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La dirigente scolastica Scicolone dice la sua su alcuni dei temi trattati durante lo sciopero del 30 maggio. Le sue dichiarazioni e quelle di altri insegnanti it-IT Editoriale 2022-06-01T15:50:42+02:00
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Sciopero 30 maggio. L'opinione di Scicolone (ANP) : insegnanti marginalizzati da un punto di vista economico e sociale

La dirigente scolastica Scicolone dice la sua su alcuni dei temi trattati durante lo sciopero del 30 maggio. Le sue dichiarazioni e quelle di altri insegnanti

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Durante la trasmissione radiofonica di Rairadiotre "Tutta la città ne parla", Sandra Scicolone ha espresso la sua opinione riguardo diverse delle tematiche trattate durante lo sciopero generale della scuola nella giornata del 30 maggio. La dirigente scolastica, facente parte dello staff di ANP si è soffermata in particolare sul decreto legge 36, provvedimento oggetto di tante discussioni e molto contestato dai lavoratori della scuola

Le dichiarazioni di Scicolone. Momento difficile per la scuola. Critiche sui tagli e sul reclutamento insegnanti

Pur non ritenendola una proposta sbagliata in toto, Scicolone mette in evidenza alcuni punti particolarmente critici del decreto legge n.36. In primis la riduzione al 40% degli aventi diritto alla formazione, ma ancora più in generale il sistema di reclutamento che dovrebbe andare a coprire le 200.000 cattedre vacanti. Scicolone reputa infatti inadeguati i concorsi come metodi selettivi, in quanto non riescono a valutare la motivazione e l'attitudine all'insegnamento del personale. Questi sono infatti elementi fondamentali per svolgere con successo la professione e quindi l'attività didattica.

Gli insegnanti devono essere risorse per trasmettere amore per l'apprendimento e la cultura, in modo da combattere la dispersione scolastica, il cui tasso è spaventosamente alto per un paese di rilievo come l'Italia. Secondo Scicolone il problema non è tuttavia il solo dl n.36, il quale prova comunque a cambiare qualcosa nel sistema scolastico, ma più in generale la scarsa considerazione verso la scuola e i docenti.

I proclami del governo perdono infatti di senso nel momento in cui vengono comunque operati tagli alle risorse dedicate alla scuola, istituzione che ha avuto un ruolo fondamentale nel difficile periodo pandemico.

Lo scenario descritto da Scicolone trova purtroppo riscontro nel confronto tra lo stato di salute della scuola e dei suoi lavoratori in Italia, con i corrispettivi esteri. I dati infatti sono impietosi: l'Italia è infatti tra i paesi europei in cui la scuola riceve meno risorse, con ripercussioni negative sugli stipendi dei suoi lavoratori.

Ardone, Corlazzoli e Auci. Altre opinioni importanti su scuola e sciopero

L'insegnante di Italiano e acclamata scrittrice Viola Ardone ha preso anche lei parte alla trasmissione "Tutta la città ne parla". Come Scicolone, riconosce che il problema non è tanto il tema dello sciopero, quanto lo stato generale della scuola italiana.

Centrale nel periodo pandemico, con una rinnovata attenzione su temi quali le classi pollaio o le insufficienze strutturali, la scuola è tornata in secondo piano e manca il progetto di una riforma che vada a cambiare realmente il sistema scuola dal basso.

Secondo Ardone centrale deve essere il rapporto tra alunni e insegnanti, con questi ultimi che devono assolutamente studiare modi per coinvolgere i ragazzi e stimolarli all'attenzione e all'apprendimento, per evitare quell'impoverimento culturale tristemente rilevato dalle statistiche nazionali riguardanti la capacità di comprensione testuale dei giovani.

Alex Corlazzoli, maestro elementare, ha scelto di non partecipare allo sciopero (sull'infelice scelta del periodo di fine anno anche Scicolone e Ardone si erano pronunciato). Senso del dovere verso i suoi piccoli alunni, ma non per questo il suo parere non è critico verso la scuola.

Anche Corlazzoli appoggia le motivazioni dello sciopero, puntando il dito contro la formazione obbligatoria, vista come un pretesto per finanziare l'Alta scuola di formazione. Presa di mira anche la disparità tra docenti, conseguenza inevitabile del fatto che solo il 40% potrebbe partecipare alla formazione. Scetticismo invece riguardo la possibilità di una riforma totale, per motivi politici e per la difficoltà stessa di molti insegnanti a gestire un cambiamento troppo brusco. L'auspicio di Corlazzoli è dunque quello che gli insegnanti riescano a prendere consapevolezza della loro centralità, tornando a essere autorevoli anche all'interno di un sistema scolastico che non ne valorizza il profilo professionale e umano.

La mette sul sociale Stefania Auci, insegnante di sostegno e autrice di "I Leoni di Sicilia". La scuola ha infatti il compito di rappresentare lo Stato e in alcuni quartieri difficili è l'unica istituzione presente. Come può un docente servirsi motivato e valorizzato di fronte ad un ruolo così importante quando la sua paga è poi la più bassa di tutta l'Europa? Una situazione che peggiora poi con i continui tagli, che vanno a mortificare ulteriormente i lavoratori del mondo della scuola. Istruzione e società sono infatti secondo Auci le gambe su cui poggia la società, ma anche i settori dove lo Stato si rivolge più spesso per reperire i fondi necessari.

Conclude il suo intervento con delusione Stefania Auci, che constata come una volta terminata l'emergenza pandemica la scuola e gli insegnanti siano di nuovo, nei fatti, lontani dalle priorità dello Stato.

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