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Anche per l’anno scolastico si presenterà il problema delle classi pollaio nelle scuole superiori: fra decreti e legge di bilancio, su Valditara piovono critiche dai sindacati del comparto scuola. it-IT Editoriale 2023-08-11T12:13:10+02:00
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Classi pollaio anche per l’anno scolastico 2023/2024: critiche dai sindacati di docenti e dirigenti

Anche per l’anno scolastico si presenterà il problema delle classi pollaio nelle scuole superiori: fra decreti e legge di bilancio, su Valditara piovono critiche dai sindacati del comparto scuola.

Gianmarco Bonomo
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Il Decreto Interministeriale n. 90/2023 ha stabilito quali sono le regole per la formazione delle classi dell’anno scolastico 2023/2024.

Tanto il decreto quanto la legge di bilancio pongono l’accento sulle classi in deroga alle dimensioni previste, con il conseguente rischio di classi pollaio anche per il prossimo anno. E una polemica con i sindacati del comparto scuola.

Facciamo il punto della situazione.

Formazione delle classi: il numero massimo di alunni consentiti

Come lo stesso decreto del MIM e del MEF richiama, per l’anno scolastico 2023/2024 possono essere costituite classi in deroga alle dimensioni previste dal DPR n. 81/2009. Queste classi possono avere:

  • un massimo di 25 alunni, per la scuola primaria;
  • un massimo di 26 alunni, per la scuola secondaria di primo grado;
  • un massimo di 27 alunni, per la scuola secondaria di secondo grado.

Ciò vuol dire che, se è possibile costituire classi con un numero inferiore di alunni, è molto probabile che altre classi avranno più studenti.

Meno presente nella scuola primaria e nella scuola secondaria di primo grado, è nella scuola secondaria di secondo grado che il problema delle classi pollaio è molto più presente.

Con la formazione delle classi in deroga ai numeri, le scuole superiori vedranno classi prime con più di 27 alunni, spesso 30 o 31. Certo, negli anni successivi il problema si alleggerisce per bocciature e cambi di istituto, ma rimane e va affrontato in quanto tale.

Il Sole 24 Ore riporta come, nell’anno scolastico 2022/2023, su 25 mila classi prime della secondaria di secondo grado quasi 2500 avevano un numero di studenti fra 28 e 32. Si parla quindi del 10%, una percentuale fin troppo alta per essere ignorata.

Classi in deroga ai numeri previsti: organico docenti per il 2023/2024

Le classi in deroga previste vengono autorizzate in funzione degli indicatori di status sociale, economico e culturale, nonché di dispersione scolastica e di spopolamento.

Il DI n. 90/2023 chiarisce qual è il valore, la finalità e il peso relativo di questi indicatori per l’anno scolastico 2023/2024. Inoltre, allega anche una tabella con la previsione della quota massima del personale docente determinata in numero di posti da destinare alle classi costituite in deroga.

quota docenti classi in deroga

Come si vede, il numero massimo sul territorio nazionale è di circa 6000 unità, quota inferiore agli oltre 8 mila dell’anno scolastico precedente.

 

Si riducono le scuole e si aumentano le classi pollaio: le critiche dei sindacati al Governo

La risposta al decreto da parte dei sindacati non si è fatta attendere, e non è stata per nulla positiva. Per Gianna Fracassi, segretaria FLC CGIL, il governo usa il PNRR per tagliare autonomie e non alunni:

Una delle riforme previste nel PNRR era ridurre il numero di alunni per classe, invece si riducono le autonomie scolastiche e non si riducono gli alunni. Cioè si usa l’alibi del PNRR per tagliare. Ma il dimensionamento previsto come riforma del PNRR non c’entra nulla con quanto sta facendo Valditara che è aggiuntivo a quanto già determinato.

Simile anche la critica al Governo della CISL Scuola. Secondo il segretario nazionale Attilio Varengo aumentano gli alunni ma gli organici sono identici all’anno scorso, al netto di un incremento di quelli di sostegno.

E piovono critiche anche da parte dei Dirigenti Scolastici e dell’ANP. Per ANP Lazio e ANP Roma, il problema delle classi pollaio nell’anno scolastico 2023/2024 sarà lo stesso dell’anno precedente:

Ci dovrebbe essere minor affollamento nei trienni delle superiori, essendo aumentato sia pur di poco l’organico di fatto. Ma rimane il problema degli studenti del primo che volessero cambiare scuola rispetto alla scelta di gennaio: nelle grandi città hanno difficoltà a cambiare tipologia di istituto, proprio per il sovraffollamento.

Insomma, la situazione attuale delle classi pollaio non è di certo improvvisa né rappresenta una sorpresa. Richiede tuttavia che le istituzioni scolastiche e, soprattutto, governative prendano sul serio il problema e lo risolvano. Nella speranza di non dover ribadire le stesse cose fra un anno.

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Gianmarco Bonomo

Scrivo da sempre e, se contiamo anche i temi delle scuole elementari, anche da prima. Negli anni ho unito la mia passione per la scrittura a quella per i meccanismi della comunicazione, che ho tradotto nel mio lavoro di SEO Copywriter e autore in diversi campi. Mi piace approfondire le tematiche che riguardano il mondo della scuola e che vanno dai risvolti politici alla cultura, dagli approfondimenti normativi al racconto quotidiano delle novità scolastiche.

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