Studente con sindrome di Hikikomori: sentenza del Consiglio di Stato annulla la bocciatura
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Parlare di scuola non vuol dire soltanto valutare gli investimenti, comunicare aggiornamenti sulla Legge di Bilancio e ascoltare le voci dei sindacati. Alla base di tutto, non è possibile dimenticare che il contesto scolastico rappresenta una fase fondamentale per la formazione e per l'inclusione sociale dei suoi studenti.
È recente il caso di un ragazzo di Brescia che soffre di fobia sociale, o sindrome di Hikikomori. Inizialmente non ammesso agli esami di terza media, poi ammesso e infine bocciato, la sua storia e la sentenza del Consiglio di Stato hanno acceso i riflettori sulla faccenda.
Cerchiamo di capire cosa è successo.
Studente con PDP bocciato agli esami: cosa è successo
Dopo la non ammissione all'esame di terza media del giugno 2021, la famiglia aveva fatto ricorso e allo studente era stato permesso di sostenere la prova il 25 agosto.
Tuttavia, l'esame si è svolto con alcuni professori assenti, sostituiti da supplenti che neanche conoscevano i problemi di apprendimento del ragazzo. Inoltre, la durata era stata di un'ora, senza che la commissione analizzasse la tesina, come previsto dal Piano Didattico Personalizzato dello studente. Alla fine, sono arrivate la bocciatura, il ricorso al TAR e la sentenza di quest'ultimo che dà torto alla famiglia.
Il problema qui risiede nel riconoscimento delle difficoltà di un ragazzo, la cui condizione di "hikikomori" e di disagio nelle interazioni sociali non è stata trattata con la dovuta attenzione dall'istituzione scolastica.
Non uno studente svogliato ma - come rilevato dalla relazione della sua psicologa e psicoterapeuta - una persona affetta da una malattia del ritiro sociale. La scolarizzazione, continua la dottoressa, dovrebbe essere il punto di arrivo, in seguito alla presa di coscienza della malattia. Dello stesso avviso il padre del ragazzo, che afferma:
"Un hikikomori non è un lazzarone. È una persona che ha una fobia sociale legata al mondo scolastico e al giudizio degli insegnanti. Ha il diritto di sostenere una prova che tenga conto dei suoi bisogni educativi speciali"
PDP va rispettato: la sentenza storica del Consiglio di Stato
Per fortuna, il pronunciamento del TAR non ha messo il punto sulla vicenda dello studente di Brescia con sindrome di Hikikomori. A inizio novembre il Consiglio di Stato ha pronunciato una sentenza che ha ribaltato il TAR annullando di fatto la bocciatura. Secondo i magistrati, che hanno riconosciuto le difficoltà di apprendimento dello studente, è evidente che l'attuazione del PDP debba prevedere strumenti compensativi e misure dispensative. Come segnalato dall'avvocato della famiglia, peraltro:
"la personalizzazione del processo di apprendimento dello studente/studentessa con DSA e con altri bisogni educativi speciali necessita di strategie di intervento inclusive che non si possono esaurire nella predisposizione di strumenti e misure, ma richiede anche un approccio più generale che incida sull'ambiente di apprendimento e sul rapporto scuola-famiglia."La sentenza del Consiglio di Stato rappresenta quindi un atteso passo avanti nella giusta direzione, ovvero quella del riconoscimento dei bisogni di un ragazzo con sindrome di Hikikomori.
Tuttavia, nella giusta direzione dovrebbe andare anche la scuola soprattutto nei confronti della "fobia sociale" che colpisce centinaia di migliaia di ragazzi nella sola Italia. E, di certo, la pandemia non ha aiutato il loro percorso di studi e di vita.
La scuola dovrebbe aprirsi ai bisogni complessivi dello studente e accompagnarlo nel suo percorso di crescita. Il riconoscimento delle difficoltà di apprendimento - dove documentate, peraltro - dovrebbe costituire soltanto un dovuto inizio.