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I presidi italiani guadagnano più dei colleghi stranieri e oltre il 50% in più rispetto ai docenti: lo conferma l'Ocse con il nuovo dossier relativo ai dati del 2021. it-IT Editoriale 2022-10-10T14:43:55+02:00
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Ocse: stipendi elevatissimi per i presidi italiani a dispetto di docenti e colleghi europei

I presidi italiani guadagnano più dei colleghi stranieri e oltre il 50% in più rispetto ai docenti: lo conferma l'Ocse con il nuovo dossier relativo ai dati del 2021.

Redazione Universo Scuola
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L'Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) ha pubblicato il dossier annuale relativo a scuola, formazione, didattica, riforme, tecnologie e retribuzioni. Nello specifico, nella sezione intitolata Education at a glance 2022 si evidenziano gli importi degli stipendi percepiti dai dirigenti scolastici italiani in rapporto sia con i docenti, sia con i colleghi europei.

Il risultato? A dir poco da capogiro: mensilmente, infatti, i presidi guadagnano almeno il 50% in più rispetto agli insegnanti e il loro stipendio risulta decisamente elevato rispetto a quello percepito dai capi d'istituto del resto d'Europa.

Le differenze con il resto del mondo

Secondo i dati rilevati per l'anno 2021, il dislivello di guadagno tra presidi e docenti in Italia non è riscontrabile in altri paesi del mondo, nemmeno nel Regno Unito, che vanta da sempre stipendi molto elevati.

Per fare un calcolo molto preciso, gli esperti dell'Ocse hanno prima convertito le retribuzioni annue in dollari Usa e poi hanno attualizzato i dati in termini di potere d 'acquisto dei consumatori privati; così facendo hanno potuto confrontare lo stipendio di un qualunque dirigente scolastico italiano sia con quello di un collega straniero, sia con quello percepito da un docente.

Le cifre da record

Secondo l'Ocse, i presidi italiani ricevono una retribuzione annua pari a 102mila dollari Usa; a primo impatto potrebbe apparire come una cifra esagerata, ma facendo riferimento alla valuta in Euro si parla di 90mila euro, tra l'altro lordi, che mensilmente ammontano quindi a circa 3.500-4.000 euro.

Il confronto con gli insegnanti è davvero sorprendente: un docente di scuola media, infatti, guadagna circa 42mila e 800 dollari l'anno, quindi intorno ai 1700-1800 euro al mese, cioè tra le cifre più basse del mondo.

In poche parole, i dirigenti scolastici italiani guadagnano 2,38 volte di più rispetto ai docenti e il loro stipendio li conferma come i più "ricchi" tra i 30 Paesi tenuti in considerazione dalle statistiche dell'Ocse. A batterli sono solamente i colleghi australiani, irlandesi, olandesi, inglesi e americani che però, nonostante guadagnino di più, non hanno un differenziale così elevato con le retribuzioni degli insegnanti.

Presidi premiati, docenti mal pagati

I dati, purtroppo, parlano chiaro: se da una parte i presidi italiani vengono valorizzati e premiati per il lavoro svolto, rimane sempre e comunque il problema dei docenti sottovalutati, sminuiti e, soprattutto, sottopagati. Basti pensare che in Finlandia un docente guadagna il 30% in più di un collega italiano, mentre un preside guadagna il 20% in meno di un omologo italiano; lo stesso vale per l'Estonia, dove presidi e insegnanti ricevono praticamente la stessa retribuzione.

Insomma, i docenti italiani si piazzano all'ultimo posto, con i valori più bassi in assoluto e, quindi, con gli stipendi peggiori di sempre.

Critiche e reazioni

La pubblicazione del dossier in questione ha scatenato, come sempre, pareri e reazioni discordanti; in molti, infatti, hanno sottolineato che lo stipendio percepito dai presidi varia in base al numero di alunni, plessi o indirizzi di studio, oscillando tra i 4mila e i 3mila euro mensili. Lo stesso varrebbe per gli insegnanti, che percepiscono uno stipendio diverso a seconda del grado di istruzione.

A tal proposito, l'Ocse ha precisato che i dati rilevati si riferiscono a tutti i docenti e a tutti i presidi dei 30 Paesi presi in considerazione e consistono in medie calcolate sulla base di diversi e numerosi fattori.

Ma si sa: cambiando l'ordine degli addendi, il risultato (purtroppo) non cambia.

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