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Novità in tema pensioni: si discute su Quota 41 e si prevedono ingenti aumenti a partire da gennaio 2023. it-IT Editoriale 2022-11-11T14:48:28+01:00
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Pensioni: Quota 41 e aumenti da gennaio 2023. Le novità anche per il personale scolastico

Novità in tema pensioni: si discute su Quota 41 e si prevedono ingenti aumenti a partire da gennaio 2023.

Redazione Universo Scuola
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In una recente intervista, la ministra del lavoro Marina Calderone ha affrontato il tema delle pensioni, sottolineando come sia necessario lavorare sulle ipotesi già esistenti. A suo dire, il "41 secco", che corrisponde a 41 anni di contributi, non può sussistere se non con qualche sgarro.

La sua idea, al momento, sarebbe quella di spostare l'età pensionistica intorno ai 62-63 anni di età e, volendo, anche a 61; si tratterebbe di una sorta di tampone da mettere in anno per circa un anno, giusto il tempo di dar vita a riforma strutturale più precisa e duratura.

Non a caso, infatti, l'argomento "pensione" non riguarda solo i lavoratori in uscita, ma anche coloro che la pensione devono ancora prenderla, così come tutti i giovani il cui futuro è decisamente incerto in questo senso. Sono tutti "temi che ci dobbiamo porre", ha ribadito la ministra, e la speranza è che finalmente si riesca a mettere un punto definitivo alla questione.

Aumenti pensionistici da gennaio 2023: fino a 100 euro in più al mese

Il ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti ha firmato il decreto che dispone, a partire dal 1° gennaio 2023, un adeguamento delle pensioni pari a +7,3%. L'aumento è stato calcolato tenendo conto della variazione percentuale che è avvenuta negli indici dei prezzi al consumo forniti dall'Istat a novembre 2022.

Grazie alla rivalutazione automatica, il prossimo anno i pensionati riceveranno un aumento non indifferente sulla loro pensione, tant'è che molti di essi potrebbero addirittura recuperare tutto il potere di acquisto perso a causa dell'aumento dei prezzi.

Ogni anno, infatti, l'Inps sottopone a revisione gli importi in modo che vengano adeguati al costo della vita; questa rivalutazione si chiama "perequazione" e serve a proteggere il potere di acquisto delle pensioni rispetto all'aumento del tasso di inflazione.

Gli aumenti delle pensioni

L'aumento sulle pensioni erogate da gennaio 2023 varia in base alla cifra di partenza:

  • da 525 a 564: 38 euro (di aumento);
  • da 722 a 760: 39 euro;
  • da 898 a 950: 52 euro;
  • da 1073 a 1135: 63 euro;
  • da 1244 a 1319: 75 euro;
  • da 1415 a 1503: 88 euro;
  • da 1591 a 1691: 100 euro;
  • da 1752 a 1853: 101 euro;
  • da 1906 a 2017: 111 euro;
  • da 2215 a 2344: 129 euro;
  • da 2826 a 2976: 150 euro.

Nello specifico:

  • pensione mensile lorda dal minimo di 524,35 fino a 2.062,32 euro:
    100% della rivalutazione e aumento a novembre +0,2%
  • pensione mensile lorda da 2.062,33 a 2.577,90 euro:
    90% della rivalutazione e aumento a novembre +0,18%
  • pensione mensile lorda oltre i 2.577,91:
    75% della rivalutazione e aumento a novembre +0,15%

L'adeguamento, al momento, è solo parziale e andrà incontro a un ulteriore aggiornamento; serve sapere quali siano i dati sull'inflazione definitivi dell'anno precedente.

Pertanto, è consigliato consultare il proprio cedolino pensionistico accedendo al servizio Inps gratuito, che permette di controllare in tempo reale l'importo dei pagamenti erogati mensilmente, oltre che le voci e le ragioni che possono comportare delle modifiche.

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