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Bocciatura come opportunità o punizione? Dalla lettera della madre per la bocciatura del figlio, alle recenti sentenze del TAR sui ricorsi per la mancata promozione, le diverse prospettive sulla questione. it-IT Editoriale 2023-08-31T12:23:34+02:00
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Bocciatura come opportunità o punizione? Dai genitori delusi alle sentenze del TAR: come evitare i ricorsi

Bocciatura come opportunità o punizione? Dalla lettera della madre per la bocciatura del figlio, alle recenti sentenze del TAR sui ricorsi per la mancata promozione, le diverse prospettive sulla questione.

Gianmarco Bonomo
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Con la fine dell’anno scolastico, si moltiplicano le polemiche sui voti finali degli studenti o sulle bocciature da parte dei docenti. In particolare, colpisce una lettera inviata da una madre al quotidiano Il Gazzettino sulla bocciatura del figlio. Al di là dell’amarezza, pur comprensibile, la questione innesca anche considerazioni di carattere generale.

Vediamo nello specifico di cosa si tratta, con riferimento agli orientamenti del TAR sui ricorsi.

La scuola è solo l’ennesimo algoritmo: l’amarezza di una madre sulla bocciatura del figlio

Nella sua lettera al quotidiano, la madre si rivolge alla Dirigente Scolastica dell’istituto in cui studia il figlio. L’esordio comunica l’amarezza e la delusione nei confronti di una scuola che, a leggere il contenuto, non si sarebbe dimostrata all’altezza del proprio ruolo, in particolare quello relativo all’accoglienza e all’integrazione ai fini del superamento delle difficoltà.

La madre racconta come il figlio abbia perso il padre pochi giorni prima dell’inizio dell’anno scolastico che si è appena concluso. In modo comprensibile, durante il primo quadrimestre il ragazzo non ha potuto concentrarsi sullo studio, un periodo concluso con diverse insufficienze, quasi tutte recuperate nel secondo quadrimestre. Continua la lettera:

Questo ha implicato un enorme sforzo da parte sua in quanto comunque stava (e sta) vivendo un grande dolore, ma questo suo grande impegno non gli è stato minimamente riconosciuto, la sua situazione personale non è stata affatto valutata.

Dopo aver chiesto alla coordinatrice di classe di parlare della difficile situazione ai nuovi docenti, alla fine dell’anno scolastico arriva la sorpresa. Non delle materie da recuperare a settembre ma una bocciatura diretta. E nel comunicare che il figlio adesso cambierà scuola, la madre conclude:

Daniel non si meritava di ricevere un’altra batosta, da una scuola che dovrebbe formare e non punire: quale insegnamento dovrebbe trarne Daniel? Che l’importante è solo il voto a prescindere da tutto il resto? Mi chiedo cosa sia diventata la scuola. Un altro, l’ennesimo, algoritmo che regola le nostre vite

Studenti bocciati: il ricorso è previsto dal sistema per sanare un’ingiustizia

Al di là della comprensione per l’amarezza provata dalla madre dello studente bocciato, la questione chiama in causa anche un discorso di tipo generale. Che molti genitori vedano la bocciatura di un figlio come una mera punizione è ormai qualcosa di comune, come testimoniano i ricorsi presentati.

A questa tendenza si è unita, nel tempo, anche una perdita di autorevolezza del personale scolastico che spesso sfocia in una vera e propria guerra con le famiglie. D’altronde, esistono casistiche molto differenziate a prescindere dalle motivazioni più emotive delle famiglie e dalle risposte più asettiche del personale scolastico.

Come esistono docenti non idonei, esistono anche genitori che accettano il giudizio di non ammissione del figlio. Allo stesso tempo, come esistono docenti capaci, esistono anche famiglie che presenteranno ricorsi per qualsiasi situazione, anche le più leggere. La possibilità di presentare un ricorso è prevista dal sistema e permette ai genitori di risolvere una questione che spesso viene percepita come ingiustizia. Sarà poi la giurisprudenza a stabilire se il ricorso era fondato o meno.

Da questo punto di vista, quindi, le sentenze possono quindi tracciare una via sulle buone pratiche da intraprendere perché una bocciatura non sia contestabile ed evitare il ricorso.

Ricorsi contro la bocciatura del figlio: cosa dice il TAR?

Per entrare nel merito della giurisprudenza sui ricorsi per la bocciatura degli studenti, in generale tutte le sentenze del TAR concordano su un punto. In pratica, il giudizio di non ammissione alla classe successiva non può ritenersi viziato per:

  • mancata attivazione delle attività di recupero;
  • mancato adempimento degli oneri di informazione sull’andamento scolastico.

Infatti, secondo l’orientamento attuare l’eventuale bocciatura dello studente si basa esclusivamente sull’accertamento dell’insufficiente preparazione dello studente. Non è possibile ricondurre intenti punitivi nella decisione di bocciare l’alunno.

Allo stesso tempo, altre sentenze del TAR confermano che una carente o incompleta attivazione dei corsi di recupero non incide sulla legittimità e sull’autonomia del giudizio di non ammissione alla classe successiva. Come abbiamo visto, quest’ultimo si basa soltanto su un accertamento di preparazione non sufficiente ad affrontare la successiva fase degli studi.

Non mancano le decisioni non allineate a quanto abbiamo appena detto, come una sentenza del Consiglio di Stato del 2020. In questo caso, proprio la mancata attivazione di un corso di recupero aveva portato all’annullamento di una bocciatura.

Evitare i ricorsi sulle bocciature: pratiche per una migliore comunicazione con le famiglie

Detto questo, ci sono alcune pratiche che i docenti possono attuare per evitare la presentazione di ricorsi sulle bocciature. Si tratta di azioni e scelte che, se da una parte possono mettere al riparo da contenziosi, dall’altra parte devono assicurare agli studenti tutto il supporto possibile per il superamento dell’anno scolastico.

In questo caso, i docenti dovrebbero:

  • attivare sempre e preventivamente i corsi di recupero;
  • avviare relazioni frequenti con le famiglie degli studenti;
  • arrivare a un percorso condiviso anche all’esito negativo dell’anno scolastico;
  • motivare in modo compiuto i mancati profitti dello studente;
  • non lasciare emergere alcun intento punitivo per la mancata promozione.

Si può così evitare che la notizia di una bocciatura del figlio arrivi come improvvisa e ingiustificata alle famiglie, che poi finiscono per sentirsi abbandonate dalla scuola. Lo stesso TAR ribadisce come una mancata promozione non debba essere vissuta come una tragedia o una punizione. Anzi, la bocciatura può essere vista come un vantaggio per lo studente, dal momento che la promozione riguarda anche il grado di maturazione personale.

Se anche la bocciatura può quindi costituire un momento di crescita, non è detto che lo stesso valga anche per il ricorso. Il risultato è una guerra fra scuole e famiglie che, in fin dei conti, non è certo sinonimo di maturazione.

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Gianmarco Bonomo

Scrivo da sempre e, se contiamo anche i temi delle scuole elementari, anche da prima. Negli anni ho unito la mia passione per la scrittura a quella per i meccanismi della comunicazione, che ho tradotto nel mio lavoro di SEO Copywriter e autore in diversi campi. Mi piace approfondire le tematiche che riguardano il mondo della scuola e che vanno dai risvolti politici alla cultura, dagli approfondimenti normativi al racconto quotidiano delle novità scolastiche.

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