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Gli studenti del liceo Manzoni di Milano contro i risultati delle elezioni. La preside dell'ex scuola di Salvini vuole punire chi occupa con un 5 in condotta. it-IT Editoriale 2022-09-26T17:00:32+02:00
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Elezioni. Le proteste del Liceo Manzoni di Milano contro la vittoria del centrodestra. Scuola occupata

Gli studenti del liceo Manzoni di Milano contro i risultati delle elezioni. La preside dell'ex scuola di Salvini vuole punire chi occupa con un 5 in condotta.

Redazione Universo Scuola
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A nemmeno 12 ore dall'esito delle elezioni, che hanno visto la schiacciante vittoria della coalizione di centrodestra trainata da Giorgia Meloni, si fanno sentire le prime voci di protesta da parte degli studenti.

È il caso del liceo Manzoni di Milano, tra l'altro ex scuola del leader della Lega Matteo Salvini. I ragazzi e le ragazze hanno occupato la scuola, scontenti del risultato elettorale.

"La scuola siamo noi". La voce degli studenti del Manzoni di Milano

L'occupazione del liceo Manzoni di Milano ad opera dei suoi studenti e delle sue studentesse è dunque un gesto di protesta verso il probabile insediamento di Giorgia Meloni come presidente del Consiglio.

Parole forti quelle dell'assemblea studentesca:
"Non siamo più disposti a tirarci indietro, far finta di nulla e aspettare che voi cambiate le cose; perché, nonostante tutto, sempre e comunque, la scuola siamo noi"

Gli studenti si sono inoltre detti preoccupati per il presente che si trovano e vivere e per la poca attenzione verso il loro futuro, decidendo di essere parte attiva del cambiamento desiderato.

Una protesta studiata già a partire dallo spoglio dei risultati. Il Collettivo politico Manzoni, molto attivo nel milanese, ha infatti voluto fortemente l'occupazione per organizzare una protesta che fosse anche un'occasione per un momento di riflessione.

Non solo una reazione di pancia contro il risultato delle elezioni dunque, ma la necessità di prendere una posizione contro i temi della crisi climatica, del precariato e della pericolosità dell'alternanza scuola lavoro, specie dopo la tragica morte di Giuliano De Seta.

La reazione della preside del liceo Manzoni. 5 in condotta a chi rimane a dormire a scuola

Dura la reazione della preside Milena Mammani. La dirigente scolastica del liceo Manzoni ha infatti minacciato di dare 5 in condotta a tutti gli studenti che rimarranno a occupare la scuola durante la notte.

L'intenzione degli studenti è infatti quella di occupare le aule del piano terra del Liceo per 2 giorni, presidiando i locali scolastici sia di giorno che di notte.

La preside non è intervenuta direttamente sulle motivazioni della protesta, ma ha mostrato il pugno duro. La sua preoccupazione riguarda soprattutto l'integrità delle aule. Proprio quelle che gli studenti vogliono occupare sono infatti state recentemente imbiancate, per una spesa totale di 10mila euro, dopo avere subito atti di vandalismo durante passate occupazioni.

Matteo Salvini schernisce la protesta degli studenti

Ironica la replica di Matteo Salvini. Interpellato in quanto ex alunno dell'istituto Manzoni, il leader della Lega ha ricordato come tante volte nel corso degli anni - anche quando lui era uno studente - si occupava e si scioperava per i motivi più disparati.

Nessuna sorpresa dunque nel constatare come anche la vittoria elettorale della coalizione di destra si trasformi in un pretesto, secondo lui, per perdere qualche giorno di scuola.

Infine, a termine del suo intervento, Salvini ha espresso la speranza di essere invitato in quanto ex alunno per parlare di scuola, giovani e futuro, ricordando che la vittoria del centrodestra è legata anche ai tanti giovani che hanno espresso la loro preferenza per Fratelli D'Italia, Lega o Forza Italia.

Lo scontento dei fuorisede. Se votare diventa economicamente impossibile

Quella del liceo Manzoni non è dopotutto la prima protesta che vede protagonisti gli studenti. Nei giorni precedenti alle elezioni tanti fuorisede si erano lamentati sui social per le difficoltà economiche e logistiche legate alla necessità di ritornare al proprio comune di residenza per votare.

Secondo molti studenti infatti una buona fetta di astensionisti sono proprio coloro che sono stati impossibilitati ad affrontare viaggi lunghi e costosi per votare: sono quasi 5 milioni infatti i fuorisede ed è innegabile che il loro diritto al voto è stato fortemente compromesso.

Una stortura quasi esclusivamente italiana, che insieme a Malta e Cipro è l'unico paese europeo a non permettere il voto fuorisede, mai risolta dal Parlamento nel corso degli anni.

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