La Commissione bilancio ha fornito la propria approvazione al Senato per il maxi-emendamento sostitutivo del ddl per l'attuazione del Pnrr presentato dal governo . Il provvedimento - soppletivo del ddl di conversione del d-l n. 36 e contenente ulteriori misure per l'attuazione del PNRR (A.S. 2598) - è stato approvato dall'Assemblea partecipante, nella giornata del 22 giugno, con 179 voti favorevoli, 22 contrari e nessuna astensione. Posta la fiducia al Governo, il testo è ora al vaglio della Camera.
Ricordiamo che, pena decadimento, l'approvazione definitiva dovrà essere fornita entro il 29 giugno.
L'approvazione del maxiemendamento
Dopo ben due rinvii dell'Aula - e con l'avallo delle Commissioni - giunge, presso il Senato, l'atteso maxi-emendamento sostitutivo del ddl per l'attuazione del Pnrr. Grazie al parere non ostativo della quinta Commissione - e con alcune rettifiche in materia scolastica approvate in seno al Governo - è stato dato il via al voto di fiducia del ministro per i rapporti con il Parlamento.
Federico D'Incà, ministro per i rapporti con il Parlamento.
Stando alle fonti parlamentari, al testo sono state apportate altre modifiche durante la votazione dei senatori relativi alla formazione obbligatoria e ad un incremento stipendiale per i docenti di ruolo.
Tuttavia, a generare lo sconcerto della maggioranza è stata la conferma dei tagli all'organico decretato dalla Ragioneria di Stato.Le forze di maggioranza sarebbero "sconcertate" per l'atteggiamento della Ragioneria dello Stato che avrebbero confermato i tagli all'organico.
10.000 CATTEDRE TAGLIATE: L'ACCESO DIBATTITO AL SENATO
La decisione, collegata al Pnrr, del taglio di oltre 10.000 cattedre in tre anni, non è stata scongiurata e, nel cuore del Senato, ha suscitato non pochi malumori da parte delle diverse frange politiche.
Commenta, al seguito della riunione Mattia Crucioli di Alternativa, che, sebbene tutta la maggioranza fosse concorde nell'evitare il taglio alle cattedre, l'accordo è stato comunque, verosimilmente, "spazzato via".
Sarcasticamente, dal fronte opposto Antonio Iannone di Fratelli d'Italia parla dei membri del parlamento come di una serie di turisti esteri che "criticano il governo ma tra due ore voteranno la fiducia".
Risultato "apprezzabile", poichè si è riusciti ad evitare il taglio della carta docente, ma non per questo soddisfacente a detta di Riccardo Nencini, presidente della VII Commissione Cultura. Il leader indica un parlamento reso vassallo dei tecnicismi di cui si ricopre, giunti ora a toccare cime mai raggiunte. Non a caso, parla di una "tecnocrazia" che poteva "fare di più e di meglio" rispetto alla sola eliminazione dei quiz dai concorsi scolastici e all'introduzione della valutazione di merito.
In netta convergenza con quanto sopra, è pure l'appello di Mario Pittoni, senatore della Lega, il quale manifesta entusiasmo per il sodalizio dimostrato dalla maggioranza, elemento chiave che ha consentito di evitare il taglio della carta docente. Ciò non toglie, rammenta, che le risorse economiche stanziate per l'istruzione in Italia sono le più basse in Europa.
Michela Montevecchi, del Movimento Cinque Stelle, solleva una questione nodale: le procedure inedite alle quali la commissione Istruzione è stata sottoposta ha rivelato la non totale capacità a bilanciare le rispettive controparti tecniche e politiche.
Ancora la senatrice di Leu, Loredana De Petris, polemizza rispetto all'essere l'unico paese col bilancio in Costituzione: questo aspetto fa sì che si tramuti, se non già accaduto, in una "corda al collo".
Dal Partito Democratico si lanciano polemiche avverso la Ragioneria di Stato: il movimento, nella persona di Simona Malpezzi, capogruppo presso Palazzo Madama, commenta acerbamente in merito alle decisioni prese ma, ancor di più, circa le scelte non operate sulla retribuzione spettante alla classe docente.
La riforma del reclutamento: le altre novità
Modifiche sostanziali sono state poi apportate in merito alla formazione e al reclutamento del corpo docente. Anzitutto, è stato istituito un percorso universitario abilitante dal valore di 60 cfu: attivato sulla base di una stima di cattedre vacanti da coprire, culminerà con una prova scritta e una lezione simulata. Superare positivamente il test finale vorrà dire ottenere l'abilitazione, mediante la quale si potrà partecipare al concorso (a domande aperte) ed essere immessi nell'anno di prova, qualora risultati idonei. Al termine di quest'ultimo, il candidato sarà sottoposto a test finale e valutazione conclusiva.
La partecipazione al concorso è ammessa anche per quei docenti che abbiano svolto tre anni di servizio, pur non continuativi, negli ultimi cinque. Ciò ai sensi dell'articolo 11/14 della legge n. 124/99. È da osservare come per essi il percorso successivo dipenderà dal possesso o meno dell'abilitazione, dei 30 CFU o dei 24 CFU.
Si rileva che i 30 CFU o 24 CFU potranno, con una deroga, essere conseguiti fino alla soglia del 31 dicembre 2024. Ciò per dare la possibilità di acquisire i restanti dopo il superamento del concorso a cattedra. Vuole essere questa una possibilità transitoria prima dell'entrata in vigore del nuovo sistema, coincidente con il biennio 2025/2026.
La formazione retribuita
Il Pnrr istituisce un tassello importante - parallelo alla riforma renziana - rispetto la formazione dei docenti in servizio: percorsi triennali su base volontaria erogati dalla Scuola di Alta formazione. Il piano è di premiare economicamente la formazione dei docenti sulla base dell'adesione spontanea - e relativo superamento - dei corsi-guida attivati dal Governo.
Il sommario delle misure
Fin qui i provvedimenti più importanti apportati dal testo del maxiemendamento. Sommariamente, però, ricapitoliamo elencando i punti di intervento della nuova riforma, così riassumibili:
- esoneri per i collaboratori dei dirigenti scolastici per le scuole in reggenza;
- scorrimento delle graduatorie degli idonei ai concorsi docenti della secondaria;
- stop a taglio della carta docente, ma fino al 2024;
- concorso riservato agli insegnanti di religione precari;
- procedura straordinaria per l'assunzione di insegnanti di sostegno;
- titoli di accesso A26 Matematica e A28 Matematica e Scienze saranno integrati entro il 31 luglio;
- docenti abilitati e con tre anni di servizio su sostegno accedono direttamente al TFA sostegno.