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Consentire agli alunni disabili di svolgere lezione in presenza quando tutto il resto della classe è in DAD può definirsi "inclusione scolastica"? Secondo la lettera aperta inviata dalle associazioni al ministero, la risposta è "no". it-IT Editoriale 2021-03-16T11:33:20+01:00
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Alunni BES e didattica in presenza anche in Zona Rossa: misura di inclusione o ritorno alle classi differenziali?

Consentire agli alunni disabili di svolgere lezione in presenza quando tutto il resto della classe è in DAD può definirsi "inclusione scolastica"? Secondo la lettera aperta inviata dalle associazioni al ministero, la risposta è "no".

Redazione Universo Scuola
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L'articolo 43 del DPCM 2 Marzo 2021 ha confermato una misura relativa agli alunni disabili già prevista nei precedenti Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri. Nello specifico si parla di garantire le lezioni in presenza per gli alunni bes anche in zona rossa, quando il resto della classe dovrebbe fare lezione in Didattica a Distanza "in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l'effettiva inclusione scolastica".

A sottolineare questa decisione è arrivata anche la Nota operativa n° 662 del Ministero dell'Istruzione che richiede ai dirigenti e alle istituzioni scolastiche di rendere effettivo il principio di inclusione valutando di:
coinvolgere nelle attività in presenza anche altri alunni appartenenti alla stessa sezione o gruppo classe - secondo metodi e strumenti autonomamente stabiliti e che ne consentano la completa rotazione in un tempo definito - con i quali gli studenti BES possano continuare a sperimentare l'adeguata relazione nel gruppo dei pari, in costante rapporto educativo con il personale docente e non docente presente a scuola

Alunni BES in presenza in zona rossa: si rischia la "ghettizzazione"?

Sulla carta viene presentata come una misura ispirata dai principi dell'inclusione scolastica ma, all'atto pratico, è realmente applicabile? Lasciare il potere decisionale agli organi collegiali è una chiara manifestazione della tanto decantata autonomia scolastica ma questi ultimi, nell'organizzare la didattica in presenza, non sempre hanno messo in atto (almeno non uniformemente in tutte le istituzioni) un sistema organizzativo realmente inclusivo. Un numero consistente di alunni bes o con disabilità si sono ritrovati a fare lezione da soli con i loro docenti di sostegno, senza la presenza dei loro compagni o degli altri docenti della classe che, dal canto loro, erano impegnati in DAD.

Un numero limitato di testimonianze parlano anche di casi in cui un diversi alunni disabili svolgono lezioni tutti nella stessa classe, si tratta di un numero veramente esiguo di casi, non tale da far pensare ad un ritorno alle classi differenziali risalenti all'inizio del XX secolo che, fortunatamente, la riforma sull'integrazione ha eliminato.

Alunni disabili in presenza: Cosa ne pensano le associazioni?

Il parere delle associazioni dei disabili non tarda ad arrivare tramite una lettera aperta indirizzata al Ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, e alla Ministra per le Disabilità, Erika Stefani. Nella lettera si raccoglie il parere di diverse associazioni, tra cui:

  • il Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno;
  • Uniti per l'Autismo;
  • Autismo Abruzzo Onlus;
  • Associazione Prader Willi Lombardia;
  • A.S.S.I. Gulliver;
  • Associazione Sindrome di Sotos Italia;

Tutte queste associazioni ritengono la situazione molto grave e lesivo poichè, l'alunno disabile:
ha il diritto di imparare a crescere e di apprendere insieme ai coetanei in contesti inclusivi aperti e non all'interno di ‘classi ghetto'Si chiedono dove sia realmente l'inclusione nel momento in cui si sceglie di operare distinzioni in base ad "etichette ed acronimi", proponendo soluzioni che, probabilmente, sono ben peggiori del problema perchè in aperto contrasto con i principi e le indicazioni pedagogico-culturali. La lettera accusa direttamente:
L'incapacità di crescere, fra diversi, nello stesso contesto sociale e insistendo nel separare ‘i capaci dai meno capaci'. Cosa chiedono le associazioni al Ministro dell'Istruzione e a quello della Disabilità? La richiesta è semplice: rendere l'attività in presenza dell'alunno disabile un'esperienza veramente inclusiva. Come fare tutto ciò? Anche qui le associazioni hanno le idee chiare e propongono, nel rispetto delle norme di sicurezza di dare indicazioni ben precise alle scuole per far che le lezioni in presenza degli alunni disabili si svolgano con la partecipazione dei compagni di classe e dei docenti. Si chiede quindi:
la frequenza, per ciascuna classe, di un piccolo gruppo eterogeneo di alunni, fra cui anche l'alunno con disabilità, con la presenza, secondo il proprio orario, di tutti i docenti della classe, ovvero delle figure professionali coinvolte

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