Dopo le difficoltà delle prime settimane del 2022, la situazione sanitaria nelle scuole sembra essere in netto miglioramento. I contagi diminuiscono e si torna pian piano verso la tanto attesa normalità.
Lo scenario rimane delicato nelle scuole dell'infanzia, dove le percentuali di contagi sono più alte e il personale si sente meno tutelato.
Il report dei contagi. 16.1% alunni positivi alla scuola dell'infanzia
Secondo l'ultimo report, aggiornato all'11 febbraio 2022, la curva dei contagi si sta appiattendo notevolmente, seppur in maniera non del tutto omogenea.
Mentre infatti solo l'11,2% degli alunni di scuola secondaria, di I e II grado, e il 15,5% di quelli di scuola primaria, risultano positivi o in quarantena, la percentuale si alza al 16,1% nella scuola dell'infanzia.
Una situazione preventivabile, vista ladifferente diffusione dei vaccini a seconda della fascia di età, ma anche legata al fatto che i più piccoli non usano la mascherina a scuola, aumentando il rischio di esposizione al virus.
La diffusione del virus viene inoltre favorita dal fatto che il governo ha esteso, da 1 a 5, il numero dei bambini che devono essere positivi prima di sospendere la regolare didattica in presenza.
Una scelta che, viste le conseguenze appare rivedibile, ma che è probabilmente giustificata anche dalle esigenze organizzative delle famiglie con bambini più piccoli, negativi o asintomatici.
La voce delle maestre. Poca sicurezza e scarsa considerazione verso il loro lavoro
Il personale scolastico delle scuole dell'infanzia si fa dunque portavoce di un disagio esplicito e ben motivato da quelli che sono i dati riportati dal governo. In particolare, il fattoquotidiano.it ha raccolto diverse testimonianze, in parte anonime, di maestre insoddisfatte della situazione attuale.
Numerose educatrici della scuola materna hanno denunciato una situazione senza controllo, con tanti contagi anche tra chi ha ricevuto regolarmente la terza dose di vaccino. Un inconveniente non da poco, che mette a rischio anche le loro famiglie.
A mancare sono appunto adeguate forme di precauzione e prevenzione. Oltre alla già citata assenza di mascherine e la fisiologica scarsità di vaccini, le maestre denunciano anche il sovraffollamento delle classi, senza quelle bolle inizialmente previste, che riducevano a 7 i bambini che potevano essere contemporaneamente presenti in classe.
Per le maestre lavorare alla materna è come stare in trincea, un'espressione sicuramente colorita ma che ben rende la situazione in cui si trovano a operare. Senza alcuna regola è infatti difficile applicare le più basilari norme di sicurezza, con bambini così piccoli (3-4 anni).
Non viene invocata una chiusura, ma allo stesso tempo si richiedono interventi e strumenti che tutelino lo svolgimento del lavoro. Non basta, evidentemente, la sola mascherina a fronte di un lavoro che rende impossibile il distanziamento dai bambini.
Ci si auspica dunque un monitoraggio più efficace di bambini e insegnanti e la riapplicazione di norme più contenitive, così da ridurre il sovraffollamento delle classi e di conseguenza la percentuale di contagi anche alle scuole dell'infanzia.