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Il flop della sperimentazione dei licei quadriennali: le parole del ministro Bianchi e linee guida per le scuole su come candidarsi it-IT Editoriale 2022-02-08T13:16:42+01:00
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Fallimento dei licei quadriennali, solo il 30% di adesione

Il flop della sperimentazione dei licei quadriennali: le parole del ministro Bianchi e linee guida per le scuole su come candidarsi

Redazione Universo Scuola
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La sperimentazione dei licei quadriennali, fortemente voluta dal ministro dell'istruzione Patrizio Bianchi, si è rivelata un vero e proprio flop: su ben 1001 slot disponibili su base regionale, solo 1/3 delle scuole ha deciso di prenotarsi.

A divulgare i dati è stato il Sole 24 Ore che, confermando il fallimento totale della proposta, ha praticamente spinto Bianchi a posticipare la nuova scadenza per la presentazione delle adesioni al 14 febbraio 2022. I numeri negativi giungono da tutta Italia: in Lombardia sono state attivate 48 richieste su 150 posti disponibili, in Sicilia solo 29 su 97, in Toscana appena 9 su 58. E poi ci sono le Marche, che non ha nemmeno redatto una graduatoria proprio per la quasi totale assenza di proposte.

Nelle sue anticipazioni, il ministro Bianchi si era mostrato estremamente fiducioso, definendo il liceo quadriennale come "un percorso sperimentale che si sta consolidando", una "trasformazione", "un modo di organizzare la didattica completamente diverso" e "un modo diverso di affrontare il tema dell'apprendimento".

Di contro, il CSPI si era espresso totalmente contrario.

Liceo quadriennale: in cosa consiste

Ma cosa comporterebbe la scelta di un liceo della durata di 4 anni e non 5? Si tratterebbe dell'introduzione di un percorso di studi che avvicinerebbe molto prima i ragazzi italiani al mondo del lavoro, esattamente come accade a molti dei loro coetanei europei. Sono diversi, infatti, i Paesi dell'UE in cui ci si diploma a 17-18 anni in modo da guadagnare un anno per iniziare l'università o un lavoro; è il caso di Francia, Belgio, Paesi Bassi, Portogallo e Regno Unito, ma è la Scandinavia a produrre i risultati migliori, dove la scuola termina durante il 19esimo anno di età.

C'è da sottolineare, inoltre, che il liceo quadriennale non è per niente una scorciatoia, anzi: tutte le scuole che decideranno di aderire dovranno garantire il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento previsti per il quinto anno entro la fine del quarto. Al contempo, bisognerà assicurare l'insegnamento di tutte le discipline previste dal percorso di studi, che verrà accompagnato da un profondo dialogo con il mondo del lavoro e delle università.

Come partecipare alla sperimentazione

Tutte le scuole possono candidarsi per diventare licei quadriennali: basta inviare un progetto contenente un piano quadriennale, che preveda il potenziamento linguistico, la possibilità di frequentare laboratori ed eventuali insegnamenti personalizzati sulla base della revisione delle ore di lezione e del calendario scolastico.

Una volta autorizzati, gli istituti verranno seguiti da un Comitato Scientifico Nazionale che, ogni anno, si occuperà della valutazione degli insegnamenti e della stesura di una relazione da inviare al Ministero.

Ma l'obiettivo principale della sperimentazione è l'introduzione di un metodo didattico proiettato al futuro, prevedendo anche l'inserimento delle scuole in una rete compartecipata tra scuole, università e aziende. Tutto questo per mettere a disposizione degli studenti un confronto diretto con le imprese, permettendo loro di toccare con mano il loro possibile futuro attraverso un modello di didattica esperenziale; quest'ultima, infatti, incentiva lo sviluppo cognitivo dei giovani e ne migliora le capacità relazionali ed emozionali, oltre che il pensiero creativo e le abilità non verbali.

Proprio su questo Patrizio Bianchi continua a insistere: "Bisogna fare scuola su come si fa scuola. Su come organizzare queste reti di scuole. Bisogna far capire che il liceo di 4 anni non un è un liceo di 5 anni con un anno in meno. Far capire che le imprese devono far parte del Patto educativo di comunità". E aggiunge: "Questa sperimentazione non sia più una sperimentazione. In Italia ci sono troppe sperimentazioni che non diventano mai sistema".

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