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Il ministro Valditara vuole dare stipendi più alti ai docenti del Nord in virtù di un costo della vita maggiore. Il M5S parla di scuola delle disuguaglianze. it-IT Editoriale 2023-01-26T14:59:04+01:00
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Valditara propone stipendi differenziati e soldi dai privati. Il M5S insorge: "Scuola delle disuguaglianze"

Il ministro Valditara vuole dare stipendi più alti ai docenti del Nord in virtù di un costo della vita maggiore. Il M5S parla di scuola delle disuguaglianze.

Redazione Universo Scuola
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Stipendi ai docenti del Nord più alti e risorse economiche dai privati: queste le ultime proposte del ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara che, manco a dirlo, stanno già infiammando il dibattito politico.

Secondo il Movimento 5 Stelle sono misure che darebbero ulteriormente vita a una "Scuola delle disuguaglianze". Perplessità anche da parte dei sindacati.

Stipendi differenziati. Retribuzione più alta ai docenti delle regioni con costo della vita più alto

L'idea di Valditara riguarda la possibilità di differenziare gli stipendi dei docenti in base al costo della vita della regione in cui vivono. Un discorso che si ricollega a quello più ampio riguardante l'autonomia scolastica su base regionale.

Secondo Valditara la proposta garantirebbe una maggiore equità e il provvedimento piace anche a Mario Rusconi, leader di ANP Roma. Secondo Rusconi infatti molti docenti trovano lavoro in regioni con un costo della vita alto, arrivando dunque a rifiutare la posizione lavorativa per l'inadeguatezza dello stipendio.

Dura la risposta dei capigruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Istruzione al Senato e alla Camera Luca Pirondini e Anna Laura Orrico che vedono nella differenziazione degli stipendi e nei fondi da privati, provvedimenti che andrebbero ad ingigantire il gap già presente tra scuole del Nord e del Sud e tra istituti delle grandi città e dei piccoli centri.

Secondo gli esponenti del M5S questo sarebbe l'ennesimo segnale della deriva "Disegualitaria, privatista e ideologica" del governo. Questo provvedimento non avrebbe inoltre nulla a che vedere con il concetto di merito tanto caro al ministro, perché non tiene di fatto conto degli sforzi di tanti docenti in contesti più disagiati, considerando solo del costo della vita.

Anche Ivana Barbacci di Cisl Scuola attacca il ministro. Già nel 1969 i sindacati scesero in campo, con uno sciopero, contro le gabbie salariali (ovvero i salari legati al costo della vita). Oggi la posizione è chiara: totale opposizione all'autonomia differenziata e priorità assoluta al contratto nazionale.

Le regioni, procede Barbacci, hanno già dopotutto autonomia nell'assegnazione di risorse al personale e nel finanziamento di particolari progetti. Netta la conclusione del suo intervento:
"È giusto incentivare l'offerta formativa fermo restando la struttura nazionale dei contratti, del reclutamento e dei programmi."

Finanziamenti dai privati nelle scuole. Una strada per trovare nuove risorse

Valditara ha anche riflettuto sulla necessità di trovare nuove risorse per la scuola, anche attraverso forme di finanziamento privato. L'incremento dei fondi andrebbe a rendere possibile l'incremento salariale su base regionale, ma sarebbe più in generale un supporto agli sforzi del governo nel finanziare l'istruzione.

Secondo Valditara questo provvedimento sarebbe un modo per sperimentare nuove sinergie tra sistema produttivo, società civile e scuola. Il ministro è però conscio del rischio che le aziende possano finanziare solo alcune scuole. Per evitare che si creino disparità difficilmente sanabili all'interno della scuola pubblica, Valditara ipotizza la creazione di un fondo perequativo centralizzato e ministeriale.

L'obiettivo è dunque quello di gestire i fondi per favorire lo sviluppo di realtà scolastiche anche lontane e diverse tra loro e per incentivare i meccanismi di investimento già oggi presenti nel mondo della scuola, ma poco conosciuti.

Ancora favorevole Rusconi che ribadisce come già oggi i privati entrino nelle scuole, specialmente alle superiori e negli istituti tecnici e professionali. Ovviamente la partecipazione dei privati andrebbe adeguatamente regolata, ma la priorità deve essere reperire fondi per la scuola.

Rusconi propone di conferire alle scuole lo statuto di Fondazioni, così da garantire loro una maggiore velocità nello svolgimento dei lavori e un risparmio nei relativi costi.

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