Liceo del Made in Italy: come sarà la nuova scuola voluta dal governo. Vittorio Sgarbi critico: "Bastano classico e scientifico"
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Manca poco e il liceo del Made in Italy non sarà più un semplice progetto. All'interno della bozza del ddl sul Made in Italy è stata infatti inserita la misura che ne decreterà l'istituzione ufficiale.
Ma cos'è davvero questo nuovo indirizzo? Il liceo del Made in Italy sembra molto simile quello economico-sociale. Una novità forse non troppo efficace, più vicina a un istituto tecnico e ridondante rispetto ai licei classico e scientifico: questo almeno il parere di Vittorio Sgarbi.
Che cosa è il nuovo liceo del Made in Italy. Una prospettiva
Un nome che lascia spazio a ben pochi dubbi: nelle intenzioni del governo Meloni, il liceo del Made in Italy è una scuola volta alla valorizzazione della cultura e della tradizione del nostro paese. L'Italia al centro dunque, in maniera eterogenea e multi-prospettica: il liceo del Made in Italy si focalizzerà sullo studio della cultura giuridico-economica e della tradizione umanistica nelle sue intersezioni con gli altri saperi scientifici, come la matematica, la fisica o le scienze naturali.
L'obiettivo dichiarato è quello di formare giovani pronti al mondo del lavoro, fornendo loro un mix di conoscenze tecnico-pratiche e teoriche che gli permettano di comprendere lecomplessità di un paese stratificato come l'Italia, così da rispondere alle esigenze del mercato lavorativo.
Tutto lo studio sarà imperniato intorno ai cosiddetti settori del Made in Italy, quelli ovvero dove la produzione locale raggiunge livelli di eccellenza. L'idea è dunque quella di creare una maggiore connessione tra scuola e mondo del lavoro, andando a rafforzare gli ambiti centrali per lo sviluppo economico del nostro paese.
Quali saranno le materie del liceo del Made in Italy
Ma cosa si studierà nel liceo del Made in Italy? Dalla bozza, il piano di studi del biennio non sembra troppo diverso dal liceo a indirizzo economico-sociale. Il cambiamento principale sta nell'eliminazione della seconda lingua straniera in favore di ore supplementari in storia dell'arte e informatica.
Nel corso del triennio viene invece intensificato lo studio di economia e diritto che sarà declinato secondo un'ottica italocentrica. Tra le novità si annoverano:
- Economia e gestione delle imprese del Made in Italy;
- Modelli di business nelle industrie dei settori della moda, dell'arte e dell'alimentare;
- Made in Italy e mercati internazionali.
Giorgia Meloni entusiasta, Vittorio Sgarbi critico. Le prime reazioni
Come facilmente intuibile, l'istituzione di questa nuova scuola ha fatto subito discutere. Una critica arriva da Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura e fresco di elezione a sindaco di Arpino, che trova il liceo del Made in Italy un ibrido poco efficace. Queste le sue dichiarazioni:
"Penso che i licei classico e scientifico siano più che sufficienti. Il design è materia universitaria come le tecniche artigianali sono materie da istituto professionale. Non lo chiamerei liceo, ma istituto tecnico. Prima di impiegarti nei settori del Made in Italy devi imparare l'anima del mondo, i concetti, la bellezza dell'arte. Poi uno che fa questo liceo che vantaggio ne ha? Se si deve andare a lavorare nei distretti industriali servono semmai l'apprendistato o una scuola tecnica. Non un liceo "
Eppure Giorgia Meloni già a inizio aprile dal palco del Vinitaly aveva posto l'attenzione proprio sulla necessità di fare cadere il retaggio culturale per cui gli istituti tecnici valgono meno dei licei. Con l'istituzione del liceo del Made in Italy l'intenzione è proprio quello di coniugare saperi pratici e teorici, uniti dal filo conduttore rappresentato dal legame con la patria . Una scelta fortemente identitaria, i cui risultati saranno da valutare nel prossimo futuro.