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Un bidello accusato di molestie è stato assolto in quanto il palpeggiamento sarebbe durato solo dieci secondi. Sui social virale il trend #10secondi. it-IT Editoriale 2023-07-12T16:44:03+02:00
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Bidello assolto per molestie a scuola: la solidarietà dei social con il trend #10 secondi.  

Un bidello accusato di molestie è stato assolto in quanto il palpeggiamento sarebbe durato solo dieci secondi. Sui social virale il trend #10secondi.

Simone Esposito
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In questi giorni sta avendo molta risonanza la notizia dell’assoluzione di un bidello sessantaseienne che è stato assolto dopo essere stato accusato di molestie sessuali da una studentessa, ai tempi dell’accaduto, ancora minorenne.

L’assoluzione si basa sul fatto che il palpeggiamento ai danni della diciassettenne sarebbe durato “Meno di dieci secondi”. Per quanto assurdo infatti, la sezione penale del tribunale di Roma ha deciso che quanto fatto dal collaboratore scolastico non è considerabile molestia sessuale, data la scarsa durata temporale e un presunto “Intento scherzoso”.

Bidello assolto dall’accusa di molestie sessuali. La vittima parla di decisione assurda

La vittima delle molestie ha oggi rilasciato le sue dichiarazioni. Parole comprensibilmente piene di delusione e sfiducia nei confronti delle istituzioni, che appaiono francamente indifendibili.

La ragazza afferma infatti che la decisione è assurda, come è assurdo derubricare una molestia sessuale a “Scherzo”. Di seguito le sue affermazioni:

“Per i giudici c’è stato un intento scherzoso? Il bidello mi ha preso alle spalle senza dire nulla. Poi mi ha infilato le mani dentro i pantaloni e sotto gli slip, mi ha palpeggiato il sedere e poi mi ha tirato su tanto da farmi male alle parti intime. Questo, almeno per me, non è uno scherzo”

E ancora:

“Si scherza in due e qui il bidello ha fatto tutto da solo. Non è questo il modo in cui un anziano scherza con una ragazzina di diciassette anni. Almeno secondo me. Ho provato tanta rabbia. Questa non è giustizia. Inizio a pensare di aver sbagliato a fidarmi delle istituzioni perché mi sono sentita tradita due volte: prima a scuola, dove è successo quello che è successo; poi dal tribunale”

Il caso rischia inoltre di creare un precedente tale da far pensare a tante altre studentesse che sarebbe inutile denunciare in casi simili. Se il tempo di palpeggiamento diventa un criterio di giudizio, come si può dimostrare di essere state vittima di molestie sessuali?

La sentenza è davvero scandalosa e non fa che rimarcare quanto molto spesso le donne, anche quando minorenni, fanno fatica a fare valere la propria posizione in sede legale. Una volta sono i dieci secondi, un’altra volta un presunto consenso, la battutina maliziosa o l’abbigliamento discutibile. La paura della ragazza che ha subito le molestie da parte del bidello è che alla fine si trovi sempre un motivo per giustificare l’accaduto.

Solidarietà verso la ragazza. Dalla scuola ai social: il trend #10secondi è virale

Intanto i social si schierano con la ragazza: Michela Murgia, Chiara Ferragni, Giorgia Soleri, Francesco Cicconetti, Ludovica Coscione e tante altri influencer con grande seguito hanno infatti preso apertamente le parti della studentessa.

In particolare, l’attore Paolo Camilli ha lanciato un trend con l’hashtag #10secondi che sta diventando virale. Nel video, l’attore si tocca il petto per 10 secondi, cronometrati, per mettere in mostra quanto un lasso di tempo del genere sia solo apparentemente breve. Una trovata semplice ma d’effetto, che fa capire – qualora ce ne fosse bisogno – quanto la durata temporale non può essere un discrimine per classificare un atto come molestia sessuale.

Solidarietà anche dalla Rete degli Studenti Medi che ha dichiarato quanto segue:

“Siamo indignati dalla motivazione della sentenza di nuovo una molestia non viene riconosciuta in quanto tale per una motivazione assurda, stavolta addirittura in virtù della sua durata. Vogliamo sentirci sicure in ogni luogo, e in particolare a scuola che dovrebbe insegnare a riconoscere e abbattere le violenze di genere e le discriminazioni; invece, ancora una volta questo non succede, e anzi gli edifici scolastici diventano teatro di molestie neppure riconosciute e punite”

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