Nonostante si sia detto che la quarta ondata sembri aver raggiunto il suo picco ed essere entrata nella fase calante, la pandemia continua a far paura con 186.740 nuovi casi di contagio e 468 morti nelle ultime ventiquattro ore.
Un numero mai raggiunto prima e che impone una riflessione sulla delicata situazione scolastica, in bilico tra il controllo dei contagi e la volontà di ricorrere il minimo possibile alla didattica a distanza.
Didattica a distanza e integrata. La situazione attuale
Nonostante il Ministero dell'Istruzione abbia sempre ribadito l'assoluta sicurezza delle scuole, rifiutando il più possibile il ricorso alla didattica a distanza, i numeri testimoniano una realtà ben diversa.
Ad oggi continuano ad aumentare i casi di "Didattica digitale integrata", ovvero una soluzione mista, legata al fatto quasi ogni classe italiana presente qualche caso di contagio o positività.
C'è dunque chi si trova a seguire le lezioni da casa, con conseguenti disagi legati a connessioni e strumenti digitali non sempre efficaci. La situazione viene peggiorata anche dalle numerose assenze registrate tra i docenti, tra il 15% e il 20%.
Recente un caso di un'intera scuola di Taranto (l'istituto comprensivo Martellotta) messa in dad fino al 4 febbraio in accordo con la Asl.
Una situazione che pesa anche su studenti con bisogni educativi speciali, i quali possono continuare ad andare in presenza ma in un ambiente vuoto, riducendo le loro possibilità di integrazione e inclusione.
Le proposte per ridurre la dad. Cambiare le quarantene
La sottosegretaria all'Istruzione Barbara Floridia riconosce che un cambiamento alle quarantene è necessario. La situazione attuale è infatti strettamente dipendente dalle modalità di quarantena decise prima che la copertura vaccinale arrivasse agli ottimi numeri attuali
L'idea è quella di ridurre i giorni del periodo di isolamento perché di fatto al momento sono troppi i ragazzi in salute a rimanere isolati per un lasso di tempo inutilmente lungo, rendendo impossibile la regolare attività didattica.
Fa eco a Floridia anche Rossano Sasso, anche lui sottosegretario dell'Istruzione, che sottolinea come dal governo ci si aspetti una maggiore decisione nelle disposizioni date alle autorità sanitarie.
Il sottosegretario si aspetta anche interventi per quanto riguarda distribuzione di mascherine e adeguamento degli impianti di areazione, così da evitare di lasciare le classi esposte al freddo per favorire il naturale ricambio dell'aria.
Il caso di Bolzano: quarantene ridotte
Un provvedimento già preso in autonomia da Waltraud Deeg, vicepresidente della provincia di Bolzano, che ha ridotto da 10 a 7 giorni il periodo di quarantena. Le classi di scuola superiore possono inoltre rimanere in presenza con fino il 50% dei contagi.
Allo stesso tempo, è stata equiparata la quarantena della scuola dell'infanzia a quella della scuola primaria: non più classi a casa con un solo positivo, ma soglia di tolleranza fino a 4 positivi con tampone nasale. Dal quinto contagio in poi la classe va in quarantena ma, anche qui, solo per 7 giorni.
Le richieste delle regioni. Cambiare anche il sistema di tracciamento
Anche diversi presidenti di regione chiedono un adeguamento dei provvedimenti, per adattarli ad una situazione in così rapido mutamento.
Il presidente della regione Toscana Eugenio Giani trova una profonda contraddizione nel dichiarare che la scuola deve essere in presenza, per poi continuare a mandare in dad una classe intera in presenza di un paio di positivi.
La proposta è quella di lasciare in presenza i vaccinati con 3 dosi, riservando la didattica a distanza solo ai positivi e ai soggetti non vaccinati, quindi più a rischio.
Una soluzione che passerebbe anche dall'abolizione delle fasce di colori, ideale per garantire la didattica in presenza in maniera coerente alla maggiore copertura vaccinale attuale.
Il presidente della regione Veneto Luca Zaia mette anche in luce come a cambiare debba essere anche il sistema di tracciamento, concentrandosi sui sintomatici piuttosto che su tutti i contatti, anche asintomatici.
Un modo per ridurre la pressione anche sulle scuole, alle prese con una continua richiesta di tamponi destinati anche a soggetti perfettamente in salute e con ciclo vaccinale completo. Per facilitare ulteriormente la situazione, è anche stato proposto calmierare il prezzo dei tamponi in farmacia, a 8€, per la fascia di età 5-12 anni.
L'opinione di Giannelli
Antonello Giannelli, leader dell'Associazione Nazionale Presidi, riconosce che il rapporto tra scuola e pandemia deve necessariamente evolversi, sulla base degli spunti proposti.
È sicuramente necessaria una posizione chiara da parte del governo e un cambio di approccio al tracciamento, ai tamponi e alle quarantene, ma sempre supportato da un parere sanitario attendibile, tale da mantenere la sicurezza di studenti e lavoratori al primo posto.
Contemporaneamente bisogna continuare a vaccinare, in quanto la fascia d'età dei più piccoli offre ancora ampi margini di incremento.