha tanto fatto discutere negli ultimi mesi e che prevede tutta una serie di fondi e innovazioni dedicate al mondo dell'istruzione già più volte discusse.
Per quanto riguarda nello specifico i cambiamenti che coinvolgeranno le modalità di reclutamento degli insegnanti il ministro Bianchi sta considerando l'idea di rendere le lauree abilitanti se integrate con 60 cfu da conseguire in ambito pedagogico.
Di questi crediti, 24 andrebbero conseguiti sul campo, tramite un tirocinio che completerebbe l'offerta didattica offrendo all'aspirante docente un assaggio pratico del suo futuro mestiere.
Questa proposta è rassomigliante almodello di abilitazione per i professionisti sanitari, già approvato dal Parlamento.
Inoltre, darebbe all'aspirante docente di scuola secondaria un percorso formativo già fortemente caratterizzato dal punto di vista pedagogico, in maniera similare a quanto accade già per la laurea in scienze della formazione primaria, che è già di per sé un titolo che garantisce l'abilitazione e il conseguente accesso in graduatoria.
Concorso semplificato, precari e riduzione dei crediti
Rimane lo step del concorso che però potrebbe essere riproposto in una versione semplificata nell'ottica della riforma dei concorsi pubblici sostenuta dal ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta. Il concorso dovrebbe verosimilmente essere costituito da una prova scritta a risposta chiusa che darà l'accesso al consueto anno di formazione e prova.
La valutazione positiva di quest'anno transitorio permetterebbe dunque la conferma in ruolo.
Snodo fondamentale della riforma è quello riguardante i precari. I docenti che hanno già prestato servizio potrebbero infatti andare incontro ad una riduzione dei crediti necessari all'abilitazione.
Più precisamente sarebbero abbonati i 24 crediti di tirocinio, portando quindi il totale a soli 36 cfu necessari.
Alternative per i precari
La situazione dei precari rimane comunque oggetto di discussione e lascia delle perplessità sull'opportunità di una riforma come quella appena descritta. Il senatore della Lega Mario Pittoni ad esempio spinge per l'attivazione di un nuovo ciclo di PAS. Bisogna inoltre considerare che i precari sono ancora in attesa del concorso straordinario abilitante, il quale nonostante sia stato bandito nel 2020 non è ancora stato svolto.
A questo proposito, si ipotizza che nei primi mesi del 2022 le prove del concorso possano essere svolte. L'interrogativo sarebbe a quel punto come gestire la transizione dalla vecchia procedura di reclutamento a quella attualmente in discussione, tenendo a mente che sono circa 600.000 i precari in attesa di abilitazione.
Non rimane dunque che attendere lo sviluppo della possibile riforma, in base a quello che accadrà nei prossimi mesi in termini di svolgimento dei concorsi e dibattito politico.