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Arriva l'ok per il ddl autonomia differenziata. La riforma arriverà in Consiglio dei ministri, ma alcune regioni continuano a opporsi. Cosa accade ora. it-IT Editoriale 2023-06-28T17:32:27+02:00
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Autonomia differenziata. Le Regioni danno l'ok, tranne Toscana, Campania, Puglia ed Emilia-Romagna. Tutte le news

Arriva l'ok per il ddl autonomia differenziata. La riforma arriverà in Consiglio dei ministri, ma alcune regioni continuano a opporsi. Cosa accade ora.

Simone Esposito
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Nuovi sviluppi per quanto riguarda il ddl autonomia differenziata fortemente voluto dal Ministro Calderoli. È arrivato infatti l'ok da buona parte delle regioni, che porterà quindi alla discussione del disegno di legge in Consiglio dei ministri.

Non tutte le regioni sono tuttavia d'accordo: Toscana, Campania, Puglia ed Emilia-Romagna continuano ad opporsi alla proposta del ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie. Di seguito tutte le news.

Autonomia differenziata e regionalizzazione: cosa accade ora

Il via libera della Conferenza unificata rispetto al disegno di legge di attuazione dell'autonomia differenziata porta dunque avanti l'iter di approvazione della riforma. Il testo tornerà dunque in Consiglio dei ministri forte del consenso delle regioni, per poi andare in Parlamento.

Contestualmente sarà istituita una Cabina di regia per fissare i Livelli Essenziali di Prestazione entro la fine del 2023. Una volta compiuto questo passaggio il Consiglio dei ministri emetterà un Dpcm che sarà valutato prima dalla Conferenza unificata e dal Parlamento, poi dai ministeri di competenza e infine negoziato con le regioni.

Prima dell'approvazione definitiva da parte del Consiglio dei ministri, l'intesa definitiva sarà siglata da Palazzo Chigi e approvato dalle singole regioni.

I pareri favorevoli. Calderoli entusiasta dell'approvazione della riforma

Calderoli mostra soddisfazione per come si sono svolte le trattative per la riforma sull'autonomia regionale. I lavori sono stati contrassegnati da rapidità, semplicità, efficienza ed efficacia. Il ministro sottolinea inoltre che altre eventuali proposte potranno essere presentate come "Proposte emendative" durante l'esame parlamentare. L'entusiasmo di Calderoli è condiviso dai Governatori di centro-destra che da sempre hanno sostenuto la riforma. Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia sostiene che la regionalizzazione è un provvedimento fondamentale per migliorare il funzionamento dello Stato e valorizzare le differenze territoriali, così da poter fornire risposte più efficaci ai cittadini.

Della stessa opinione il presidente della Regione Veneto Luca Zaia che reputa la riforma un momento importante per dare compimento al dettato costituzionale.

Quattro regioni si oppongono. Le perplessità di Toscana, Campania, Puglia ed Emilia-Romagna

Come anticipato, non tutte le regioni hanno accolto con favore la proposta di legge sull'autonomia differenziata. Il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini parla di passo falso del Governo, che ha preferito rompere il fronte istituzionale piuttosto che ritirare il testo in attesa di una ridiscussione tra Regioni, Province e Comuni.

Ritiro chiesto anche da Puglia, Campania e Toscana. I presidenti di queste regioni sostengono infatti che il disegno di legge vada a dividere l'Italia, negando diritti basilari, universali ed essenziali a un trattamento uniforme dei cittadini del paese.

La beffa ulteriore risiede nell'allineamento dei governatori delle regioni del Sud che, per coerenza con il loro schieramento politico, starebbero danneggiando le loro comunità, sposando delle posizioni penalizzanti nei confronti del Mezzogiorno.

Sottolinea in particolare Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, che:
"Si rischia di avere a breve un Paese nel quale un'impresa, una famiglia, un cittadino, muovendosi sul territorio nazionale rischia di avere come interlocutore, per materie importantissime, a volte lo Stato e a volte le Regioni, sia dal punto di vista legislativo, che amministrativo"

Regionalizzazione e autonomia differenziata: cosa accade alla scuola

Nonostante con l'autonomia regionale, le Regioni riceveranno potere in merito a materie riguardanti diritti civili e sociali, molte prerogative rimarranno dello Stato. Per quanto riguarda la scuola ad esempio, la singola Regione non potrà modificare né il programma didattico né le attività di insegnamento.

L'autonomia inciderà piuttosto sull'aspetto organizzativo, per cercare di garantire ad esempio l'inizio dell'anno scolastico con tutti i docenti in cattedra sin dal primo giorno.

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