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La mobilità non è la causa della discontinuità sul sostegno: lo dichiara Ivana Barbacci di Cisl Scuola it-IT Editoriale 2022-05-23T16:45:14+02:00
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Sostegno e continuità: l'ostacolo principale non è la mobilità, ma i posti vacanti

La mobilità non è la causa della discontinuità sul sostegno: lo dichiara Ivana Barbacci di Cisl Scuola

Redazione Universo Scuola
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Le critiche sulla mobilità scolastica non mancano mai e anche negli ultimi giorni è stata oggetto di numerosi dibattiti, in merito in particolare agli insegnanti di sostegno; secondo alcuni, infatti, la mobilità sarebbe tra le cause principali della discontinuità sul sostegno, destando il disappunto di Ivana Barbacci, segretaria generale della Cisl Scuola.
"Non è la mobilità la causa del problema, ma tutt'altro - ha dichiarato - La continuità negata sui posti di sostegno è un problema reale, ma attenti a non sbagliare clamorosamente bersaglio se si fa della mobilità la causa di un problema che ha tutt'altra origine".
Secondo la segretaria, infatti, l'origine del problema risiede principalmente nei posti vacanti che, ancora oggi, non rispondono alle reali esigenze dei singoli territori: "I posti che possono essere coperti con personale di ruolo sono infatti poco più della metà di quelli attivati ogni anno, non riconoscere che quel fabbisogno rappresenta un dato strutturale è negare la realtà"E aggiunge: "Ma anche i posti in organico di diritto rimangono in gran parte affidati a supplenze, perché non ci sono abbastanza docenti specializzati per coprirli. Basti pensare che ne restano al momento vacanti 30.736, che solo in minima parte si riuscirà a coprire con assunzioni in ruolo".
Il paradosso principale, già altre volte denunciato dal sindacato, sta proprio nel numero di posti disponibili per l'accesso ai percorsi di specializzazione gestiti direttamente dalle Università che si rivelano nettamente più bassi proprio in quelle aree dove ne servirebbero molti di più.

Sulla mobilità, poi, la Barbacci non ha alcun dubbio: "I dati della mobilità di quest'anno, se correttamente riportati, dimostrano in realtà l'esatto contrario di ciò che a prima vista si lascia intendere - dichiara - il numero di trasferimenti su sostegno riportato in questi giorni su "La Repubblica", infatti, in realtà comprende circa 11.000 movimenti che non sono effettivamente tali, in quanto corrispondono ai docenti assunti dalle GPS di I fascia, la cui conferma in ruolo avverrà dal prossimo 1° settembre e che saranno confermati, se definitivamente assunti, proprio sul posto in cui stanno lavorando quest'anno"I dati, in effetti, dimostrano che la mobilità non ha ostacolato il sostegno, anzi, lo ha ampiamente agevolato, così come la norma voluta proprio dai sindacati "grazie alla quale attingendo dalle graduatorie di I fascia abbiamo risposto in modo positivo non solo alle attese dei lavoratori, ma anche alle esigenze di stabilità del sistema".

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