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Il governo introduce l’educazione sessuale alle superiori. Le lezioni saranno su violenza di genere e consenso e verranno guidate dagli studenti stessi. it-IT Editoriale 2023-10-17T13:03:33+02:00
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Educazione sessuale a scuola: il Governo vuole introdurre lezioni contro la violenza di genere

Il governo introduce l’educazione sessuale alle superiori. Le lezioni saranno su violenza di genere e consenso e verranno guidate dagli studenti stessi.

Simone Esposito
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L’educazione sessuale nelle scuole è sempre più una necessità. Dopo i casi di stupro avvenuti a Palermo e Caivano, si è molto discusso del ruolo educativo della scuola riguardo la sessualità e l’affettività.

Il governo italiano ha così  annunciato l'introduzione di un nuovo programma di educazione sessuale nelle scuole superiori, con l'obiettivo di affrontare i temi della violenza di genere e del consenso.

Educazione sessuale alle scuole superiori. A breve la circolare

L’introduzione del programma di educazione sessuale dovrebbe essere imminente. Una circolare contenente le direttive sarà infatti prossimamente distribuita a tutte le scuole superiori italiane. Si dovrebbe partire già con l’inizio dell’anno scolastico e si proseguirà almeno fino al 25 novembre, in concomitanza con la Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza contro le Donne.

Il nuovo programma prevede l'utilizzo di un approccio didattico innovativo la “Peer education” o educazione tra pari. Gli studenti saranno quindi suddivisi in gruppi. Ognuno di essi si focalizzerà su un aspetto specifico del programma, preparando una lezione da presentare al resto della classe. Questo metodo mira a coinvolgere gli studenti in modo attivo e stimolante. Non è ancora chiaro se il programma riguarderà tutte le classi o solo quelle del triennio.

Le tematiche del programma di educazione sessuale. Previsto il supporto degli esperti 

Quali saranno le tematiche affrontate concretamente dagli studenti? Il programma di educazione sessuale prevede ore dedicate alla discussione di argomenti di assoluta attualità, quali maschilismo, parità di genere e le varie forme di violenza di genere, da quelle più esplicite a quelle più sottili.

Saranno coinvolti anche degli esperti, che forniranno informazioni sulle dimensioni legali e psicologiche della violenza di genere. Insieme agli studenti affronteranno argomenti quali le conseguenze della violenza sessuale, la diffusione di contenuti e immagini pornografiche senza consenso e le modalità di presentazione di denunce.

Pareri contrastanti sull’iniziativa del Governo. Enrico Galiano: “ L’educazione sessuale a scuola non basta”

Anche se il programma di educazione sessuale per le superiori è un chiaro segnale di interesse da parte del Governo, potrebbe non essere abbastanza. Secondo il docente e scrittore Enrico Galiano le intenzioni sono ottime, ma i modelli culturali che propone la società vanno in direzione opposta.

Pubblicità che promuovono un sessismo implicito e un’asimmetria di genere ormai retrograda; cantanti trap che promuovono l’idea della donna oggetto, di cui disporre liberamente per il proprio piacere. Insegnare le regole in questo contesto sarebbe come scrivere delle parole sulla sabbia per poi vederle cancellate dalle onde, continua Galiano. Quale soluzione allora?

Lo scrittore sostiene che come la scuola deve diventare una seconda famiglia, allora la famiglia deve diventare una prima scuola ed educare i figli a quegli stessi valori che vengono poi approfonditi in classe durante l’educazione sessuale. Viceversa, il tutto rischia di rimanere una bella iniziativa e poco altro.

Crepet: “Risarcimento della vittima e maggiore autorità dei genitori”

Anche lo psichiatra Paolo Crepet ha portato alla luce alcune criticità. Non basta fare educazione sessuale a scuola se poi sui media viene utilizzato un linguaggio accusatorio: il riferimento è in questo caso al giornalista (compagno della premier Giorgia Meloni) Andrea Giambruno che ha insinuato che le ragazze vengano stuprate perché ubriache.

Per Crepet un linguaggio simile è sinonimo di complicità con quegli stessi “Lupi” che compiono gli stupri. Lo Stato allora prima ancora di promuovere l’educazione sessuale dovrebbe risarcire le vittime. Critiche inoltre verso i genitori, rei di essere troppo permissivi nell’educazione dei ragazzi. Crepet non si auspica un ritorno al passato, ma sostiene che

“Tra il padre con la cinghia di un tempo e l’amicone immaturo di oggi, che non sa imporre un divieto, c’è una via di mezzo”.

Sembra allora che l’unica possibilità di procedere verso una società migliore, più inclusiva e meno violenta, stia proprio in quell’alleanza tra scuola e famiglie tante volte auspicata dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. La speranza è che l’introduzione dell’educazione sessuale alle scuole superiori, possa essere un primo passo in tal senso, insieme a una decisa presa di responsabilità da parte dei genitori.

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