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Il Ministero cambia idea sulla questione dei titoli esteri. Specializzazione e abilitazione saranno valide, ma l'inserimento avverrà in coda alle Gps. it-IT Editoriale 2023-04-05T12:02:37+02:00
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Specializzazione e abilitazione con titoli conseguiti all'estero. Nuova idea del Ministero: inserimento in coda alle Gps

Il Ministero cambia idea sulla questione dei titoli esteri. Specializzazione e abilitazione saranno valide, ma l'inserimento avverrà in coda alle Gps.

Redazione Universo Scuola
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La questione sul riconoscimento dei titoli esteri continua a tenere banco e il Ministero sembra voler cambiare direzione rispetto a quanto espresso in precedenza.

La nuova idea dell'amministrazione è infatti quella di permettere l'inserimento degli aspiranti docenti abilitati o specializzati all'estero in coda alle Gps e non più a pettine come inizialmente pensato. I sindacati reagiscono con perplessità di fronte a questo dietrofront.

Cosa cambia con l'inserimento in coda degli specializzati/abilitati all'estero

Se si esclude Anief, praticamente tutte le associazioni sindacali avevano accolto negativamente l'inserimento a pettine prospettato dal Ministero. L'intenzione era infatti quella di modificare l'ordinanza 112/2022 sulle supplenze. In questo modo molti supplenti già presenti in Gps avrebbero corso il rischio di essere scavalcati dai colleghi in possesso di titoli conseguiti all'estero.

Se invece il Governo accetterà l'ultima proposta del Ministero, ovvero l'inserimento in coda dei docenti abilitati o specializzati all'estero, questi subentrerebbero solo in caso nessuno degli insegnanti regolarmente abilitati in Italia dovesse sottoscrivere un contratto a tempo determinato.

Uil Scuola Rua d'accordo con la proposta del Ministero

Questa soluzione cambia le carte in tavola, ma incontra maggiormente il favore dei sindacati che si erano invece opposti alla possibilità di inserimento a pettine. Per Giuseppe D'Aprile, segretario generale di Uil Scuola Rua, l'aspetto più importante è evitare qualsiasi divisione tra i precari e le conseguenti ricadute sulla continuità didattica.

La soluzione del Ministero garantirebbe quindi specialmente i diritti dei docenti di sostegno inseriti in II fascia con almeno 3 anni di esperienza. A questo proposito, continua D'Aprile, sarebbe opportuno abolire il numero chiuso per i corsi universitari di sostegno, dato che la questione dei titoli esteri riguarda per l'85% proprio i docenti che insegnano ad alunni con disabilità.

Questa misura sarebbe infatti una tutela sia verso gli alunni, che avrebbero con maggiore frequenza al loro fianco un docente specializzato, che verso gli insegnanti, i quali devono sobbarcarsi costi altissimi per conseguire il titolo di studio all'estero.

L'insoddisfazione di Anief: L'inserimento in coda dei docenti con titoli esteri non è una soluzione

Secondo Anief invece il dietrofront del Ministero è da considerarsi a tutti gli effetti un passo indietro per quanto riguarda i diritti di chi attende che il suo titolo conseguito all'estero venga riconosciuto. Se infatti l'inserimento in coda sarà infatti effettivamente utile per la stipula dei contratti a tempo determinato, questo procedimento non consentirà agli aspiranti docenti di accedere alla procedura di stabilizzazione.

Il presidente Anief, Marcello Pacifico, sottolinea inoltre come già nel 2011 la Corte costituzionale avesse bocciato l'inserimento in coda. Il rischio è quindi quello di nuove lungaggini giudiziarie, con una soluzione che di fatto non accontenterebbe nessuno. Pacifico rincara la dose, definendo la proposta del Ministero una "Finta soluzione" che non fornisce inoltre nessuna risposta ai tanti docenti che vogliono conseguire la specializzazione in Italia.

Una situazione peggiorata anche dall'assenza di novità riguardo l'attivazione dei corsi abilitanti, il ripristino del doppio canale e l'inserimento degli idonei nelle graduatorie di merito. In generale dunque, la questione del reclutamento dei docenti in Italia rimane alquanto problematica.

Docenti abilitati all'estero: i numeri

Il riconoscimento dei titoli conseguiti all'estero interessa un gran numero di docenti. Sono infatti:

  • 11.194 i docenti in attesa di riconoscimento del titolo estero;
  • 11.075 di questi inseriti con riserva in prima fascia GPS.

Sono cinque le regioni di Italia con più di mille aspiranti docenti interessati alla procedura di riconoscimento:

  • Sicilia: 3.211
  • Calabria: 1.459
  • Puglia: 1.326
  • Lombardia: 1.244
  • Lazio: 1.079

Rispetto il totale delle domande:

  • 8.579 sono state presentate su posto di sostegno (6.112 sul secondo grado);
  • 2.165 sono state presentate su posto comune (1.932 sul secondo grado).

Visti questi numeri, appare dunque impellente che il Ministero fornisca una risposta certa alla questione del riconoscimento dei titoli esteri, in modo da chiarire la posizione di tantissimi docenti italiani coinvolti.

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