Nella giornata di ieri, 22 novembre 2022, c'è stato il via libera del Consiglio dei Ministri al disegno di legge di bilancio per il 2023. Le misure previste sono molte e, secondo Giorgia Meloni, andranno a toccare famiglie e imprese con particolare attenzione ai redditi bassi.
Vediamo quali sono i punti salienti della legge di bilancio, fra qualche conferma e alcune, allarmanti, assenze.
Crescita e giustizia sociale: Giorgia Meloni rivendica le scelte della legge di bilancio
La Presidente del Consiglio rivendica, per la prima legge di bilancio del suo Governo, un approccio attento a famiglie e imprese che è il frutto di scelte politiche.
Queste le sue parole in conferenza stampa:
"La manovra è figlia di scelte politiche, come era giusto che fosse. Abbiamo concentrato le risorse sulle priorità. La considero una manovra coraggiosa, coerente con gli impegni presi con il popolo italiano. Coraggiosa nella misura in cui scommette sul futuro."Al di là degli annunci, che si tratti di una coperta corta viene confermato dalla stessa Giorgia Meloni. Secondo la premier italiana, infatti, l'approccio del Governo non è stato dissimile a quello del bilancio familiare in cui bisogna fare delle scelte di priorità. Nonostante questo, il Governo rivendica:
- lo stanziamento di 21 miliardi (su 35 complessivi della manovra) per il contrasto al caro energia;
- le misure a supporto delle partite IVA con tre tasse piatte;
- la riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori;
- le misure a sostegno delle famiglie a basso reddito e dei pensionati.
Si tratta di una legge di bilancio che, pur mantenendo in linea teorica gli impegni economici, è frutto delle scelte politiche di un Governo di destra-centro. Lo conferma Giorgia Meloni quando dice che:
"La legge di bilancio costa complessivamente 35 miliardi di euro e vede al centro due grandi priorità: crescita, che significa mettere in sicurezza il tessuto produttivo, premiare chi si rimbocca le maniche; e giustizia sociale con attenzione alle famiglie, ai redditi più bassi e alle categorie più fragili"
Misure contro il caro energia e a sostegno delle imprese
Nello specifico, le misure contro il caro energia riguardano i primi tre mesi del 2023 e aumentano lo stanziamento per gli aiuti a famiglie e imprese.
I 21 miliardi in legge di bilancio serviranno per:
- eliminare gli oneri impropri delle bollette;
- contrastare gli aumenti delle bollette per il comparto sanità e per gli enti locali, compreso il trasporto pubblico locale;
- rifinanziare il credito d'imposta per l'acquisto di energia elettrica e gas naturale da parte delle imprese.
In particolare, il credito d'imposta passerà dal 30% al 35% per bar, ristoranti ed esercizi commerciali, e dal 40% al 45% per le imprese energivore.
Sempre a proposito di imprese, la legge di bilancio 2023 contiene anche la sospensione della plastic tax e della sugar tax, ma anche il rifinanziamento del fondo di garanzia delle PMI.
Inoltre, vengono introdotte tre flat tax:
- per i redditi incrementali, pensata per le partite IVA sul maggior utile e con una soglia massima di 40 mila euro;
- per gli autonomi, fino a 85 mila euro;
- per i lavoratori dipendenti, pensata per i premi di produttività fino a 3 mila euro e che arriva al 5%.
Misure a sostegno delle famiglie e dei redditi più bassi
Nei riguardi delle misure a sostegno delle famiglie, la legge di bilancio innalza la soglia ISEE da 12 mila a 15 mila euro per il bonus sociale bollette. Oltre a questo, è stata inserita anche la riduzione dell'IVA dal 10% al 5% per tutta una serie di prodotti per l'infanzia e l'igiene intima, compresi gli assorbenti (misura, questa, che spesso è stata una battaglia del centrosinistra).
Il Governo Meloni istituisce anche un fondo di 500 milioni che servirà alla realizzazione di una "Carta Risparmio Spesa" per i redditi fino a 15 mila euro. Sarà gestita dai comuni e servirà per l'acquisto di beni di prima necessità.
Presente nel testo anche un assegno unico per famiglie con tre o più figli, che verrà aumentato del 50% nel 2023. Sempre a sostegno delle famiglie, per il 2023 la legge di bilancio:
- conferma l'assegno per i disabili;
- proroga le agevolazioni under 36 per l'acquisto della prima casa;
- agevola le assunzioni a tempo indeterminato, anche in relazione alle donne e ai percettori del reddito di cittadinanza.
Reddito di cittadinanza e quota 103: le altre misure previste dalla legge di bilancio
E proprio quella riguardante il reddito di cittadinanza è forse, insieme al tetto del contante, la misura più politica contenuta nella legge di bilancio 2023.
Sono infatti diverse le misure che prepareranno la decadenza della norma voluta dal governo M5S e Lega. Nello specifico:
- dal primo gennaio le persone fra 18 e 59 anni abili al lavoro avranno il reddito di cittadinanza per altri 7-8 mesi;
- al termine di questi, saranno previsti ulteriori 6 mesi per corsi di formazione o riqualificazione, in mancanza dei quali decade il beneficio;
- è prevista la decadenza dal reddito di cittadinanza nel caso si rifiuti la prima offerta congrua.
La legge di bilancio prevede inoltre l'abolizione definitiva del reddito di cittadinanza - per gli abili al lavoro - a partire dal 2024. Possiamo interpretare queste misure come un provvedimento ponte per la definitiva cancellazione della norma.
Altre misure presenti nel DDL approvato dal Consiglio dei Ministri riguardano:
- le pensioni, con la cosiddetta quota 103 (41 anni di contributi e 62 anni di età) che vuole scongiurare il ritorno alla legge Fornero;
- la proroga di Opzione donna, che permette la pensione a 58 anni con 2 figli, a 59 anni con un figlio, a 60 anni in altri casi;
- la conferma di APE sociale per i lavori usuranti.
Previsto anche il ripristino del contributo di 70 milioni (più 24 milioni per il trasporto disabili) per le scuole paritarie. Fra le note di colore, probabilmente una concessione al Ministro per le Infrastrutture e i Trasporti Matteo Salvini, c'è anche la riattivazione della società Stretto di Messina SPA. Obiettivo: ponte sullo Stretto.
E per la scuola pubblica?
Misure per la scuola e tempistiche di approvazione delle legge di bilancio
Nonostante i proclami in occasione della firma del CCNL scuola 2019-2021, le richieste del Ministro Valditara sono rimaste sostanzialmente inascoltate. Almeno, per ora. A puntare il dito contro l'attuale inquilino di Viale Trastevere è l'ex Ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, oggi vicesegretaria e portavoce di Azione:
"È una manovra insufficiente, che non affronta le questioni vere del Paese: solo qualche contentino per i partiti di maggioranza, nulla su scuola e sanità, norme spot sul fisco e una riforma del reddito di cittadinanza inadeguata. È una manovra che non va nell'interesse del Paese."Non è tutto deciso in via definitiva, tuttavia. Infatti, dopo il via libera in Consiglio dei Ministri, il DDL passerà all'esame della commissione Bilancio della Camera e arriverà in aula intorno al 20 dicembre.
Come si vede, i tempi sono strettissimi e la coperta diventa sempre più corta. Soprattutto, pare, per quanto riguarda la scuola.