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Ancora polemiche sul nuovo Ministero dell’Istruzione e del Merito. Nel frattempo Renzi ha da ridire sulle critiche del centro sinistra e attacca il PD. it-IT Editoriale 2022-10-28T09:33:34+02:00
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Maraini e Gramellini contro l'utilizzo del termine merito. Renzi vicino al centrodestra sul tema scuola.

Ancora polemiche sul nuovo Ministero dell’Istruzione e del Merito. Nel frattempo Renzi ha da ridire sulle critiche del centro sinistra e attacca il PD.

Redazione Universo Scuola
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I primi giorni del governo di destra capeggiato da Giorgia Meloni stanno venendo segnati da numerose polemiche su alcune delle scelte della neoeletta Presidente del Consiglio.

Una delle questioni che ha più creato clamore è stata l'istituzione del Ministero dell'Istruzione e del Merito, termine che richiama un'idea di scuola competitiva e poco inclusiva. Dacia Maraini e Massimo Gramellini si sono pronunciati proprio in questo senso, mentre Matteo Renzi in Senato si è dimostrato vicino al centrodestra sul tema scuola.

Dacia Maraini: il merito un annoso problema. Bisognerebbe valutare gli insegnanti

Voci illustri sulla questione del merito. Dacia Mariani, scrittrice internazionale ha preso parte al dibattito sull'argomento, criticando il nome del nuovo ministero presieduto dal leghista Giuseppe Valditara.

Maraini ha ricordato il ruolo salvifico della scuola, come riferimento dei valori di un paese. Fondamentale dunque investire, culturalmente ed economicamente, sull'istruzione senza che si trasformi in un'azienda.

La scrittrice dunque critica fortemente l'idea tutta berlusconiana di scuola che produce creando competizione, promuovendo invece quella di una scuola che forma e che include tutti. Quello della meritocrazia per Dacia Maraini è un problema annoso dell'Italia, più ampio e non circoscritto alla sola istruzione.

Da una parte bisogna infatti far sì che la scuola dia pari possibilità a tutti. Dall'altra parte del problema sta fuori dall'ambito dell'istruzione, in quanto tantissimi studenti hanno difficoltà a entrare nel mondo del lavoro in Italia, mentre trovano apprezzamento fuori dai confini del nostro paese.

È invece prioritario che a scuola si ritrovino dei valori condivisi. Troppo spesso infatti l'educazione dei ragazzi dipende solo dallo sforzo di pochi insegnanti che si spendono per loro, operando all'interno di un sistema zoppicante. Ecco che allora la meritocrazia è un concetto che andrebbe esteso più ai docenti che agli studenti, per valutare il loro operato e spingerli a dare il meglio e a curare la loro preparazione.

Gramellini: destra e sinistra hanno due idee diverse di merito. Serve un modo per promuovere davvero la meritocrazia

Il giornalista Massimo Gramellini ha dedicato la sua rubrica "Il Caffè con Gramellini", sulle pagine del Corriere della Sera, proprio alla questione del merito. Secondo lui destra e sinistra hanno due idee diverse di merito e la loro reciproca incomprensione dipende proprio da questo.

Per Gramellini quindi la destra associa al merito "I talentuosi e gli sgobboni" mentre la sinistra ad una scuola dove, a parità di impegno, anche chi ha meno capacità perché proviene da un ambiente disagiato non viene lasciato indietro. "In medio stat virtus" dunque, perché se l'idea teorica della destra può non essere sbagliata, serve un modo per tradurla in un'esperienza pratica che non crei spaccature e disuguaglianze.

Il contesto dell'istruzione italiana è infatti complesso, piagato da nepotismo e favoritismi, dove tante volte si è sentito ad esempio di cattedre universitarie spartite tra docenti. Afferma provocatoriamente Gramellini "Da noi uno studente è considerato meritevole non quando conosce qualcosa, ma qualcuno".

Rimane inoltre il problema dei metodi di valutazione: che senso ha parlare di merito se poi l'unica proposta di misurazione è quella dei test a crocette? Bisogna ripensare più a fondo la scuola per poter davvero parlare di meritocrazia.

Renzi attacca Malpezzi del PD e si sposta sempre più a destra

Non solo polemiche, ma anche voci di consenso e non solo dal centro destra. Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha infatti sposato la visione del nuovo governo sull'idea di merito in relazione all'istruzione, contro anche gli ex alleati del Partito Democratico, reputando incomprensibile il loro scandalizzarsi.

Simona Malpezzi del PD ha infatti criticato il discorso di Giorgia Meloni, reputandolo vago e indefinito, sottolineando anche come requisito preliminare della meritocrazia sia la possibilità di gareggiare tutti alla pari. Priorità della scuola deve essere dunque combattere le disuguaglianze, contro il destino già scritto conseguente alla propria estrazione sociale.

Critiche insensate per Matteo Renzi, che reputa superfluo questa eccessiva attenzione rivolta al nome dato a un ministero e che ricorda come la stessa Malpezzi fosse una "Pasdaran" del merito ai tempi della buona scuola. La posizione dell'ex premier e sindaco di Firenze è quindi in linea con quella dell'alleato Carlo Calenda, anche lui vicino alla destra sulla questione del merito.

Al di là della questione, la posizione di Renzi e Calenda apre scenari politici potenzialmente importanti per il futuro, vista l'affinità con la destra su alcuni temi, tra cui quello della scuola. Rimane da vedere cosa sarà concretamente fatto nei prossimi mesi in ottica di riforme e provvedimenti reali.

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