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Conflitto Russia-Ucraina, Bianchi invita al dibattito nelle scuole: accoglienza favorevole da parte di studenti e insegnanti it-IT Editoriale 2022-03-02T12:41:45+01:00
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Conflitto Russia-Ucraina: l'invito del ministro Bianchi a parlarne nelle scuole e la reazione degli studenti

Conflitto Russia-Ucraina, Bianchi invita al dibattito nelle scuole: accoglienza favorevole da parte di studenti e insegnanti

Redazione Universo Scuola
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Negli ultimi giorni non si parla d'altro. Tutti i canali di comunicazione, dai giornali tradizionali ai social, sono totalmente concentrati sull'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, che non sta risparmiando di mostrare il suo lato peggiore.

Tra bombardamenti, palazzi e monumenti distrutti, mamme e bambini in fuga e uomini che restano per combattere, regna il caos più totale accompagnato da sentimenti di paura, angoscia e tristezza che accomunano gli abitanti di tutto il mondo.

Ogni conflitto nasconde una storia, dei precedenti che, molto spesso, non vengono riportati dai principali mass media se non nel momento in cui non sfociano, appunto, in un massacro macchiato dal sangue di vittime innocenti. E questo è il punto sul quale si è focalizzato il ministro dell'istruzione Patrizio Bianchi che, in un suo recente intervento, ha invitato le scuole italiane ad affrontare seriamente il tema del conflitto in classe per capirne motivazioni e conseguenze.

La posizione dell'Italia e l'articolo 11 della Costituzione

Durante il suo discorso, Bianchi ha fatto riferimento alla Costituzione italiana, che si basa sul valore irrinunciabile della pace: "Sia la pace il tema della nostra riflessione comune e del nostro ‘essere scuola' insieme", si legge non a caso sul sito del Ministero dell'Istruzione.

Proprio per questo, il ministro ha invitato studenti e insegnanti ad approfondire proprio il contenuto dell'articolo 11 della Costituzione italiana, che fa riferimento alla posizione del nostro Paese nei confronti dei conflitti:
"L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli - si legge - e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".Il contenuto dell'articolo 11, quindi, può essere un valido spunto di riflessione per coinvolgere gli studenti di tutte le scuole e informarli su quanto sta accadendo a pochi chilometri da loro.

La risposta degli studenti all'invito del ministro Bianchi

Oltre 8 studenti italiani su 10 hanno accolto l'invito di Patrizio Bianchi, scegliendo di parlare del conflitto tra Russia e Ucraina in classe anche attraverso assemblee indette appositamente. Secondo alcune statistiche emerse da un sondaggio di Skuola.net:

  • 8 studenti su 10 hanno affrontato l'argomento in classe;
  • per il 40% si è trattato di un'attività quotidiana;
  • un altro 11% ha dichiarato di aver voluto affrontare l'argomento, ma che la scuola lo abbia impedito;
  • solo il 7% è rimasto totalmente estraneo.

Facendo riferimento all'abbondante 40%, gli studenti hanno dichiarato di aver affrontato un tema così delicato in modo trasversale, grazie anche e soprattutto al supporto dei docenti (non solo di storia) che hanno introdotto l'argomento con intelligenza.

Gli approfondimenti non si sono limitati alle aule scolastiche, ma sono stati numerosi i confronti avvenuti anche al di fuori:

  • il 41% ne ha parlato in famiglia;
  • il 39% ne ha discusso con adulti e con coetanei;
  • il 16% si è confrontato con amici e/o compagni di classe.

In generale, il 97% degli studenti non si è accontentato del dibattito scolastico, ma ha voluto approfondire personalmente anche in altri momenti della giornata.

I principali canali di informazione

Ma da dove hanno reperito le informazioni gli studenti? Ecco cosa dicono i dati:

  • più di 6 su 10 hanno seguito telegiornali, giornali e siti web di quotidiani;
  • 1 su 5 ha visionato i social network;
  • il 10% ha reperito informazioni parlando con altre persone;
  • il 4% ne è venuto a conoscenza solo tramite la scuola.

Cosa si evince da tutto questo? Che, contrariamente a quanto si possa pensare, i ragazzi di oggi non sono del tutto estranei a quanto li circonda, anzi: in modo del tutto autonomo hanno cercato di aggiornarsi, documentarsi, saperne di più tanto da arrivare a denunciare gli insegnanti che hanno negato loro il dibattito e il confronto.

Un barlume di speranza in un mondo che sembra andare del tutto a rotoli.

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