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Il caro-energia non deve essere contrastato dalla scuola: no a DAD e settimana corta, previsti emendamenti su sistema scolastico e formazione entro settembre. it-IT Editoriale 2022-09-02T10:45:39+02:00
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Scuola, entro settembre il via alle riforme del Pnrr. No alla DAD contro il caro-energia

Il caro-energia non deve essere contrastato dalla scuola: no a DAD e settimana corta, previsti emendamenti su sistema scolastico e formazione entro settembre.

Redazione Universo Scuola
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Durante l'ultimo Consiglio dei Ministri, il premier Mario Draghi è stato molto chiaro: bisogna accelerare sull'attuazione delle riforme previste dal Pnrr, in modo da raggiungere 11 obiettivi già entro il mese di settembre, soprattutto per quanto riguarda il mondo della scuola.

Attualmente, sono 9 i traguardi raggiunti dal Pnrr e, cavalcando l'idea di anticipare il programma condiviso con il resto d'Europa, l'Italia intende portare a termine più del 50% dei punti previsti e con scadenza a fine anno.

Ecco perché la Presidenza del Consiglio ha chiesto ai ministeri di impegnarsi affinché, entro settembre, si possano adottare alcune delle riforme previste per il sistema di istruzione primaria e secondaria, anche se dovesse servire un provvedimento d'urgenza.

Tra le questioni prioritarie, poi, rientrano anche la riforma degli istituti tecnici e professionali, la riorganizzazione del sistema scolastico e la riforma del sistema di orientamento.

Riforma degli istituti tecnici e professionali

La sezione del Pnrr riferita alla scuola parla di 6 riforme ben precise: si legge che la riforma punta ad allineare il percorso didattico offerto dagli istituti tecnici e professionali alla richiesta di competenze da parte del mondo del lavoro. Così facendo, i ragazzi si diplomeranno con una conoscenza tale da poter subito iniziare a lavorare, andando così ad aumentare l'occupabilità e incrementare il reddito territoriale.

Riforma del sistema di orientamento

Per quanto riguarda il sistema di orientamento, la riforma prevede l'introduzione di moduli specifici nelle scuole secondarie di I e II grado e una piattaforma appositamente dedicata e completa di tutta l'offera formativa terziaria degli Atenei e degli ITS. L'obiettivo è di armonizzare e far comunicare tra loro sistema di istruzione, Università e mondo del lavoro, in modo da garantire agli studenti una prosecuzione chiara e lineare del percorso di studi scelto e ridurre i cadi di abbandono scolastico.

La riforma, inoltre, prevede anche l'ampliamento della sperimentazione di licei e istituti tecnici quadriennali, oltre che altre 1000 classi in altre scuole. L'obiettivo è di adottare questa misura entro il 2022.

Riorganizzazione del sistema scolastico

La riforma inerente la riorganizzazione del sistema scolastico punta a lavorare su due fronti: il numero degli studenti per classe e il dimensionamento della rete scolastica.

A causa della riduzione della natalità in Italia, nei prossimi anni il numero di studenti iscritti nelle scuole tenderà a diminuire in modo del tutto naturale, il che porterà a una minore necessità di personale scolastico. Questo scenario non può passare inosservato e richiede certamente un intervento preventivo e tempestivo che, al momento, è visto in una riduzione degli alunni per classe.

Caro energia, la scuola non si tocca: gli interventi di Cingolani e Bianchi

Negli ultimi giorni si è tanto parlato di DAD come mezzo di contrasto al caro-energia. Il Governo ha preso una posizione netta al riguardo, ed è assolutamente negativa. La sua proposta, molto più ponderata, prevede lo spegnimento dei termosifoni 1 ora prima nelle abitazioni private e negli uffici pubblici, oltre che l'abbassamento di 1°C (da 20°C a 19°C).

Nello specifico, il responsabile della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha risposto in modo secco e deciso all'idea cavalcata in campagna elettorale che prevederebbe il ritorno in DAD e l'introduzione della settimana corta a scuola: "Non scherziamo, le scuole non si toccano, i ragazzi hanno già pagato sulla loro pelle la pandemia".

Anche Patrizio Bianchi si allinea alla risposta di Cingolani: "La scuola deve essere ultima a pagare eventuali problemi", ha ribadito il ministro dell'istruzione, sottolineando che non devono essere di certo studenti e personale scolastico a rimetterci se il costo del gas tende ad aumentare. E aggiunge: "Stiamo investendo tempi prolungati, sui tempi pieni, stiamo dando risorse per le mense e per le palestre ma questo è un altro piano"

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