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Gli alunni sparano a una docente con una pistola ad aria compressa e lei denuncia tutta la classe. Il lavoro degli insegnanti sempre più a rischio. it-IT Editoriale 2023-01-12T15:26:43+01:00
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Sparano a una docente con una pistola ad aria compressa: l'insegnante denuncia tutta la classe

Gli alunni sparano a una docente con una pistola ad aria compressa e lei denuncia tutta la classe. Il lavoro degli insegnanti sempre più a rischio.

Redazione Universo Scuola
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Ha fatto molto discutere il caso, risalente a qualche mese fa, di una docente colpita dai suoi alunni al volto, con una pistola ad aria compressa. Come se non bastasse, uno studente della classe ha ripreso il misfatto, pubblicando tutto sui social.

Dopo quanto accaduto ad ottobre la docente ha adesso deciso di denunciare tutti gli studenti della classe coinvolta nell'accaduto. La faccenda non è purtroppo un semplice episodio: sono infatti sempre di più gli insegnanti che lamentano disagi in classe e uno scarso appoggio da parte delle famiglie.

La testimonianza dell'insegnante colpita al volto con una pistola ad aria compressa

Maria Luisa Finatti, la docente coinvolta nella spiacevole vicenda, ha rilasciato un'intervista al quotidiano Il Mattino di Padova, comunicando la sua ferma decisione di denunciare tutti e 24 gli studenti della classe coinvolta.

I reati sono quelli di lesioni personali, oltraggio a pubblico ufficiale, diffamazione a mezzo social e atti persecutori. La denuncia è stata regolarmente depositata al Tribunale dei minori di Venezia da Nicola Rubiero e Tosca Sambinello, i legali della professoressa di scienze e biologia.

Nel corso dell'intervista la docente ha ricostruito i momenti del ferimento. Non solo è stata colpita al volto dagli spari dell'arma ad aria compressa, ma anche il suo benessere psicologico è stato seriamente compromesso.

Il racconto di Maria Lusia Finatti è la testimonianza di una professionista delusa e amareggiata, ma soprattutto incredula di fronte al fatto che dei ragazzi del primo anno, dunque appena entrati alle superiori, potessero avere premeditato qualcosa del genere:
"Non mi sono resa conto subito della situazione, perché non pensavo potessero arrivare a tanto. Alcuni di loro avevano organizzato tutto: uno ha portato la pistola, uno ha sparato, altri hanno filmato con i telefonini. E tutto per cosa? Per diventare famosi, per guadagnare follower su Instagram e TikTok. A loro interessava solo quello. Con la complicità dell'intera classe"La docente racconta anche di avere continuato la sua lezione, subendo poi un'altra raffica di colpi al termine dell'ora. Una volta abbandonata la classe in lacrime, ha denunciato l'accaduto al vicepreside che ha verificato quanto accaduto, ritrovando pistola e pallini nel giardino della scuola.

Cosa è successo dopo? I genitori schierati con i figli

Maria Luisa Finatti non ha più insegnato in quella classe, ma i segni di quanto accaduto sono rimasti e la donna dichiara di vivere il suo lavoro con ansia e con la paura di essere derisa. Inizialmente sono statiquattro gli studenti individuati dal vicepreside: il ragazzo che ha sparato, l'autore della ripresa video, il proprietario della pistola e un complice del gruppetto. Sospesi per cinque giorni l'autore dello sparo e quello del video. Per due giorni invece è dovuto rimanere a casa il proprietario del giocattolo.

La professoressa denuncia anche di essere stata lasciata da sola. Della classe, solo uno studente si è scusato per l'accaduto, mentre i restanti sembrano non aver percepito la gravità della situazione.

Anche da parte dei genitori, nessuna solidarietà. Piuttosto che mostrarsi empatici con l'insegnante, diverse famiglie sono andate direttamente a parlare con la preside, preoccupate per i figli. A sorprendere è soprattutto il fatto che alcuni docenti hanno accusato la collega di non essere stata in grado di gestire la classe quando, la cosa più assurda è il fatto che dei ragazzi hanno introdotto a scuola una pistola ad aria compressa.

Il rammarico più grande di Maria Lusia Finatti è tuttavia quello che il mestiere del docente sia ormai esposto a questi rischi. La denuncia estesa a tutta la classe è un segnale forte, per far sì che comportamenti simili non si ripetano mai più.

Per tutti gli alunni è prevista la formazione di una giornata sul tema dell'educazione civica. Sarà inoltre disposto il colloquio con una psicologa. In conclusione, perentorio il giudizio di Carmela Palumbo, direttrice dell'Ufficio scolastico regionale del Veneto: "Gesto stupido, ci vuole una punizione esemplare".

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