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Ancora polemiche tra Bianchi e Azzolina sulle modalità del concorso ordinario. Novità anche sul ricorso e su presunte irregolarità in aula. it-IT Editoriale 2022-04-08T17:41:08+02:00
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Concorso ordinario, le polemiche non si fermano. Botta e risposta Bianchi-Azzolina, in Puglia il Codacons pronto al ricorso

Ancora polemiche tra Bianchi e Azzolina sulle modalità del concorso ordinario. Novità anche sul ricorso e su presunte irregolarità in aula.

Redazione Universo Scuola
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Il concorso ordinario per gli aspiranti docenti di scuola secondaria continua ad essere un argomento caldo. Con le prove scritte ancora in fase di svolgimento, arrivano ogni giorno nuove testimonianze di malcontento e presunte irregolarità.

Ad accentuare una situazione già tesa di suo, arriva anche un botta e risposta a distanza tra il ministro dell'Istruzione Bianchi e l'ex ministra Azzolina. Ecco tutte le novità.

Bianchi Vs Azzolina. Scontro sulle responsabilità del concorso

Piovono critiche sulle modalità concorsuali. I migliaia di aspiranti docenti coinvolti nella prova scritta computer based non hanno digerito il test a crocette e l'alta percentuale di bocciati fa riflettere sull'effettiva validità della tipologia di compito scelto.
Il ministro Bianchi si è unito al malcontento generale, criticando l'eccessivo nozionismo che ha caratterizzato la prova scritta. Per il ministro la modalità del concorso sarebbe infatti un'eredità del precedente governo - ricordiamo che bando risale al 2020 - di conseguenza la responsabilità del governo Draghi sarebbe solo quella di avere realizzato concretamente qualcosa di già stabilito.
Ferma la risposta dell'ex ministra Azzolina, che ricorda come il concorso fosse pensato per articolarsi in due prove scritte e un colloquio orale, più un eventuale prova selettiva.
La doppia prova scritta, con risposte aperte, avrebbe verificato la preparazione dei candidati sia sulle discipline di insegnamento, sia sulle conoscenze relative ai 24 cfu, con domande a risposta aperta.
Le domande a risposta multipla sono state invece mutuate da quanto si trova nel Decreto Sostegni Bis, art.59 comma 10, che ha introdotto le modalità semplificate per i concorsi ordinari, per snellire le procedure in questo complicato periodo pandemico.
Appaiono dunque inesatte le parole del ministro Bianchi, in quanto pur essendo stato il concorso bandito da un governo precedente, le modalità sono state cambiate proprio dal governo Draghi, seppur non con una procedura direttamente rivolta ai concorsi scolastici.

Situazione ricorsi. Per la Puglia il Codacons vuole rivolgersi al Tar del Lazio

Al di là di questo rimbalzo di responsabilità francamente poco utile, l'altissimo tasso di bocciati, stimato tra l'80 e il 90%, testimonia che qualcosa non ha funzionato come avrebbe dovuto. Molti aspiranti docenti hanno parlato di un eccessivo nozionismo richiesto, con quesiti troppo ostici, con risposte pensate appositamente per indurre all'errore o addirittura errate. Per questi motivi si parla molto di ricorsi. Proprio in queste ultime ore, il Codacons ha dichiarato di voler preparare un ricorso collettivo al Tar del Lazio in nome dei partecipanti al concorso in Puglia.

Barbacci di Cisl dura contro le crocette. Serve un corso-concorso

Non è solo il Codacons ad appoggiare i tanti candidati bocciati, ma anche isindacati. Ivana Barbacci, neosegretaria di Cisl Scuola, ha condannato con decisione il ricorso alle crocette per valutare i gli aspiranti docenti.
Secondo Barbacci i test a risposta multipla sono uno strumento inadeguato per selezionare delle persone, a maggior ragione per una professione delicata come quella dell'insegnante.
Un nozionismo insomma inutile, considerando anche che esiste già la laurea a testimoniare la preparazione dei candidati. Servono dunque percorsi formativi che terminino con una valutazione delle capacità di insegnamento del futuro docente, più che su una randomica reminiscenza di argomenti già studiati nel corso della sua formazione universitaria.

Disparità di trattamento in aula e sull'uso di carta e penna

Man mano che le prove scritte vengono svolte, continuano a saltare fuori testimonianze riguardanti una presunta disparità di trattamento nelle varie aule, specie per quanto concerne l'utilizzo di carta e penna.
Con lo svolgimento delle prove delle classi di concorso scientifiche, il problema diventa sempre più pressante, in quanto carta e penna sono strumenti fondamentali per affrontare ad esempio i quesiti di matematica e fisica.
Secondo alcune testimonianze, molte commissioni avrebbero negato la possibilità di usare carta e penna, appellandosi a quanto comunicato dal Ministero. Il bando di concorso recita quanto segue:
"Durante lo svolgimento della prova i candidati non possono introdurre nella sede di esame carta da scrivere, appunti, libri, dizionari, testi di legge, pubblicazioni, strumenti di calcolo, telefoni portatili e strumenti idonei alla memorizzazione o alla trasmissione di dati, salvo diversa indicazione della commissione nazionale di esperti". Nessun riferimento esplicito a carta e penna, anche se si parla di introduzione e non di materiale fornito dalla commissione. Appare comunque illogico presupporre che i candidati potessero svolgere calcoli matematici senza adeguati strumenti per farlo. Ancora più problematica è la discrepanza tra le varie testimonianze: alcuni candidati dichiarano, allegando anche delle foto, di aver svolto i calcoli sulla mano, cosa che presuppone la possibilità di utilizzare quantomeno una penna. Altri invece hanno utilizzato carta e penna potendo affrontare meglio la prova. Una casistica eterogenea, che va seriamente a minare la trasparenza e l'attendibilità delle prove concorsuali, aggiungendo un'ulteriore stortura a una procedura caratterizzata da poche luci e parecchie ombre.

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