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Valditara trova nuove risorse per aumentare lo stipendio di docenti e ATA nel 2023. I sindacati ricordano che i 150 milioni sono solo un primo passo. it-IT Editoriale 2022-11-28T13:12:31+01:00
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Aumento stipendio docenti e ATA: Valditara trova 150 milioni di euro. I sindacati si aspettano un ulteriore sforzo

Valditara trova nuove risorse per aumentare lo stipendio di docenti e ATA nel 2023. I sindacati ricordano che i 150 milioni sono solo un primo passo.

Redazione Universo Scuola
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Novità per quanto riguarda l'aumento stipendio di docenti e personale ATA. Dopo essere stato al centro di numerose polemiche, il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara trova infatti 150 milioni di euro da dedicare all'incremento stipendiale. Tiepida la reazione dei sindacati: 150 milioni sono un primo passo sicuramente apprezzabile, ma la cifra necessaria all'aumento a tre cifre promesso dal Ministero è di circa il doppio.

Aumento stipendi docenti e ATA: la manovra 2022 del Governo Meloni

Il ministro Valditara si è reso in questi primi mesi di governo Meloni protagonista dello sblocco della situazione legata al rinnovo contrattuale del comparto scuola. In accordo con i sindacati infatti sono stati subito erogati i fondi già presenti e gli arretrati (in busta paga già a dicembre) e si lavora per nuove risorse per il 2023. La manovra 2022 varata dal Governo Meloni in legge di bilancio prevede infatti, nonostante le aspettative non fossero delle migliori, un tesoretto di circa 500 milioni, 150 dei quali dedicati all'aumento del personale docente e ATA.

Proprio in occasione della discussione della legge di Bilancio Valditara ha evidenziato la necessità di restituire al docente l'autorevolezza che merita per il ruolo svolto. Il riconoscimento economico è uno step imprescindibile, nonché un chiaro segnale politico.

Soddisfazione inoltre per avere mantenuto l'impegno preso precedentemente con i sindacati, con i 2mila euro di arretrati a dipendente e conseguente aumento stipendiale di 124 euro al mese.

La reazione dei sindacati: per i 124 euro mensili servono altri 150 milioni

Pronta la reazione dei sindacati, che tornano sulla questione dell'aumento a tre cifre, ovvero i 124 euro citati esplicitamente dal ministro Valditara. Attualmente le risorse erogate infatti non sono sufficienti per raggiungere quest'ultimo obiettivo, che necessita di circa 300 milioni di euro. I sindacati promettono dunque di tornare a battere per cassa per l'erogazione dei fondi mancanti, così da concludere una volta per tutte la trattativa relativa al contratto 2019/21, prima di iniziare quelle per il nuovo rinnovo del CCNL.

Al momento rimane dunque valido l'accordo del 10 novembre, che ha sancito:

  • L'anticipazione riferita alla parte economica dell'accordo;
  • La disponibilità di 100 milioni di euro (85,8 milioni destinati ai docenti e 14,2 al personale ATA) per la retribuzione accessoria relativa all'anno 2022;
  • L'erogazione di 89,4 milioni di euro per l'incremento del personale docente e 14,2 per quello del personale ATA;
  • L'impegno nel ritrovare nuove risorse finanziare, comprese quelle in manovra di bilancio 2023, per la retribuzione del personale scolastico.

Previsioni per il futuro: da dove prendere i 150 milioni mancanti?

La situazione rimane comunque complicata. Con il governo impegnato a fronteggiare il caro bollette e la crisi energetica, è infatti difficile immaginare un impegno particolarmente consistente nel ritrovare le risorse promesse.

La coperta, insomma, è corta. Un'ipotesi è quella di tornare a guardare al fondo del MOF. Una soluzione a cui aveva pensato anche l'ex ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi, prima della fine del governo Draghi.

In assenza di altri fondi aggiuntivi, e per non venire meno alla parola data ai sindacati e ai professionisti della scuola, Valditara potrebbe rivolgersi al collega di governo Giorgetti, chiedendo di rendere disponibili quelle risorse. La situazione rimane dunque in costante aggiornamento, sperando in un esito delle trattative nei primi mesi del nuovo anno.

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