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Per il ministro Valditara il merito favorisce il talento dei giovani. Si pensa a modificare gli esami di Stato, ma bisogna combattere l'abbandono scolastico. it-IT Editoriale 2022-10-26T14:56:11+02:00
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Valditara: il merito non sarà classista ma libererà il talento dei giovani. Possibili modifiche agli esami di Stato

Per il ministro Valditara il merito favorisce il talento dei giovani. Si pensa a modificare gli esami di Stato, ma bisogna combattere l'abbandono scolastico.

Redazione Universo Scuola
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Il nuovo Ministero dell'Istruzione e del Merito è destinato a far discutere di sé per ancora molto tempo (inserisci link che reputi opportuno tra quelli già presenti sul sito). Tantissimi infatti i commenti e le polemiche sul cambio nome del ministero di via Trastevere.

Valditara e Meloni difendono l'idea di merito e ne illustrano i risvolti positivi. Da valutare come però come nella concretezza si combatterà l'abbandono scolastico e come il discorso sul merito si tradurrà in eventuali cambiamenti strutturali, ad esempio, sull'esame di maturità.

Valditara: scuola sia ascensore sociale. Meloni: il merito è fratello dell'uguaglianza

"ll merito non sarà classista né reazionario, la scuola sia ascensore sociale, liberiamo il talento dei nostri giovani" . Questo il tweet del neoministro Giuseppe Valditara, pubblicato mentre Giorgia Meloni era impegnata con il suo discorso alla camera.

Una dichiarazione di intenti che riafferma l'accezione positiva del termine "Merito" come viene inteso dalla coalizione di destra. Proprio Meloni ha anche affermato che merito e uguaglianza sono fratelli e che il capitale materiale è nulla senza quello umano.

Secondo il nuovo Presidente del Consiglio l'uguaglianza si raggiunge a partire dal livellamento delle condizioni di partenza, indipendentemente da quello che sarà poi il punto di arrivo.

Il tema si ricollega anche a quello dell'immigrazione, cavallo di battaglia della destra in campagna elettorale. Secondo la leader di Fratelli D'Italia, infatti, il patriottismo comprende al suo interno anche i valori di uguaglianza e solidarietà, così da garantire a chi entra in Italia gli stessi diritti degli italiani: un proposito la cui realizzazione passa inevitabilmente dall'istruzione.

La scuola ha dunque il ruolo di ascensore sociale e deve favorire lo sviluppo dei talenti degli studenti. Tutto ruota adesso intorno a come realizzare effettivamente questo cambiamento che, purtroppo, appare quantomai distante dalla realtà attuale dell'istruzione in Italia.

Abbandono scolastico e Neet. I numeri di una crisi

Le belle intenzioni del neonato governo si scontrano infatti con una realtà dove i giovani italiani faticano parecchio rispetto ai coetanei degli altri paesi.

Ecco qualche numero, secondo l'ultimo report Istat "Livelli di istruzione e ritorni occupazionali":

  • 12,7% di ELET, ovvero di giovani tra i 18 e i 24 anni con al più un titolo secondario inferiore non più inseriti in un percorso di istruzione o formazione (circa 517mila). La media europea è del 9,7%. Peggio di noi solo Spagna al 13,3% e la Romania al 15,3%. In Francia solo il 7,8%, in Germania l'11,78%;
  • Grandi i divari territoriali. L'abbandono della scuola superiore o professionale si attesta al 16,6% al Sud (oltre il 30% in alcune province siciliane), il 10,7% al Nord e il 9,8% al Centro;
  • I giovani con cittadinanza non italiana hanno un tasso di abbandono scolastico precoce di tre volte superiore a quello degli italiani: 32,5% contro 10,9%;
  • Elevato anche il numero di Neet, ovvero quello dei giovani che hanno abbandonato gli studi e/o non sono impegnati in un percorso di formazione professionale e che non lavorano. Il tasso è del 33,5%, dunque solo un giovane ogni 3 lascia gli studi e trova un lavoro. Il 51,6% dei Neet è inoltre alla ricerca di un lavoro da almeno un anno.

Tra le pagine del report Istat si trovano ulteriori dati e approfondimenti su come genere, cittadinanza e zona di residenza influiscano su tasso di istruzione raggiunto e stato occupazionale. Quel che è certo è che attualmente gli studenti italiani incontrano evidentissime difficoltà sia a scuola che nella transizione verso il mondo del lavoro e il nuovo governo deve assolutamente affrontare questa crisi.

Modifiche all'esame di maturità per esaltare il concetto di merito?

Sicuramente è ancora presto per parlare di reali modifiche alla scuola, ma si è ipotizzato che la fisionomia dell'esame di maturità potrebbe mutare per esaltare il concetto di merito. Un provvedimento immediato e privo di costi, così da poter concentrarsi sulla crisi economica ed energetica.

Secondo voci di corridoio, potrebbero essere prese in considerazioni due modifiche:

  1. La seconda prova scritta verrebbe decisa a livello nazionale, levando la responsabilità alle singole commissioni;
  2. Potrebbe aumentare la rappresentanza esterna nelle commissioni, anche se questo aumenterebbe di fatto i costi per lo svolgimento dell'esame stesso.

Dubbi anche sulle prove Invalsi. In campagna elettorale alcuni parlamentare di Fratelli d'Italia si erano infatti espressi a favore della cancellazione delle stesse, al contrario ad esempio dei colleghi di Forza Italia. Bisognerà dunque attendere l'organigramma politico definitivo del Ministero per capire il peso che avranno le rilevazioni sullo svolgimento dell'esame di maturità.

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