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Eurydice ha pubblicato i dati sugli stipendi di docenti e dirigenti per l'anno scolastico 2020/2021: subito le polemiche dei sindacati, che chiedono il rinnovo contrattuale al più presto. it-IT Editoriale 2022-08-01T13:20:07+02:00
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Rapporto Eurydice su stipendi insegnanti: è polemica coi sindacati, che chiedono il rinnovo del contratto scuola

Eurydice ha pubblicato i dati sugli stipendi di docenti e dirigenti per l'anno scolastico 2020/2021: subito le polemiche dei sindacati, che chiedono il rinnovo contrattuale al più presto.

Redazione Universo Scuola
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Per la prima volta, vengono pubblicate a luglio le tabelle di riferimento del rapporto Eurydice sulla retribuzione di insegnanti e dirigenti scolastici. Se quindi il rapporto completo sarà come al solito atteso per ottobre, sono già consultabili i dati sugli stipendi dell'anno scolastico 2020/2021.

In un contesto che vede pochi avanzamenti sul fronte del rinnovo contrattuale per i docenti, la pubblicazione delle tabelle ha generato immediatamente polemiche da parte dei sindacati.

Rapporto Eurydice: il dato sulle retribuzioni di docenti e dirigenti scolastici

Il Rapporto Eurydice certifica, a cadenza annuale, la situazione salariale degli insegnanti europei e dei dirigenti scolastici. In particolare, con riferimento alla categoria dei docenti, vuole evidenziare:

  • quali sono i livelli salariali;
  • quali sono le prospettive di carriera;
  • qual è la crescita dello stipendio nel tempo;
  • aumento o diminuzione del potere di acquisto.

Da questo punto di vista, i dati 2020/2021 non si distanziano poi così tanto da quelli emersi nel rapporto dell'anno scorso. Rispetto alla media europea, infatti, i docenti italiani guadagnano su base annuale circa 8 mila euro in meno, con un divario che aumenta a 11 mila euro con 15 anni di esperienza.

Certo, a voler vedere il bicchiere mezzo pieno (o forse meglio dire almeno un po' pieno), il rinnovo del contratto scuola potrebbe ridurre il divario. Parliamo comunque di circa 50-60 euro netti al mese, che non sembrano un serio riconoscimento della professionalità dell'insegnamento o un adeguamento ai dati europei.

Del tutto assimilabile ai dati dell'anno scorso anche il rapporto fra gli stipendi dei docenti e quelli dei dirigenti scolastici, con i secondi che sono circa il doppio rispetto ai primi. Se i dirigenti guadagnano infatti 75 mila euro annui già a inizio carriera, per i docenti stiamo sui 29-33 mila euro.
Il divario si assottiglia di poco a fine carriera, ma come si può immaginare la situazione non cambia di molto.

Situazione degli stipendi immutata e insostenibile, per UIL Scuola e SNALS

A inaugurare il fuoco delle dichiarazioni sui dati pubblicati da Eurydice è UIL Scuola, nelle parole del segretario generale Pino Turi:
"Come un orologio ogni anno dobbiamo commentare la distanza nelle retribuzioni dei docenti italiani in rapporto ai colleghi della zona UE. Non solo, il vero problema (scandaloso) è che questa distanza è già riscontrabile nelle retribuzioni italiane rapportate ai colleghi del pubblico impiego con qualifiche equipollenti, che registrano distanze di oltre 5 mila euro."Un commento che certifica non solo la gravità del problema evidenziato dal rapporto Eurydice, ma anche la sostanziale immobilità dall'anno scorso e dagli anni precedenti. Il rinnovo del contratto scuola, che dovrebbe dare ossigeno agli stipendi degli insegnanti, in realtà prevede un aumento del 3,5% a fronte di un'inflazione che viaggia sull'8%. Senza considerare che si rinnoverebbe un contratto già scaduto.

Vista la situazione, conclude il segretario generale di UIL Scuola, è meglio anticipare l'erogazione delle risorse esistenti e nel frattempo portare avanti la trattativa per un contratto che va ulteriormente finanziato.

