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Il caro energia colpisce i servizi dei comuni e delle regioni, compresi quelli che riguardano la scuola: quali sono i rischi per l’ultima parte dell’anno e cosa si può fare? it-IT Editoriale 2022-10-06T10:45:48+02:00
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Caro energia, si rischia la chiusura di servizi scolastici e non: l’allarme di comuni e regioni sulle bollette

Il caro energia colpisce i servizi dei comuni e delle regioni, compresi quelli che riguardano la scuola: quali sono i rischi per l’ultima parte dell’anno e cosa si può fare?

Redazione Universo Scuola
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La questione del caro energia anima ormai da diverse settimane il dibattito pubblico. Argomento toccato in campagna elettorale, inserito nel Decreto Aiuti Bis e nel Decreto Aiuti Ter, sfiorato dai partiti, in realtà non riguarda soltanto il quadro nazionale.

Le bollette sempre più alte costringono le aziende a chiudere e obbligano anche i comuni a correre ai ripari, con conseguenze che influiscono anche sulla scuola.

Serve almeno un miliardo di euro: l'allarme dell'ANCI sul caro bollette

Come accennato in introduzione, il caro energia ha colpito diversi settori ed enti locali. Fra questi, molti comuni sono già oltre il livello di tensione per quanto riguarda il costo delle bollette.

Secondo il presidente dell'ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani, Antonio Decaro, il rischio è il
"buio completo e l'azzeramento delle garanzie per le fasce sociali più deboli, senza dimenticare la situazione da acqua alla gola di imprese e negozi"
Il Governo Draghi, ormai dimissionario, ha stanziato 820 milioni di euro per dare una mano alle casse dei municipi. Si tratta però di fondi che sarebbero già stati utilizzati, e si parla anzi di spese per oltre un miliardo e mezzo di euro.

Per il Delegato alla Finanza Locale dell'ANCI Alessandro Canelli serve un provvedimento da almeno un miliardo di euro nella prossima legge di bilancio. L'alternativa per contenere gli aumenti dell'energia, che nessuno auspica, sarà quella di:

  • dover fermare i tram;
  • spegnere l'illuminazione su parti delle città;
  • tenere spente le luci sui monumenti;
  • tagliare i riscaldamenti in uffici pubblici e scuole.

Quali che siano i provvedimenti adottati dal nuovo esecutivo nella legge di bilancio, è ormai assodato che il caro energia rappresenta una delle priorità. A discapito, per esempio, di altre questioni come il rinnovo del contratto scuola.

A rischio servizi e mense scolastiche: la situazione dei comuni sempre più drammatica

Nell'attesa che si formi il nuovo governo a guida Meloni, aumentano le denunce e gli esposti dei sindaci sul caro energia. Per il sindaco di Pesaro Matteo Ricci,
"la situazione per i comuni italiani è drammatica. Il governo uscente e quello entrante collaborino per trovare velocemente una soluzione. I costi sono quadruplicati. Pesaro è passata da una spesa energetica di 1,2 milioni a 4,5 milioni."
D'altronde, riconosce Ricci, spegnere l'illuminazione comunale non fa risparmiare chissà quanto e rende le città più insicure. Insomma: sarebbe la classica foglia di fico.

Diversa la reazione del sindaco di Bari Sardo (Nuoro) Ivan Mameli, che ha presentato un esposto contro ignoti proprio per i rincari dell'energia. Il mese scorso, Mameli ha già dovuto tagliare l'illuminazione pubblica del 30% con un'ordinanza, cancellare interventi di manutenzione stradale e ridurre alcuni servizi ai cittadini.

Non si tratta però soltanto di questo. Si rischiano anche la sicurezza pubblica, per il venire meno della coesione sociale, nonché le chiusure di mense dell'asilo e servizi delle scuole.

Tagli a sanità e trasporto pubblico scolastico: le regioni lanciano l'allarme

Non solo i comuni soffrono il caro energia: anche le Regioni lanciano l'allarme per i prossimi mesi. Fra i rischi, c'è quello di un taglio imprevisto della spesa per la sanità. Con la mancanza di copertura totale per le spese Covid, infatti, non è possibile preventivare quale sarà l'impatto dei rincari sulle bollette.

D'altronde, quello sulla sanità non è l'unico taglio, anzi. Un ulteriore risparmio sui carburanti e sul trasporto pubblico andrebbe a influire anche sui servizi a studenti e personale scolastico.

In un quadro così delineato, non sono contemplate soluzioni definitive quanto dei meri palliativi. I governatori delle regioni propongono infatti al governo:

  • un tetto nazionale per il prezzo del gas, meglio se europeo;
  • la valutazione di uno scostamento di bilancio;
  • di separare il prezzo dell'energia da quello del gas;
  • l'estensione della rateizzazione delle bollette scadute a giugno.

La situazione non è delle migliori e ha in sé tutte le premesse per peggiorare. Di fronte ai rischi che il caro energia comporta per tutti i servizi pubblici e per la scuola, diventa fondamentale un'azione di governo puntuale ed efficace.

Sul quando avverrà, si dovranno attendere i tempi della politica. Che purtroppo non sono gli stessi di un tessuto sociale sempre più rarefatto.

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