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Il rientro a scuola è segnato da un'ondata di freddo. Molte scuole in difficoltà. In vigore anche nuove regole anti-Covid più permissive. it-IT Editoriale 2023-01-09T15:20:52+01:00
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Rientro a scuola: tra freddo e nuove regole anti-Covid. Niente personale aggiuntivo.

Il rientro a scuola è segnato da un'ondata di freddo. Molte scuole in difficoltà. In vigore anche nuove regole anti-Covid più permissive.

Redazione Universo Scuola
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9 gennaio, giorno di rientro a scuola. Un ritorno tra i banchi segnato dall'arrivo del grande freddo e dall'entrata in vigore di nuove regole anti-Covid. Come previsto, il periodo festivo ha visto un rialzo della curva dei contagi; dal 23 al 29 dicembre l'incidenza settimanale è infatti aumentata da 207 a 231 casi ogni 100.000 abitanti.

Contestualmente, arriva anche un'ondata di freddo che mette a dura prova molte classi. Sono molti infatti i riscaldamenti insufficienti e il dover tenere le finestre aperte da protocollo non aiuta. Non è infine previsto nessun personale aggiuntivo, che negli ultimi anni ha svolto un servizio fondamentale nell'economia scolastica.

Nuove regole anti-Covid: tutto quello da sapere al rientro a scuola

Il rientro a scuola coincide con il termine del periodo festivo che ha visto, come facilmente prevedibile, un aumento dei contagi. L'approccio del governo Meloni rimane comunque quello di una convivenza serena, per quanto possibile, con il virus.

La normativa di riferimento per quanto riguarda le regole anti Covid è la legge n. 199 del 30 dicembre 2022, di conversione del cd. Decreto anti-rave a sua volta intervenuta sul Decreto-legge n. 24 del 24 marzo 2022 relativo alle "Disposizioni urgenti per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell'epidemia da COVID-19".

Dal 1° gennaio dunque, per le persone positive a un test diagnostico molecolare o antigenico, è previsto l'isolamento, con le seguenti modalità:

  • Per coloro che sono asintomatici sin dall'inizio, o non presentano più sintomi da almeno 2 giorni, l'isolamento termina dopo 5 giorni dal primo test positivo o dalla comparsa dei sintomi, indipendentemente dall'effettuazione di un test antigenico o molecolare;
  • Sempre per gli asintomatici, l'isolamento può terminare anche prima dei 5 giorni previsti, se si effettua un test antigenico o molecolare dall'esito negativo presso una farmacia o una struttura sanitaria;
  • I soggetti immunodepressi possono uscire dall'isolamento dopo un periodo minimo di 5 giorni. Devono necessariamente presentare un test antigenico o molecolare con esito negativo;
  • Gli operatori sanitari possono uscire dall'isolamento se asintomatici da almeno 2 giorni, con test antigenico o molecolare negativo;
  • Coloro che sono entrati in Italia dalla Repubblica Popolare Cinese nei 7 giorni subito precedenti al primo test positivo, possono uscire dall'isolamento dopo minimo 5 giorni dal primo test positivo. Devono essere inoltre asintomatici da almeno 2 giorni e negativi al test antigenico o molecolare.

Rientro a scuola: serve il tampone negativo?

Per il rientro a scuola, o sul posto di lavoro, non ci sono indicazioni specifiche. La mascherina FFP2 in determinate situazioni è obbligatoria e vanno evitati gli ambienti affollati, ma non ci sono norme apposite.

Queste indicazioni lasciano spazio all'ambiguità: la scuola si può considerare un ambiente affollato? La situazione è gestibile indossando solo la mascherina senza fare il tampone? Queste incertezze rischiano di favorire l'aumento dei contagi?

In generale, una volta terminato l'isolamento, vanno comunque usati i dispositivi di protezione individuale (mascherina FFP2) fino a dieci giorni dall'inizio dei sintomi o dal primo tampone positivo. Se si fa un tampone e risulta negativo, si possono comunque interrompere queste misure.

Per i contatti stretti è invece prevista l'autosorveglianza, durante la quale è obbligatorio indossare la mascherina FFP2 al chiuso o in presenza di un assembramento. Queste regole vanno seguite fino al quinto giorno dall'ultimo contatto stretto. Il tampone è consigliato solo se si manifestano sintomi sospetti durante i 5 giorni di autosorveglianza.

Ondata di freddo in arrivo: i riscaldamenti delle scuole non bastano

L'ondata di freddo in arrivo, specialmente al Centro-Nord, e il rincaro dei costi dell'energia, non facilitano il rientro a scuola. Le scuole hanno infatti ridotto la potenza e la durata dei riscaldamenti, mentre continua a essere in vigore il protocollo che obbliga a tenere le finestre aperte.

Ciò significa che per combattere il Covid, si rischia di esporre gli studenti a raffreddori e influenza. Per evitare di soffrire troppo il freddo si può rimediare vestendosi a cipolla oppure optando per dei ricambi d'aria periodici, spalancando le finestre periodicamente per pochi minuti.

Questi rimedi lasciano intravedere la debolezza strutturale delle scuole italiane. Il noto portale Skuola.net ha infatti svolto un sondaggio su 5.000 alunni delle superiori. L'esito è impietoso: il 44% degli intervistati, quasi la metà, ha parlato di "Gelo" durante le lezioni, manifestando un disagio importante.

La situazione peggiora se si pensa che un'ulteriore 31% segnala la presenza di disagi generici in classe. Solo il 25% degli studenti, un quarto, ha invece affermato che la propria classe ha un clima gradevole.

Personale aggiuntivo: nessuna novità per l'organico Covid

Non è infine previsto il ricorso a personale aggiuntivo. L'organico Covid, fondamentale per affrontare la fase più difficile della pandemia, non tornerà nelle scuole italiane. Il governo Meloni agisce dunque in continuità col governo Draghi.

Una scelta criticata dal presidente dell'Anief Marcello Pacifico, che sottolinea come con le tante attività aggiuntive previste dal Pnrr, servirebbe ulteriore forza lavoro, specialmente alla luce dell'aumento dei contagi che potrebbe periodicamente ridurre il personale scolastico per diversi giorni.

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