Recentemente, Skuola.net e Anp Roma e Lazio hanno lanciato un sondaggio rivolto a tutti gli studenti, il cui risultato si è rivelato estremamente interessante: l'80% degli intervistati, infatti, ha dichiarato che vorrebbe tanto che anche gli insegnanti ricevessero, a fine anno, una pagella e che ad assegnare i voti siano proprio gli studenti.
Ma da dove deriva questa idea? Quali motivazioni spingono gli studenti a nutrire questo desiderio? Sono stati proprio gli organizzatori del sondaggio a cercare le risposte migliori.
Rusconi: desiderano più empatia e valorizzazione
Secondo Mario Rusconi, portavoce di Anp Roma, gli studenti vorrebbero valutare le capacità dei loro insegnanti di "motivare e valorizzare singolarmente gli studenti" e chiedono un "decisivo cambio di passo attraverso nuove strategie comunicative ed empatiche, un loro diretto coinvolgimento che preveda partecipazione attiva nel fare didattica e nell'organizzazione delle attività extrascolastiche".
La pandemia da Covid-19 non ha di certo aiutato il rapporto docente/studente considerando che, al contrario, ha aumentato le distanze sia fisiche, che interpersonali. Adesso però, i giovani chiedono maggiore entusiasmo, più partecipazione, oltre che un migliore aggiornamento per coloro che dovrebbero essere i loro maestri di vita. "I ragazzi, in questo sondaggio, non hanno bocciato professori e presidi: il loro intento - precisa Rusconi - non è stato punitivo ma di denuncia verso il sistema scolastico italiano che non valorizza il merito dei docenti e non prevede il loro aggiornamento".
Nonostante sia fortemente criticato dai sindacati che, per mostrare tutta la loro disapprovazione, hanno indetto lo sciopero del 30 maggio, il decreto legge 36 sembrerebbe rispondere a tutte le richieste portate avanti agli studenti. Sempre secondo Rusconi, infatti, anche le istituzioni governative italiane dovrebbero "pensare un sistema che preveda la valutazione della scuola e chi vi lavora, in modo da poter intervenire su quei punti di debolezza che la distanziano dai nostri giovani", esattamente come accade nei paesi Ocse.
Grassucci: non per vendetta, ma per voglia di miglioramento
Della stessa idea si mostra Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net, che vede nella richiesta degli studenti una critica nei confronti del sistema didattico, pertanto non rivolta direttamente a presidi e docenti.
Gli studenti, infatti, "sono abituati a ricevere voti dagli insegnanti: questa volta si sono espressi non per vendicarsi di pagelle e scrutini ma per costruire insieme a presidi e insegnanti un ambiente scolastico migliore", aggiunge Grassucci, sottolineando come anche ai più giovani stia a cuore il futuro della scuola italiana.
E conclude dicendo: "In fondo è impensabile chiedere agli studenti di dare il meglio di sé quando invece per i docenti l'eccellenza resta un aspetto discrezionale".