Come avevamo anticipato, il 18 ottobre si è svolta la mobilitazione degli studenti che hanno chiesto un profondo ripensamento della scuola basato su cinque pilastri.
Diverse le associazioni presenti fra studenti, sindacati e realtà della società civile, con la promessa che questa non sarà l'ultimo sciopero di inizio anno scolastico.
Reddito di formazione, investimenti e abolizione dei PCTO: le richieste degli studenti
Nel corso della mobilitazione del 18 ottobre, al centro della protesta ci sono state diverse rivendicazioni da parte degli studenti, organizzate su cinque pilastri:
- legge nazionale sul diritto allo studio;
- abolizione dei PCTO a favore dell'istruzione integrata;
- maggiore rappresentanza e partecipazione;
- scuola sicure a tutela della salute fisica e mentale degli studenti;
- nuovo statuto dei diritti delle studentesse e degli studenti.
Oltre all'Unione degli Studenti, hanno partecipato anche Link Coordinamento Universitario e la Rete della Conoscenza. Nel primo caso, la richiesta è quella di una didattica attenta e inclusiva, nonché di un'università che non si comporti da azienda.
Nel secondo caso, invece, il coordinatore Manuel Masucci mette in chiaro quali sono le richieste degli studenti:
"vogliamo subito un reddito che possa emanciparci dalle condizioni materiali delle nostre famiglie, investimenti in istruzione e ricerca per immaginare un sistema produttivo diverso e sostenibile per il futuro, oltre a mettere in campo politiche attive per non far pagare la crisi alle giovani generazioni"Masucci conclude dando appuntamento a tutti gli studenti per il 18 novembre, data della nuova mobilitazione nazionale.
Abolizione dei PCTO: la posizione e il sostegno di FLC CGIL e FIOM
Ha partecipato alla protesta del 18 ottobre anche la FLC CGIL. Per il segretario generale Francesco Sinopoli, è fondamentale raggiungere la convergenza fra il mondo del lavoro e quello degli studenti.
La Federazione dei Lavoratori della Cultura chiede a questo proposito una svolta per quanto riguarda il diritto allo studio e l'immediata abrogazione dei PCTO. O, quantomeno, dell'obbligo di alternanza scuola-lavoro.
Sulle medesime posizioni anche la FIOM, che in una nota ricorda le morti di Lorenzo Parelli, Giuseppe Lenoci e Giuliano De Seta durante lo svolgimento dei PCTO. Per la Federazione Impiegati Operai Metallurgici, queste tragiche morti
"sono emblematiche dei problemi che attraversano la scuola e gli stessi luoghi di lavoro: per nessun motivo studentesse e studenti durante il proprio percorso scolastico possono essere messi a rischio negli ambienti produttivi"L'alternanza scuola-lavoro non deve trasformarsi mai, conclude il sindacato, in lavoro. Soprattutto quando non è neanche retribuito.
Le realtà della società civile a supporto dello sciopero degli studenti
Alla manifestazione del 18 ottobre, e così anche alla mobilitazione nazionale del 18 novembre, hanno aderito anche diverse associazioni della società civile. Per Libera associazione contro le mafie, è necessario che si mettano al centro l'educare, le vite e i bisogni dei ragazzi e delle ragazze.
Allo stesso tempo, sarà presente anche la Rete Mai Più Lager - No ai CPR, secondo cui
"la scuola è uno dei primi luoghi in cui si manifestano in maniera inarrestabile i cambiamenti della società. La scuola della Costituzione è quella che si riconosce nel rispetto dei diritti che devono essere garantiti"Per Sbilanciamoci che fa sapere è necessario finanziare la spesa per l'istruzione tagliando le spese militari e introducendo la patrimoniale, mentre Brigata Basaglia chiede una maggiore consapevolezza sulla salute mentale.
Presente anche il supporto di Non Una di Meno, per una società
"completamente trasformata: fatta di libertà, dignità, apertura, cura, autodeterminazione, diritto allo studio e al reddito, sanità pubblica e una scuola che sia veramente esperienza di una cultura inclusiva e transfemminista"
Mobilitazione studentesca: serve davvero a qualcosa?
Come si è visto dalle diverse posizioni delle tantissime realtà che hanno aderito alla mobilitazione degli studenti, la scuola rappresenta ancora una volta un crocevia fondamentale per i valori non solo del presente, ma anche del futuro.
Che sindacati, studenti, realtà della società civile - ognuna con le proprie rivendicazioni - trovino coerenza in uno sciopero studentesco, non può che confermare l'importanza della scuola nella formazione dei giovani. E non solo.
Studentesse e studenti lo hanno capito, i sindacati lo hanno capito, la società civile lo ha capito e, il 18 novembre, lo capiranno anche diverse piazze d'Italia.
Sarà così anche per il prossimo Governo, non ancora insediato e già a rischio prima ancora di formarsi?