Durante il meeting di Rimini del 24 agosto le forze politiche, attualmente impegnate nella campagna elettorale in vista del 25 settembre, hanno finalmente messo al centro del dibattito il mondo della scuola e dell'istruzione.
Enrico Letta è stato sonoramente fischiato per due proposte destinate a fare discutere: l'estensione dell'obbligo scolastico fino ai 18 anni e l'asilo obbligatorio per tutti i bambini. Ecco le reazioni delle forze politiche alle idee del segretario Dem.
"Un'idea sovietica fuori da ogni realtà". L'invettiva di Mara Carfagna contro l'asilo obbligatorio
Mara Carfagna, già ministra per il Sud e la Coesione territoriale durante il governo Draghi e ora parte della coalizione del Terzo Polo con Azione di Calenda, boccia senza mezzi termini la proposta dell'asilo obbligatorio, definendola "Un'idea sovietica fuori da ogni realtà".
Carfagna ha, dopotutto, a cuore la questione degli asili, essendo spesso intervenuta insieme al ministro Bianchi sulla definizione dei livelli essenziali di prestazione degli asili nido.
In fase di Legge di Bilancio infatti la ministra Carfagna aveva annunciato che tutti i comuni italiani avrebbero dovuto assicurare dei livelli minimi per gli asili nido, con 33 posti ogni 100 bambini residenti. Questa soluzione dovrebbe così eliminare i dislivelli regionali e imporre degli standard validi su tutto il territorio della penisola.
Attualmente infatti la situazione non è rosea: se in alcune regioni del centro-nord la copertura territoriale degli asili presenta picchi tra il 33 e il 34%, in altre regioni del sud si scende sotto il 14%.
Questa situazione rende secondo Carfagna impossibile attuare la proposta di Letta, in quanto molte madri non avrebbero a disposizione un asilo dove mandare i propri bambini. La situazione viene confermata dalla percentuale di disoccupazione: oltre il 60% delle madri è infatti inoccupata e la mancanza di asili è sicuramente un fattore che contribuisce pesantemente a ciò.
Bisogna dunque procedere con quanto tracciato durante il governo Draghi e utilizzare i fondi del Pnrr per gli investimenti necessari a raggiungere i livelli essenziali di prestazione, con il 33% di posti garantiti come obiettivo nazionale finale.
"Diritto all'istruzione per tutti". Valeria Fedeli favorevole all'estensione dell'obbligo scolastico ai 18 anni
Fa scudo a Letta l'ex ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli del PD, che affida ad una lettera le sue riflessioni sul mondo della scuola e sul suo ruolo nella campagna elettorale che condurrà alle prossime elezioni del 25 settembre.
La posizione di Fedeli parte dal presupposto che il diritto allo studio è qualcosa di inalienabile, a cui ogni bambino ha diritto sin dalla sua nascita. L'estensione dell'obbligo scolastico ai 18 anni sarebbe coerente con i cambiamenti del mondo contemporaneo e garantirebbe l'accompagnamento dello studente nella sua crescita e verso il mondo del lavoro.
Secondo Fedeli, il diritto all'istruzione, alla formazione e all'apprendimento dovrebbe avere più rilievo nella Costituzione, in quanto potenti strumenti per rispondere alle sfide del futuro e per contribuire allo sviluppo della democrazia e della società.
Idee che riprendono le posizioni di Luigi Berlinguer, il quale sosteneva che l'istruzione non può essere considerata un privilegio esclusivo, non rivolto a tutti. Puntare sull'istruzione significa combattere le disuguaglianze e offrire maggiori opportunità ai giovani italiani, così da garantire al paese un futuro migliore.
Il monito finale di Fedeli, rivolto al prossimo governo - qualsiasi esso sia - è dunque quello di investire sulla formazione e sull'istruzione rendendole il più accessibile e inclusive possibile, perché è solo tramite questi valori che è possibile realizzare i propri progetti e dare vita ad una società migliore.