È previsto per oggi l'incontro tra il Ministero dell'Istruzione e le sigle sindacali Cgil, Uil, Snals e Gilda che dovrebbe condurre alla firma del contratto di mobilità del personale docente, ATA ed educativo per il triennio 2022/25. Tuttavia, allo stato attuale, pare che la questione non sia più tanto certa dal momento che, a seguito della lettura della bozza, i sindacati hanno fatto pervenire una missiva al Ministero in cui vengono sollevati non pochi dubbi in merito all'eventuale "disparità" che si verrebbe ad instaurare approvando il testo.
La missiva dei sindacati: i punti sollevati
"Trattandosi di una nuova e diversa proposta, rappresentiamo, ora, la necessità di una attenta e ponderata valutazione del testo".Scrivono unanimemente i sindacati, ringraziando il Governo per la "disponibilità ad affrontare alcune tematiche precedentemente non prese in considerazione". Allo stesso tempo, però, formulano una serie di osservazioni precipue, riservandosi anche la possibilità di scrivere ulteriormente e individualmente al Ministero.
Le questioni sollevate sono, sostanzialmente, quattro:
Primo punto
"Il CCNI mobilità ha vigenza triennale e si riferisce ad una materia demandata dal contratto collettivo nazionale: occorre pertanto prevedere la sua riscrittura per i successivi anni 2023-24 e 2024-25 nel caso venga sottoscritto il nuovo CCNL del triennio 2019/2021".In altre parole, i sindacati, nel momento in cui verrà sottoscritto il contratto nazionale del comparto, chiederanno di rivedere il CCNI sulla mobilità in quanto si creerebbe altresì una disparità tra i docenti assunti in anni scolastici diversi: per qualcuno, infatti, il vincolo si esaurirebbe già dopo questo anno scolastico, per qualcun altro rimarrà anche per i prossimi.
Secondo Punto
"Il linguaggio da utilizzare è di natura pattizia e non deve riproporre con continuità i riferimenti di legge, assumendoli come fonti regolatrici. Le precisazioni che l'Amministrazione ritiene di apporre rispetto alla fattispecie a cui ci si riferisce troveranno sede nell'ordinanza ministeriale. Per ogni altro aspetto le clausole sottoscritte saranno frutto delle elaborazioni pattuite e devono risultare chiare, leggibili da tutti e non assomigliare ad un DPCM".
Con tale punto si richiama la possibilità che l'incontro previsto per la giornata di oggi non sia quello conclusivo perché i sindacati firmatari della nota si stanno concentrando sulla possibilità di sollevare ulteriori questioni.
Terzo punto
"Fortemente discriminatoria è l'imposizione del vincolo di permanenza ai DSGA neo-assunti, rimasti gli unici esclusi dalla mobilità territoriale, per i quali si chiede di avviare un confronto sulle possibili attenuazioni."
Quarto punto
"Le attuali aperture al tavolo sulla mobilità non superano i vincoli esistenti per le assegnazioni provvisorie annuale, né aboliscono le quote restrittive sui trasferimenti".
Come i sindacati intendono modificare i vincoli
I Sindacati muovono sostanzialmente su tre punti, individuati come capitali:
1. Docenti assunti nell'a.s. 2019/20
Con il Decreto Sostegni bis, il loro vincolo è stato ridotto da cinque a tre anni. È loro concesso, pertanto, la possibilità di presentare domanda di trasferimento interprovinciale. Il nuovo vincolo sarà dunque quello posto da questo Decreto, e cioè di altri tre anni dopo l'ottenimento di una sede a seguito di trasferimento.
2. Docenti assunti nell'a.s. 2020/21
Qualora dovesse essere firmato il nuovo CCNI integrativo per il prossimo triennio, anche loro avranno la possibilità di richiedere il trasferimento dopo soli due anni di permanenza nella provincia di assunzione. Una tempistica di gran lunga abbreviato rispetto alla prima istanza - di cinque anni. Saranno inoltre a breve svincolati, a partire dal prossimo anno scolastico, dal vincolo triennale e potranno procedere ad avanzare ulteriore domanda di mobilità. Si noti, però, che per tali docenti la possibilità di presentare domanda è valida solo per questo anno.
3. Docenti assunti nell'a.s. 2021/22
Questi docenti potranno presentare domanda di trasferimento provinciale e/o interprovinciale. Una volta ottenuta la sede prescelta, anche per questi scatta il vincolo triennale introdotto dal Decreto Sostegni bis. Qualora non dovessero ottenere il trasferimento o non presentassero domanda, è previsto che tali docenti restino nella sede di immissione in ruolo e che non abbiano possibilità di presentare ulteriore domanda per i prossimi due anni a venire.