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L'insediamento del nuovo governo sarà decisivo per la sorte del contratto scuola, ma Uil Scuola denuncia il rischio che i fondi vengano destinati ad altro. it-IT Editoriale 2022-10-03T14:47:12+02:00
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Rinnovo contratto scuola. Secondo la Cisl deve essere la priorità del nuovo governo, ma secondo Uil Scuola i fondi vengono destinati ad altro

L'insediamento del nuovo governo sarà decisivo per la sorte del contratto scuola, ma Uil Scuola denuncia il rischio che i fondi vengano destinati ad altro.

Redazione Universo Scuola
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Negli ultimi giorni si è molto discusso del rinnovo del contratto scuola, nella speranza che le trattative possano concludersi prima della Legge di Bilancio del 2023. Dopo l'esito delle elezioni politiche del 25 settembre i sindacati si sono infatti espressi a riguardo dell'argomento, evidenziando che il tema del contratto scuola deve essere tra le priorità del nuovo governo. Al momento però i segnali non lasciano ben sperare.

Uil scuola denuncia: i fondi per il rinnovo del contratto scuola vengono destinati ad altro

Nei giorni immediatamente successivi alle elezioni Ivana Barbacci, segretaria generale di Cisl Scuola si era augurata che il nuovo Governo, una volta insediatosi, potesse mettersi subito all'opera per rinnovare il contratto di lavoro del comparto scuola. Uil Scuola ha però recentemente denunciato un fatto preoccupante: secondo Giuseppe D'Aprile infatti le cifre destinate al rinnovo del contratto scuola saranno destinate ad altro.

Sul sito di Uil si legge quanto segue:
"E' già successo: quasi 2 miliardi di euro destinati alla scuola scostati dai fondi del PNRR.
E si prosegue: 300 milioni del budget a disposizione per il rinnovo del contratto di lavoro del personale della scuola, altri 28 milioni dal fondo di istituto vengono destinati ad altro."
Secondo D'Aprile le misure dipendono dalle politiche ragionieristiche che condizionano gli investimenti. Bisogna insomma far quadrare i conti, ma non vengono considerate le giuste priorità.

Mentre in tutti i settori si prova dunque a fronteggiare la crisi economica cercando risorse, per la scuola si procede in maniera inversa, prelevando risorse dai fondi di valorizzazione professionale per promuovere misure destinate a una piccola minoranza dei lavoratori della scuola:

  • 30 milioni saranno usati per premiare i docenti che rimangono più di 5 anni a scuola. Un premio per la continuità didattica, che riguarderà però appena il 3% dei docenti;
  • 28 milioni destinati a pagare i docenti che vanno a surrogare i dirigenti scolastica in caso di affido di reggenza e per continuare la lotta al Covid;
  • 270 milioni serviranno a rimpinguare il fondo di istituto destinato alla valorizzazione del personale.

Il Mef ha risposto alle critiche, sostenendo che le misure sono collegate alla legge di Bilancio 2022, ma ciò non ridimensiona la criticità della situazione dei lavoratori della scuola, che lavorano con un contratto scaduto e un negoziato che non accenna a trovare conclusione positiva.

Tra i comparti pubblici la scuola è infatti l'unico a non avere concluso le trattative iniziate a maggio: secondo D'Aprile non è questo il clima ideale per cominciare il nuovo anno scolastico e piuttosto che continuare a parlare di obiettivi e compiti della scuola, bisogna risolvere la questione delle risorse da destinare all'istruzione.

Il "Tesoretto Draghi" una possibile soluzione per il rinnovo del contratto scuola

Il "Tesoretto Draghi", ovvero 10 miliardi di euro lasciati dal primo ministro uscente al nuovo governo - presumibilmente guidato da Giorgia Meloni - potrebbe essere un valido aiuto per rinnovare con successo il contratto scuola.

Questa cifra si andrebbe infatti ad aggiungere alle risorse, insufficienti, già a disposizione per il rinnovo del contratto, la cui vigenza ricordiamo è scaduta in data 31 dicembre 2021. La somma attualmente disponibile proviene infatti dalle Leggi di Bilancio 2019, 2020 e 2021, con aggiunzione delle disposizioni conseguenti alla Legge di Bilancio 2022.

Le attuali risorse previste garantirebbero un aumento del 3,78% che corrisponde a una cifra di poco superiore a 87 euro lordi mensili per 13 mesi di contratto. Una prospettiva non esattamente rosea, su cui è impossibile fare previsioni esatte fino alla formazione del nuovo governo.

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