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La polemica sui top in classe e la protesta di alcuni studenti di Monza mirano a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla parità di genere. Quali sono le azioni previste dal Governo? it-IT Editoriale 2023-06-28T10:12:58+02:00
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Scuola e parità di genere, fra le proteste degli studenti e le iniziative del Governo

La polemica sui top in classe e la protesta di alcuni studenti di Monza mirano a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla parità di genere. Quali sono le azioni previste dal Governo?

Redazione Universo Scuola
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Dopo il caso dei banchi a rotelle portati in discarica, si parla nuovamente di una scuola di Venezia. Nei giorni scorsi è infatti scoppiato il caso del liceo artistico statale Marco Polo e del divieto per le ragazze di indossare un top. Questo abbigliamento, secondo alcune ricostruzioni, sarebbe inadatto a un contesto scolastico e per di più potrebbe distrarre i ragazzi. Di fronte a delle affermazioni così forti, può essere utile capire cosa è successo e qual è il significato delle proteste avviate dagli studenti.

"Cambiate mentalità, non i vestiti": la protesta degli studenti del liceo Marco Polo

Secondo quanto riportato dagli studenti del liceo veneziano, una professoressa di educazione fisica avrebbe vietato alle ragazze di indossare il top a lezione. La motivazione: sarebbe inadatto al contesto scolastico e finirebbe per distrarre i ragazzi.

Il divieto ha però scatenato l'effetto contrario: le ragazze si sono presentate in classe tutte con un top e con diversi striscioni di protesta. Il messaggio di uno di questi è inequivocabile: "Cambiate mentalità, non i vestiti".

Non si è fatta attendere tuttavia la replica dell'insegnante coinvolta, che ha chiarito:
Non mi sono mai permessa di dire alle ragazze di coprirsi perché avrebbero distratto i ragazzi. [...] Un giorno una studentessa non indossava un top era proprio in reggiseno: le ho detto di tornare in spogliatoio e lei poi è arrivata a lezione normalmente. La lezione successiva c'erano cinque, sei ragazze che si sono presentate così, con aria di sfida.
Alla base della polemica ci sarebbe quindi il rispetto del contesto scolastico e della propria salute. Come chiosa l'insegnante: "Chiedo solo un abbigliamento consono, magari in pantaloncini o mezze maniche".

Studentesse e studenti in gonna contro il sessismo a Monza

Quale che sia la verità sulla polemica del liceo Marco Polo di Venezia, è innegabile che ci sia una rinnovata sensibilità verso le tematiche di genere. Soprattutto dopo il blocco del DDL Zan in Parlamento, infatti, ci sono state diverse manifestazioni di dissenso in tutta Italia. Ne è un esempio la particolare protesta adottata dagli studenti del liceo Zucchi di Monza contro le discriminazioni di genere e la mascolinità tossica. Mercoledì 10 novembre, tantissime ragazze e ragazzi hanno indossato la gonna per
manifestare il desiderio di vivere in un luogo in cui sentirsi liberi di essere ciò che si è e di non essere definiti dai vestiti che si indossano.
La filosofia di fondo è abbastanza chiara: essere plateali serve ad attirare l'attenzione e sensibilizzare su un tema che le nuove generazioni sentono in misura maggiore.
La preside e i professori del liceo classico si sono detti d'accordo con la manifestazione, e nessun tipo di lamentela è arrivata dai genitori dei ragazzi. L'unica raccomandazione della Dirigente è quella di diffondere il rispetto della parità di genere anche nella quotidianità.

I segnali della Legge di Bilancio sulla parità di genere: sono abbastanza?

Qualcosa si muove anche dal punto di vista della politica, dove l'art. 36 della Legge di Bilancio istituisce il Piano strategico nazionale per le politiche per la parità di genere. Gli obiettivi del piano sono diversi:

  • individuare buone pratiche per combattere gli stereotipi di genere;
  • colmare il divario di genere nel mercato del lavoro, compreso il divario retributivo;
  • raggiungere un equilibrio di genere nei processi decisionali.

Si tratta di un segnale di risveglio da parte delle istituzioni, di fronte a un problema sempre più manifesto. Tuttavia, sarà necessario capire quanto le intenzioni del Governo si trasformeranno in azioni concrete a sostegno della parità di genere.

Un passo avanti è segnato dal Fondo per il sostegno alla parità salariale e dal ripristino dei vecchi requisiti per l'opzione donna. La scelta ha ricevuto il plauso dell'onorevole ed ex Ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina, fra i promotori del provvedimento.

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