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Fa discutere la decisione del Liceo Malpighi di Bologna di ritirare i cellulari degli studenti e restituirli solo a fine giornata. Scelta sensata o inutile proibizionismo? it-IT Editoriale 2022-09-16T11:51:22+02:00
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Cellulare in classe, fa discutere l'iniziativa del Malpighi di Bologna: scelta sensata o proibizionismo?

Fa discutere la decisione del Liceo Malpighi di Bologna di ritirare i cellulari degli studenti e restituirli solo a fine giornata. Scelta sensata o inutile proibizionismo?

Redazione Universo Scuola
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Cellulare in classe sì o no? Si tratta di un argomento che da anni genera dibattiti ma sul quale spesso si glissa. Negli ultimi giorni, la questione degli smartphone in classe è tornata "virale" per l'iniziativa del Liceo Malpighi.

L'istituto di Bologna ha infatti iniziato a ritirare i cellulari degli studenti a inizio giornata per poi restituirli soltanto al termine delle lezioni.

Vediamo quali sono le ragioni di questa scelta e cosa comporta per gli studenti.

Cellulari vietati in classe a studenti e docenti: l'iniziativa del Liceo Malpighi

Dopo mesi di riflessione e confronto, il Liceo Malpighi ha approvato una modifica al regolamento di istituto che consente di "sequestrare" lo smartphone degli studenti e restituirlo allo scoccare dell'ultima campanella giornaliera.

Il divieto di uso del cellulare in classe non vale tuttavia soltanto per gli studenti ma anche per i docenti. Questi ultimi potranno lasciare lo smartphone nella sala professori o in borsa e dovranno comunque astenersi dall'utilizzo durante le lezioni.

A commento della decisione, che colpisce sia studenti che insegnanti, la responsabile generale delle scuole Malpighi Elena Ugolini sostiene:
"Così aiutiamo i ragazzi all'osservanza di una norma scritta nei regolamenti di tutte le scuole, ma che nessuno rispetta."Secondo il Dirigente Scolastico del Liceo Malpighi, Marco Ferrari, a motivare la decisione della scuola è la scelta fra educare ed evitare gli studenti. Ma sarà davvero così?

Abbiamo tolto ai ragazzi una droga: le parole del preside del Liceo Malpighi

Che non si possa trattare soltanto di proibizionismo lo fanno intendere le stesse dichiarazioni del Dirigente Scolastico Marco Ferrari. Per il preside del Liceo Malpighi,
"È difficile, se non quasi impossibile, chiedere loro il distacco dall'uso pervasivo e distrattivo dello smartphone. Li vedo durante l'intervallo, nemmeno parlano più tra loro e in classe sono continuamente distratti dal telefonino. Allora abbiamo deciso che occorreva un intervento educativo forte"La ratio è chiara già da queste poche parole del Dirigente Scolastico. Ferrari ricorda infatti come l'idea di ritirare il cellulare agli studenti sia nata dai casi di cyberbullismo che si erano verificati in una classe durante il precedente anno scolastico.

Dopo una sperimentazione nel 2021/2022, l'anno scolastico 2022/2023 ha visto la modifica del regolamento per consentire l'iniziativa. E per il Dirigente Scolastico si tratta della strada giusta che viene accolta positivamente dagli studenti stessi:
"Non abbiamo del resto tolto loro il pane di bocca, abbiamo semmai eliminato un grande distrattore, abbiamo tolto una droga e non siamo andati contro la loro libertà."In realtà, le reazioni degli studenti non sono state del tutto positive. Non tanto per la mancanza dell'uso dello smartphone in classe, quanto per il non coinvolgimento nel processo decisionale.

Giusto vietare i cellulari in classe? I rischi e le potenzialità di uno strumento pervasivo

Il Liceo Malpighi di Bologna non è il solo a ritirare il cellulare e restituirlo alla fine della giornata. Secondo un sondaggio condotto da Studenti.it, a farlo sarebbe il 25% delle scuole. Più di un terzo degli studenti ammette invece che lo smartphone in classe costituisce una distrazione durante le lezioni.

Se il problema appare chiaro, meno definite sono le possibili soluzioni.

Da una parte il cellulare è ormai una parte integrante della nostra quotidianità, non solo come strumento di ricerca e contatto ma - anche e soprattutto - come mezzo di distacco dal concreto. Uno strumento che assume i contorni del divertissement, appunto.

Dall'altra parte, le risposte variano a seconda del peso che si decide di dare a questa o a quella funzione del cellulare in classe. Ci sono gli istituti che, come il Malpighi, scelgono una sorta di "terapia d'urto" mentre in altri casi, per esempio il Liceo Da Vinci di Bologna, si opta per un'educazione alla convivenza con la tecnologia.

Quale che sia la soluzione, non si può prescindere da un percorso che tenga conto delle situazioni e delle esigenze di ciascuna scuola, di ciascuna classe. Nella ricerca di un valore aggiunto che renda la scuola, nel suo complesso, un ambiente educativo a tutto tondo.

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