30 Novembre 2021 News Commenti

Valutazione degli alunni sulle skills non cognitive: il disegno di legge

La povertà educativa, nonché la dispersione scolastica, sono i due argomenti al centro dei dibattiti che si stanno tenendo in questi giorni presso la Camera dei deputati. I vertici così riuniti si stanno domandando come è possibile arginare suddette problematiche se non promulgando una legge che introduca nelle scuole di primo e secondo grado una "didattica delle competenze non cognitive".

UN PROGETTO SPERIMENTALE

Il disegno di legge è stato annunciato da Maurizio Lupi, presidente dell'Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà: si tratterà di un progetto sperimentale della durata di tre anni. Con esso sarà proposto un miglioramento delle relazioni tra docenti e studenti attraverso un metodo didattico interdisciplinare basato sull'autonomia di ogni scuola e di ogni docente coinvolto.

Non si tratterà dunque di introdurre una nuova materia disciplinare né tantomeno di modificare l'attuale assetto curriculare ma tentare un nuovo approccio - sperimentale, appunto - per il recupero "motivazionale degli studenti", anche improntate sui progetti scuola-lavoro o su quelli col terzo settore e col volontariato. Come illustra Valentina Aprea, deputata di Forza Italia, il primo anno di sperimentazione sarà rivolto alla formazione del personale docente:
"L'idea sottostante è che non devono essere sviluppate e valutate solo le competenze di contenuto, che sono soggette ad obsolescenza, ma la persona intera, nella sua capacità di apprendere e di migliorarsi per rispondere alle sollecitazioni".

COSA SONO LE "COMPETENZE NON COGNITIVE"?

Il disegno, così delineato, risuona certamente interessante ai più e largamente accettato dalla maggioranza in sede di dibattiti parlamentare. Tuttavia, quando si parla di "competenze non cognitive" cosa si intende precisamente? Per rispondere a questo interrogativo, proviamo dapprima a fissare il concetto opposto: quello di competenze cognitive.

Le competenze cognitive sono tutte quelle abilità che riguardano la capacità del singolo di processare le informazioni: ci sono pertanto vari tipi di abilità, come quella legata alla memorizzazione, quella logico-verbale, quella di calcolo e quella matematica, ecc. Di contro, le competenze non cognitive sono skills non direttamente collegabili alla capacità di processare le informazioni quanto piuttosto alle peculiarità individuali legate all'indole e al carattere, nonché agli ambiti emotivi e psicosociali. Alcuni esempi potrebbero essere tratti come l'amicalità, la coscienziosità, la proattività.

L'IMPORTANZA DELLE COMPETENZE NON COGNITIVE: LA PAROLA AL PREMIO NOBEL PER L'ECONOMIA

Il piano avanzato da Maurizio Lupi legato alla didattica delle competenze non cognitive avrebbe il duplice vantaggio di implementare le doti non direttamente derivabili dallo studio e di includere anche gli alunni con maggiori difficoltà. Parafrasando le parole espresse sulle competenze non cognitive da parte del Premio Nobel per l'Economia, James Heckman, ricorda come egli abbia:
"dimostrato l'importanza e la decisività delle competenze non cognitive - come l'affidabilità, la capacità di lavorare in gruppo, la perseveranza, l'impegno, la disponibilità ad imparare - nel processo di apprendimento e nel lavoro".

ABBATTIMENTO DELL'ABBANDONO SCOLASTICO

Le attuali sperimentazioni già in vigore in molte altre scuole italiane pare abbiano messo in luce come vi sarebbe una drastica diminuzione del fenomeno dell'abbandono scolastico e dei cosiddetti NEET - giovani non impegnati né nello studio né nel lavoro - scenario presentissimo in Italia, che si attesta perfino tra i Paesi con il più alto tasso.

IL RINGRAZIAMENTO ALLE FORZE POLITICHE: UN "AMPIO ACCORDO"

Sul termine del suo discorso, il parlamentare Lupi ricorda come l'approdo del testo contenente il disegno della didattica integrativa delle competenze non cognitive sia un passo fondamentale per il futuro dei giovani e per lo sviluppo sociale del Paese e passa così a ringraziare le figure politiche che hanno strenuamente creduto e lavorato al progetto:

"E' un passo molto importante, al quale l'Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà ha lavorato per due anni. […] Io devo ringraziare gli onorevoli Aprea, Toccafondi, Casa, Colmellere, Frassinetti, Carelli, per i loro preziosi contributi, e l'onorevole Paolo Lattanzio, relatore della legge, per il suo lavoro di tessitura e armonizzazione della sensibilità delle varie forze politiche".
Infine Lupi ha tenuto a sottolineare come in sede di dibattiti parlamentari ci sia stato un "ampio accordo trasversale", lasciando ad intendere che vi siano buoni presupposti per l'approvazione del progetto.

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