Il CSPI, Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, si è espresso riguardo il documento "Linee Guida per l'orientamento relativo alla riforma 1.4 nell'ambito della Missione 4 -Componente 1 del Pnrr finanziato dall'Unione europea-Next Generation EU".
Il CSPI ha dunque dato il suo parere ufficiale sull'importante riforma dell'orientamento tanto discussa da Valditara e da realizzare con i fondi del Pnrr. Di seguito i punti salienti.
Il parere sulle linee guida: orientamento funzione centrale della scuola
Il parere del CSPI sulle linee guida per l'orientamento si apre nel segno della continuità con quanto espresso durante l'adunanza del 18 gennaio 2018. L'orientamento ha un ruolo centrale nella scuola. Evita la dispersione e l'insuccesso formativo, massimizzando la proposta didattica e l'inclusione sociale.
L'orientamento viene anche definito come "Un diritto personale permanente", nonché un processo diacronico che accompagna l'individuo per tutta la vita. Viene esercitato in modalità diverse e specifiche in base al contesto, alla situazione e ai bisogni del singolo.
La funzione dell'orientamento è quella di favorire lo sviluppo e la maturazione delle competenze utili a stabilire i propri obiettivi personali e professionali e farli confluire in un progetto di vita attraverso le scelte compiute.
Il percorso scolastico, che accompagna un individuo dai 3 ai 19 anni è un elemento fondamentale e insostituibile, dove gli studenti acquisiscono le competenze fondamentali che li porteranno a realizzarsi nel mondo del lavoro.
L'orientamento è sempre centrale, non solo dalla secondaria: una critica alle linee guida
In base a quanto detto, il CSPI appare critico nei confronti di alcuni aspetti delle linee guida per l'orientamento, nella misura in cui queste ultime sembrano limitare lo stesso concetto di orientamento alle proposte sulla scuola secondaria.
Secondo il CSPI andrebbe dunque predisposto un curricolo formativo unitario e verticale, che accompagni gli studenti sin dall'infanzia e dalla scuola primaria. Bisogna infatti che la riforma dell'orientamento preveda non solo un raccordo tra secondaria di primo e secondo grado, ma anche al termine del primo ciclo di istruzione.
Lo sviluppo delle competenze è dunque un percorso trasversale che deve accompagnare lo studente per la vita. Questo perché orientare non significa solo fare scegliere una scuola o un lavoro, ma aiutare ogni studente a conoscere le proprie potenzialità e a sviluppare rapporti costruttivi con gli altri.
L'orientamento dunque accresce la capacità di compiere scelte, ma su uno sfondo che è in continuo mutamento e che non è solo lavoro, ma vita a 360°. Il CSPI sottolinea quest'aspetto in un passaggio del suo parere:
"Il valore formativo dell'orientamento, affinché si passi da un'accezione meramente informativa ad una che ne assuma più pienamente la valenza formativa, è basato sulla progettazione di percorsi di orientamento finalizzati alla scoperta delle potenzialità e degli interessi degli studenti attraverso una didattica orientativa e riflessiva che, attraverso la conoscenza degli oggetti del sapere, miri alla promozione della persona, come soggetto critico che sappia orientarsi nella complessità della realtà."
Il CSPI auspica inoltre che le attività di orientamento siano armonizzate rispetto a quelle del PCTO, in modo da favorire una riflessione dell'individuo su sé stesso. Orientare, aggiunge il CSPI, è un verbo riflessivo nell'ambito della scuola, perché porta lo studente a scoprire sé stesso grazie all'aiuto dei docenti tutor e degli insegnanti.
Attività di orientamento, monitoraggio, E-Portfolio
Il CSPI appoggia l'idea di rilasciare, su richiesta, delle certificazioni di competenze. Gli attestati verrebbero dati al termine degli anni di scuola secondaria e possono essere funzionali a un ri-orientamento nel corso del primo biennio.
Questo richiamerebbe il Decreto Ministeriale n.5 dell'8 febbraio 2021, riguardante esami integrativi e di idoneità per passare ad un altro percorso di scuola secondaria. È un punto saliente data l'alta percentuale di abbandono nel primo biennio, nonostante sia in vigore l'obbligo scolastico.
Le attività vanno tracciate in maniera da integrarle nel Piano triennale dell'offerta formativa, in maniera coerente e organica, senza cadere in un approccio formalistico. Il CSPI suggerisce altresì di specificare la natura dei "Campus formativi" citati nelle linee guida, in quanto alcune scuole organizzano già attività simili e non devono esserci contrasti o ambiguità. Le attività devono essere inoltre realizzabili.
Importante anche l'aspetto del monitoraggio, che deve essere integrato con altri strumenti e in costante dialogo con tutti i sistemi informatici dell'istruzione. In questo senso anche l'E-portfolio, il "Curriculum dello studente" e la "Certificazione delle competenze" devono rientrare in una logica omogenea, fornendo un quadro integrato e unitario che certifichi le scelte e le competenze dello studente.
L' E-Portfolio non deve rischiare quindi di sovrapporsi al curriculum, ma deve valorizzarlo e favorire una consultazione agile, di facile accesso e leggibilità. Le competenze riportate devono essere sia di base che trasversali.
Docenti formati per l'orientamento
Il CSPI riconosce quanto sia importante che vengano formati docenti per l'orientamento, dotati di competenze specifiche. È dunque necessario rinforzare tutte le competenze che sottendono alla professione stessa dell'insegnante.
I provvedimenti futuri devono allora potenziare la formazione, a partire dal 2023. La didattica orientativa dovrebbe anche essere inserita tra le azioni del Piano Nazionale di Formazione e nella progettazione delle attività previste dalla nascente Scuola di alta formazione dell'istruzione. L'aspetto economico e contrattuale dei docenti va ovviamente rivisto in sede negoziale.
Il parere finale del CSPI sulle linee guida per l'orientamento è comunque positivo. L'auspicio conclusivo è che vengano definiti presto criteri e modalità di utilizzo delle risorse assegnate alle scuole per la riduzione dei divari territoriali e della dispersione. Un passo fondamentale, per garantire una crescita scolastica omogenea su tutto il territorio.