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Il punto sulla mobilità 2023: i Sindacati criticano la volontà del Ministero di aggiungere un ulteriore vincolo alla mobilità e chiedono un nuovo incontro politico anche per il nuovo CCNI. it-IT Editoriale 2023-02-20T12:47:24+01:00
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Mobilità docenti 2023, nella bozza spunta un secondo vincolo di mobilità: il ministero stretto fra sindacati e UE

Il punto sulla mobilità 2023: i Sindacati criticano la volontà del Ministero di aggiungere un ulteriore vincolo alla mobilità e chiedono un nuovo incontro politico anche per il nuovo CCNI.

Redazione Universo Scuola
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Il confronto fra sindacati e Ministero sulla mobilità 2023, tenutosi lo scorso 17 febbraio, non ha portato a soluzioni concrete sui vincoli triennali.

Che la strada fosse in salita, lo si poteva dedurre dalla contrapposizione fra le posizioni politiche di Viale Trastevere e le richieste delle organizzazioni sindacali. Queste ultime adesso chiedono un incontro politico in modo da superare i vincoli di mobilità presenti nella bozza del CCNI.

Facciamo il punto della situazione.

Vincoli di mobilità anche per chi ha ottenuto il trasferimento: la posizione del Ministero

Nella richiesta di eliminare i vincoli di mobilità, i sindacati si sono concentrati in particolar modo sul vincolo che impedisce il trasferimento per i docenti neoassunti nell'anno scolastico 2022/2023. Per il Ministero dell'Istruzione e del Merito, tuttavia, è valido anche un altro vincolo di mobilità, ossia quello previsto dal DL n. 73/2021, il cosiddetto Decreto Sostegni bis, convertito con modificazioni nella Legge n. 106/2021. All'articolo 58, comma 2, del testo si legge che:
"Al fine di tutelare l'interesse degli studenti alla continuità didattica, i docenti possono presentare istanza volontaria di mobilità non prima di tre anni dalla precedente, qualora in tale occasione abbiano ottenuto la titolarità in una qualunque sede della provincia chiesta."In pratica, questo vincolo stabilisce che i docenti ai quali è stata accolta una domanda di mobilità nei tre anni precedenti non possono fare richiesta di trasferimento. Si tratta di un vincolo che era presente nel CCNI mobilità 2022-2025, ora in revisione, e che il DL n. 36/2022 sembrava aver superato.

Dalla bozza dell'ordinanza sulla mobilità 2023, invece, pare che il Ministero dell'Istruzione e del Merito voglia riproporlo.

Mobilità 2023: sui vincoli il Governo Meloni attende la risposta di Bruxelles

A spiegare la permanenza di tutti i vincoli di mobilità e la posizione inamovibile del MIM, è Mario Pittoni. Secondo il responsabile istruzione della Lega ed ex presidente della commissione cultura del Senato, non è possibile superare i vincoli a causa di pressioni europee. Per l'UE, infatti, i vincoli di mobilità e la continuità didattica concorrono entrambi ad aumentare la qualità di un sistema scolastico.

Il poco spazio di manovra del Governo Meloni si nota nelle stesse parole di Pittoni, che innanzitutto dichiara:
"Se forze di maggioranza e fronte sindacale sono d'accordo sull'urgenza di superare il vincolo di permanenza dei docenti, spaccafamiglie e ormai economicamente insostenibile senza peraltro garantire continuità didattica agli studenti, va trovato il modo per riuscirci."Ma subito dopo precisa:
"Con il ministero lavoriamo a un nuovo confronto con Bruxelles, visto che le risposte tardano. Chi senza documentarsi spara a zero contro tutto e tutti perché la questione non è ancora risolta, non rende un buon servizio alle vittime del vincolo."Insomma, sul fronte dei vincoli di mobilità 2023 il governo appare spaccato. Da un lato, vuole fare la voce grossa in Europa per questioni sulle quali ha già preso impegni su base nazionale. Dall'altro, invece, deve comunque attendere la risposta dell'Unione Europea.

In mezzo, come peraltro segnalato anche da Pittoni, ci stanno i docenti che non possono richiedere un trasferimento o ricongiungersi alle proprie famiglie, se non accettando supplenze.

Il doppio vincolo alla mobilità è insensato: i sindacati chiedono un incontro politico

La presenza del secondo vincolo di mobilità nella bozza dell'ordinanza ha scatenato le polemiche da parte dei sindacati, che infatti hanno richiesto un incontro politico al Ministero. In particolare, ANIEF illustra l'insensatezza della norma sul vincolo al trasferimento per chi ha già ottenuto un trasferimento. Il presidente nazionale Marcello Pacifico sostiene che è incomprensibile il motivo per cui si debba trattenere il personale che ha chiesto e ottenuto di spostarsi in una scuola:
"Quanti potrebbero chiedere nuovamente di spostarsi dopo pochi mesi dalla destinazione ottenuta? Certamente pochissimi. Allora perché obbligarli a rimanere in quella sede? Vale lo stesso discorso del vincolo gratuito voluto per i neo-assunti: la continuità didattica non passa per questi blocchi"
Al contrario, secondo ANIEF, la soluzione al problema della continuità didattica va ricercata attraverso la copertura delle cattedre libere e l'immissione in ruolo di precari e idonei ai concorsi. Come ANIEF, anche gli altri sindacati si uniscono nel richiedere un incontro politico e nel rifiutare le proposte emerse durante il confronto del 17 febbraio.

In particolare, per FLC CGIL:
"questa proposta, estranea ai contenuti della trattativa fin qui svolta, è da respingere su tutta la linea in quanto risulta peggiorativa anche della legge vigente."

Ordinanza sulla mobilità 2023 e nuovo contratto integrativo: a quando la pubblicazione?

Come si può vedere, se già a metà febbraio i tempi per il nuovo CCNI mobilità e per l'ordinanza sulla mobilità 2023 erano stretti, adesso lo sono ancora di più. Il rischio di un atto unilaterale da parte del Ministero è sempre più presente, dal momento che allo stato attuale un'intesa sembra difficile.

Potremo saperne di più nei prossimi giorni, nel corso dei quali capiremo se ci sarà un nuovo confronto fra organizzazioni sindacali e Ministero. O se, come molti temono, verrà pubblicata la nuova ordinanza sulla mobilità 2023 senza compromessi.

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