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Il nome di Giuseppe Valditara all'istruzione fa già discutere, tra l'introduzione del merito nel nome del ministero fino alla questione stipendi. Le reazioni. it-IT Editoriale 2022-10-25T14:58:07+02:00
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Dall'adeguamento degli stipendi alla polemica sul "Merito", le prime sfide di Giuseppe Valditara, nuovo Ministro dell'Istruzione

Il nome di Giuseppe Valditara all'istruzione fa già discutere, tra l'introduzione del merito nel nome del ministero fino alla questione stipendi. Le reazioni.

Redazione Universo Scuola
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Giuseppe Valditara è il nuovo ministro dell'Istruzione del governo guidato da Giorgia Meloni. Con il suo insediamento, il Ministero ha cambiato il suo nome ufficiale, divenendo il "Ministero dell'Istruzione e del Merito".

L'introduzione della parola merito in diretto collegamento all'istruzione ha già generatodiverse polemiche e nel mentre Valditara si trova a dover gestire da subito la questione dell'aumento degli stipendi per i docenti, collegata al rinnovo del contratto scuola, lasciata in eredità dal vecchio governo.

"Merito" è un termine divisivo, che va contro l'idea di scuola inclusiva

Maurizio Landini della Cgil è tra i principali detrattori del cambio nome del Ministero dell'Istruzione. Secondo Landini infattiil merito è un concetto che avvicina ulteriormente l'identità della scuola a quella di un'azienda e va a rafforzare le disuguaglianze.

La scuola dovrebbe essere piuttosto un luogo che garantisce giustizia sociale e universalità dei diritti, mettendo tutti gli studenti nelle condizioni di avere le stesse possibilità, mentre troppo spesso purtroppo le posizioni di partenza tra i vari ragazzi sono molto diverse.

Più sfumata la posizione della Cisl, che si affida alle parole del suo segretario generale. Secondo Luigi Sbarra il concetto di merito non è da rifiutare in toto, ma esso deve venire applicato in maniera coerente all'articolo 34 della Costituzione, applicando un principio che metta i meritevoli nella condizione di raggiungere i massimi gradi dell'istruzione e della formazione a prescindere dalle condizioni economiche di partenza.

Va bene parlare di merito dunque, ma solo a condizione che non si perdano di vista valori come l'uguaglianza e l'inclusività. È quello su cui si concentra l'ex presidente del Pd Rosy Bindi, che sottolinea proprio come "Inclusione" sarebbe stato un termine migliore da affiancare a "Istruzione", perché la scuola non può essere per definizione selettiva.

Non solo sindacati e politici: docenti, educatori e giornalisti contro Valditara

Le critiche sulla nomina di Valditara piovono anche da chi ha a che fare direttamente con l'educazione. Se il presidente dell'ANP Antonello Giannelli apprezza l'attenzione dedicata al merito, gran parte del personale educativo si schiera contro il cambio nome del ministero.

Daniele Novara, illustre pedagogista italiano ha ad esempio rimarcato come il merito non sia di fatto un concetto pedagogico e si porta dietro una storia negativa, in quanto negli anni Settanta veniva usato in opposizione ai cambiamenti scolastici, che spingeva verso un livellamento contrario alle disuguaglianze.

Novara cita Lettera a una professoressa, dove si afferma che non si può fare parti uguali fra disuguali; bisogna lavorare per riuscire a fornire posizioni di partenza uguali per tutti e nella disuguaglianza, valutare tenendo conto delle differenti condizioni iniziali.

Sulla stessa scia Raffaele Mantegazza, pedagogista dell'università Bicocca di Milano, che in più pone l'attenzione sul problema della misurazione.Come si può infatti quantificare il merito a scuola? Il rischio è quello di adeguarsi a un sistema calato dall'alto che trasformi la scuola in un gioco a quiz. L'idea stessa di premiare i migliori va contro l'idea di una scuola che possa far crescere i ragazzi insieme, ognuno con le proprie capacità.

Una critica arriva anche dalla fondazione Don Lorenzo Milani, che si dichiara dubbiosa sull'accostamento merito-istruzione. Proprio Don Lorenzo Milani aveva fatto in modo da rendere tutti meritevoli, mentre questo governo rischia di nascondersi dietro la meritocrazia per rafforzare un sistema socioeconomico competitivo e che acuisce le disuguaglianze in favore del successo.
Ludovico Arte, dirigente dell'Itt Marco Polo di Firenze invita invece a fare una distinzione, in quanto di merito si può parlare sia per il personale scolastico che per gli studenti. Mentre nel secondo caso è inaccettabile, in quanto ogni ragazzo ha i suoi talenti, non è secondo lui sbagliato affrontare la questione del merito in relazione al lavoro nelle scuole.

Infine, Alex Corlazzoli, docente ma anche giornalista de Il Fatto Quotidiano si dice amareggiato dal fatto che per l'ennesima volta al ministero dell'Istruzione non siederà una personalità facente parte del personale educativo o scolastico. L'introduzione del merito denota infatti una scarsa sensibilità, conseguenza della non appartenenza al mondo della scuola.

Una voce fuori dal coro: Carlo Calenda favorevole all'introduzione del concetto di merito

Una voce concorde arriva a sorpresa dall'opposizione. Carlo Calenda, leader di Azione, sostiene infatti che il merito sia l'antidoto ad una società classista e che si appiattisce sull'ignoranza. Certo, bisogna capire come realizzare il merito e le valutazioni, ma non rifiutarlo per principio.

Calenda definisce dunque la posizione di Landini antistorica, incredibile, trovando assurdo che il segretario del principale sindacato di un paese come l'Italia si schieri contro il merito per motivi ideologici. In più il politico rincara la dose, accusando la Cgil di essere stata, negli ultimi anni, un freno per la modernizzazione del paese.

La prima sfida di Valditara: il rinnovo del contratto e l'aumento degli stipendi

Un inizio tra le polemiche dunque per Giuseppe Valditara che si trova intanto a dover affrontare il primo problema del suo mandato: il contratto scuola da rinnovare e gli stipendi del personale da aumentare per combattere la crisi.

Il contratto scuola è infatti scaduto da più di 45 mesi, caso unico nella Pubblica Amministrazione e la procedura di rinnovo non si trova nemmeno alla fase decisiva.

Continuano infatti a esserci polemiche sul piano economico, con l'ex ministro Patrizio Bianchi che si era trovato a dover spostare 340 milioni precedentemente destinati alla valorizzazione della professione del docente, ai fondi per il rinnovo del contratto.

I 340 milioni, che sono già di per sé una soluzione d'emergenza, sono comunque bloccati in attesa del parere del Ministero dell'Economia, probabilmente frenato dai tanti dubbi che circondano questa soluzione.

Si ricorda che il rinnovo del contratto scuola riguarda più di 1,2 milioni di professionisti dell'istruzione, tra docenti e personale Ata. Il costo dell'operazione è tra quelli più onerosi per le finanze dello Stato: 2 miliardi per il rinnovo più 5 miliardi di arretrati.

Da capire l'intenzione di Valditara che potrebbe continuare sulla strada della riallocazione dei fondi o andare allo scontro con i sindacati in attesa di un'altra soluzione.

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