Sulla stessa lunghezza d'onda anche Elvira Serafini, segretaria generale SNALS, secondo cui il dato più allarmante è la differenza di retribuzione fra gli insegnanti e gli altri dipendenti pubblici:
"Senza un'inversione di tendenza nelle politiche per il personale della scuola sarà difficile raggiungere gli obiettivi di miglioramento della qualità del servizio scolastico e di contrasto alla povertà educativa previsti dal PNRR."

Rinnovare al più presto il contratto scuola: la posizione di ANIEF, FLC CGIL e CISL Scuola

Spinge sul rinnovo del contratto scuola anche ANIEF, secondo cui è di vitale importanza arrivare all'accordo per un contratto ponte che copra il periodo 2019-2021. Di certo su questo punto la palla passa al Governo, che fra crisi e decreto aiuti si fa attendere soprattutto per quanto riguarda la prossima finanziaria.

Sostiene il presidente ANIEF Marcello Pacifico:
"Considerando che a docenti e personale ATA diamo già stipendi nettamente più bassi di quelli assegnati in Europa, [...] per noi, portare in busta paga subito i 107 euro lordi già stanziati con le ultime Finanziarie, assieme ai quasi 3 mila euro di arretrati, rimane una priorità."Sull'importanza della prossima legge di bilancio si esprime anche FLC CGIL, che per il segretario generale Francesco Sinopoli sarà determinante. E questa è una linea condivisa anche con CISL Scuola, nonostante gli screzi sul CCNI mobilità 2022 che ha visto la riapertura delle trattative.
Per la segretaria generale Ivana Barbacci è fondamentale avere al più presto un nuovo contratto e, allo stesso tempo, è inaccettabile il continuo rinvio.

ANCODIS non ci sta: nessuno stupore per i dati, servono politiche concrete

Al comune coro delle polemiche da parte dei sindacati si unisce anche ANCODIS, l'associazione che riunisce i collaboratori dei dirigenti scolastici. In un comunicato a seguito del rapporto Eurydice, tuttavia, il sindacato ci tiene a distanziarsi dall'apparente stupore per i dati emersi dalle tabelle appena pubblicate. Si legge nel comunicato:
"appaiono ancor più sorprendenti le dichiarazioni dei leader politici e dei segretari dei sindacati rappresentativi che sembrano venire dal mondo della luna. Invece, nulla di nuovo! Semplicemente abbiamo la conferma di quanto sappiamo e sul quale ci confrontiamo da anni così come leggiamo nei precedenti rapporti."Per ANCODIS, ad emergere ed essere poste al centro del dibattito dovrebbero essere alcune grandi questioni contrattuali che, spesso, non vengono neanche affrontate:

  • la scuola italiana non prevede la progressione di carriera professionale del docente, ma soltanto la lenta e arcaica progressione stipendiale per anzianità;
  • il sistema scolastico italiano non prevede la retribuzione economica proporzionale alla quantità e qualità di lavoro didattico e organizzativo svolto dentro e fuori gli ambienti di apprendimento;
  • le attività aggiuntive necessarie per il funzionamento organizzativo e didattico sono retribuite in modo forfettario e non come meriterebbero;
  • per avanzare nella fascia stipendiale, in Italia non bisogna essere competenti e lavorare di più e bene, ma attendere l'inesorabile invecchiamento;
  • le risorse umane e professionali della scuola non hanno alcuna forma di valorizzazione, tanto che conviene fare il minimo contrattuale.

Incarichi aggiuntivi e conseguenti responsabilità vengono riconosciuti dai sistemi scolastici esteri, mentre in Italia sono oggetto di contrattazione di istituto con retribuzioni modeste. Ne avevamo parlato in merito ai coordinatori di classe.

Il presidente di ANCODIS Rosolino Cicero conclude così:
"Siamo di fronte ad un ARCAICO status professionale della funzione docente per la quale Ministero ed OO.SS. devono trovare soluzione. Se vogliamo davvero dare un nuovo impulso alla scuola italiana allora occorre ripartire dalle risorse umane incominciando nel prossimo CCNL a riconoscere a Cesare quel che è di Cesare!"Con la speranza, ci permettiamo di aggiungere, di non fare la sua stessa fine.

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