Anche quest'anno il ministro dell'istruzione Patrizio Bianchi ha promosso il Piano Estate, cioè l'apertura delle scuole anche durante la stagione più calda con l'obiettivo di promuovere e migliorare lo spirito di aggregazione e socialità.
Sulla carta il piano è ottimo, peccato che manchino i docenti di ruolo disponibili: le motivazioni, secondo i sindacati, sarebbero da rilevare nell'organizzazione stessa del progetto, che lascia scoperte numerose scuole accentuando, ancora una volta, una sorta di differenza tra "istituti di serie A" e "istituti di serie B".
Il Piano Estate
Stando alle informazioni provenienti dal Ministero, prenderanno il via 57mila progetti durante tutto il corso dell'estate, che coinvolgeranno ben 3.119 scuole. Detta così sembrano davvero numerose (e lo sono), ma ne restano fuori almeno altre 1.881 che non riceveranno i finanziamenti necessari per far partire i progetti ai quali, di conseguenza, dovranno rinunciare.
Ancora una volta, è sempre la stessa solfa: si inneggia alla parità, all'uguaglianza e agli stessi diritti in tutte le parti d'Italia ma, alla fine, ad avere la meglio sono sempre gli stessi (soprattutto i privati). E di fronte a tutto questo sindacati, presidi e docenti non ci stanno.
L'attacco dei sindacati
Dure critiche provengono dal fronte sindacati, nessuno escluso. In prima linea ecco Pino Turi, segretario Uil Scuola:
" Parliamoci chiaro: quella che si fa non è scuola ma assistenza. Stiamo trasferendo risorse dal pubblico al privato - ha sottolineato - con un surplus di lavoro delle segreterie".
Lo segue a ruota Manuela Calza, di Flc Cgil:
"Buone intenzioni e tanta retorica sulla carta ma pochi interventi concreti. Mancano finanziamenti aggiuntivi - ha dichiarato - e c'è la tendenza a delegare il piano fuori dalla scuola pur di farlo. C'è il rischio di privatizzare l'offerta formativa".A dar voce al punto di vista dei docenti, invece, è Francesco Sinopoli di Flc:
"Di fronte alle scelte di questo Governo sulla scuola, scema anche la motivazione dei docenti a dare il proprio contributo in iniziative come questa"Le dichiarazioni di Sinopoli hanno trovato man forte nelle parole di Ivana Barbacci, segretaria generale di Cisl Scuola:
"Molte scuole lamentano il fatto di avere le risorse assegnate sulla carta ma non averle in cassa. Inoltre non basta dire che le aule sono aperte d'estate: serve una progettualità che non può essere chiesta alle scuole nel giro di poco tempo".Secondo la segretaria, infatti, il Ministero prima pubblicizza dei nuovi progetti e poi fa ricadere tutte le incombenze pratiche e burocratiche su presidi e docenti che, ovviamente, non hanno assolutamente voglia di star dietro a tutto questo anche in estate.
Il parere dei presidi
Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione Nazionale Presidi, ha tirato in ballo anche l'aspetto economico, sottolineando che
"le risorse per il Piano estate arrivano dai Pon ma spesso le segreterie non sono esperte e le rendicontazioni sono troppo onerose".Alle sue dichiarazioni sono seguite le polemiche di dirigenti scolastici di ogni parte d'Italia, che hanno lamentato diverse lacune e mancanze da parte del Ministero:
- i fondi non bastano per tutte le scuole e questo crea una forte discriminazione;
- molti istituti fanno fatica a gestire l'aspetto burocratico, quindi avrebbero bisogno di un aiuto;
- è certamente lecito dare priorità agli istituti che hanno risentito maggiormente della pandemia, ma anche le scuole economicamente benestanti dovrebbero poter usufruire degli stessi diritti;
- non ci sono i tempi necessari per la realizzazione dei progetti, tanto che molti presidi rinunciano addirittura a farne richiesta.
Al momento, purtroppo, non pare ci siano novità da parte del Ministero. Si attendono notizie migliori nelle prossime settimane.